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12 gennaio 2016

Energia: corsa a chiudere le centrali oltre 60 sono ormai ferme e inutili

Tratto da La Repubblica

Energia, corsa a chiudere le centrali oltre 60 sono ormai ferme e inutili

Risultati immagini per chiudere le centrali a carbone
ALCUNE SARANNO SMONTATE E PORTATE ALL’ESTERO, ALTRE RICONVERTITE IN ATTIVITÀ DIVERSE. ALTRE INFINE SOLO DISMESSE. UN COSTO CHE GRAVA SULLE UTILITY, DA ENEL A IREN, DA A2A A EON CHE STANNO CERCANDO DI MINIMIZZARNE L’IMPATTO SUI LORO BILANCI
Milano C’ è la centrale elettrica che verrà “delocalizzata”: nel senso che è già stata venduta all’estero, dove verrà portata dopo essere stato smontata un bullone alla volta. Poi ci sono gli impianti che verranno riconvertiti, da carbone a biomasse, per esempio.
E quelle che diventeranno qualcosa di completamente diverso dallo scopo per cui erano state costruite: dal parco divertimenti al centro per lo smistamento merci. Infine, ci sono le centrali che verranno molto più semplicemente chiuse: per essere demolite, sperando in una riconversione urbanistica dei terreni, sempre che si trovi un accordo sulla riqualificazione ambientale con i nuovi proprietari. Sono le vittime più clamorose della rivoluzione energetica, in corso anche in Italia. 
Nel giro di una ventina di anni, da quando è iniziato il processo per la liberalizzazione del mercato, le grandi centrali termoelettriche, in particolare quelle a gas, sono passate dalle stelle alle stalle: erano fondamentali per garantire l’equilibrio del sistema, evitare black out e sostenere la crescita industriale, si sono trasformate in un “peso” economico che zavorra i bilanci delle utility che hanno conquistato le quote di mercato lasciate libere da Enel. Se una ventina d’anni fa si è rischiato di non avere abbastanza produzione, ora ce ne sarebbe da esportare in mezza Europa. Colpa del numero eccessivo di impianti costruiti con la liberalizzazione in assenza di un piano energetico nazionale (l’ultimo è di 40 anni fa), del boom delle energie rinnovabili (coprono il 40% della produzione nazionale) e dell’aumento dell’efficienza del sistema. In sostanza, abbiamo il parco di centrali a turbogas migliore d’Europa ma lo usiamo pochissimi: ci sono impianti che l’anno scorso hanno “lavorato” meno di una settimana.
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