Tratto da Pharmastar
Uno studio pubblicato sulla rivista Lancet Respiratory Medicine ha dimostrato che l'insorgenza di asma nell'infanzia e nell'adolescenza è associata prevalentemente all'esposizione nei primi anni di vita a livelli crescenti di biossido di azoto (NO2) e di particolato, sostanze che si trovano nell'aria che respiriamo e che sono responsabili del suo inquinamento.
“In letteratura non mancano gli studi che hanno già affrontato il tema degli effetti dell'inquinamento dell'aria sullo sviluppo di asma e di rinocongiuntivite nell'infanzia e nella prima adolescenza – affermano gli autori nell'introduzione al lavoro”.
Quello che finora non era chiaro era se il ruolo dell'inquinamento ambientale sull'insorgenza di asma fosse precoce o tardivo.
Di qui la novità dello studio, che ha seguito più di 14.000 bambini residenti in Germania, Svezia e Paesi Bassi dalla nascita fino a 14-16 anni per determinare l'associazione esistente tra il numero di partecipanti che hanno sviluppato asma nel corso dello studio e il livello di inquinamento dell'aria nel luogo di residenza alla nascita e al tempo del follow-up.
Per misurare la qualità dell'aria nei luoghi di residenza (alla nascita e alla fine del follow-up), i ricercatori si sono serviti dei report storici delle concentrazioni di NO2 e di particolato atmosferico (livelli di PM2.5, PM10 e PM di dimensioni intermedie).
I risultati del follow-up hanno mostrato che un bambino svedese o olandese su 3 e il 10-15% dei bambini tedeschi reclutati nello studio hanno sviluppato asma.
In particolare i ricercatori hanno osservato l'esistenza di un'associazione statisticamente significativa tra un aumento dell'esposizione a NO2 (adjusted OR = 1.13 per 10 μg/m3; 95% CI, 1.02-1.25) e dell'assorbimento di PM2.5 (adjusted OR = 1.29 per 1 unit; 95% CI, 1-1.66) con la probabilità di andare incontro a sviluppo di asma tra i 14 e i 16 anni.
Non solo: lo studio ha dimostrato che le concentrazioni più elevate di NO2 e di particolato nel luogo di residenza alla nascita si associavano ad un incremento del rischio di asma soprattutto dopo i 4 anni di vita del bambino e che, nonostante più della metà dei partecipanti allo studio avesse successivamente cambiato residenza nel corso del follow-up, l'esposizione successiva agli inquinanti dell'aria sopra-menzionati non correlasse con il rischio di insorgenza di asma.
Pertanto, gli autori dello studio ritengono che sia l'esposizione precoce agli agenti inquinanti dell'aria, in particolare nel luogo di residenza alla nascita, a trainare il successivo sviluppo di asma nella tarda infanzia e nella prima adolescenza.
Di qui la raccomandazione a perseguire strategie volte a migliorare la qualità dell'aria al fine di ridurre il rischio di insorgenza di asma pediatrico.
Bibliografia
Gehring U et al. Exposure to air pollution and development of asthma and rhinoconjunctivitis throughout childhood and adolescence: a population-based birth cohort study. Lancet Respir Med. Published on 10 November 2015. DOI: 10.1016/S2213-2600(15)00426-9
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“In letteratura non mancano gli studi che hanno già affrontato il tema degli effetti dell'inquinamento dell'aria sullo sviluppo di asma e di rinocongiuntivite nell'infanzia e nella prima adolescenza – affermano gli autori nell'introduzione al lavoro”.
Quello che finora non era chiaro era se il ruolo dell'inquinamento ambientale sull'insorgenza di asma fosse precoce o tardivo.
Di qui la novità dello studio, che ha seguito più di 14.000 bambini residenti in Germania, Svezia e Paesi Bassi dalla nascita fino a 14-16 anni per determinare l'associazione esistente tra il numero di partecipanti che hanno sviluppato asma nel corso dello studio e il livello di inquinamento dell'aria nel luogo di residenza alla nascita e al tempo del follow-up.
Per misurare la qualità dell'aria nei luoghi di residenza (alla nascita e alla fine del follow-up), i ricercatori si sono serviti dei report storici delle concentrazioni di NO2 e di particolato atmosferico (livelli di PM2.5, PM10 e PM di dimensioni intermedie).
I risultati del follow-up hanno mostrato che un bambino svedese o olandese su 3 e il 10-15% dei bambini tedeschi reclutati nello studio hanno sviluppato asma.
In particolare i ricercatori hanno osservato l'esistenza di un'associazione statisticamente significativa tra un aumento dell'esposizione a NO2 (adjusted OR = 1.13 per 10 μg/m3; 95% CI, 1.02-1.25) e dell'assorbimento di PM2.5 (adjusted OR = 1.29 per 1 unit; 95% CI, 1-1.66) con la probabilità di andare incontro a sviluppo di asma tra i 14 e i 16 anni.
Non solo: lo studio ha dimostrato che le concentrazioni più elevate di NO2 e di particolato nel luogo di residenza alla nascita si associavano ad un incremento del rischio di asma soprattutto dopo i 4 anni di vita del bambino e che, nonostante più della metà dei partecipanti allo studio avesse successivamente cambiato residenza nel corso del follow-up, l'esposizione successiva agli inquinanti dell'aria sopra-menzionati non correlasse con il rischio di insorgenza di asma.
Pertanto, gli autori dello studio ritengono che sia l'esposizione precoce agli agenti inquinanti dell'aria, in particolare nel luogo di residenza alla nascita, a trainare il successivo sviluppo di asma nella tarda infanzia e nella prima adolescenza.
Di qui la raccomandazione a perseguire strategie volte a migliorare la qualità dell'aria al fine di ridurre il rischio di insorgenza di asma pediatrico.
Bibliografia
Gehring U et al. Exposure to air pollution and development of asthma and rhinoconjunctivitis throughout childhood and adolescence: a population-based birth cohort study. Lancet Respir Med. Published on 10 November 2015. DOI: 10.1016/S2213-2600(15)00426-9
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