Tratto da Stopdevastazioni.wordpress.com
Un impianto di compostaggio, che trasforma la parte umida del rifiuto in terriccio, per il Governo NON E’ strategico.
Un inceneritore, che trasforma rifiuti potenzialmente riciclabili in ceneri pericolose e gas emessi in atmosfera con sostanze quali polveri, anidride carbonica, idrocarburi policiclici aromatici e molto altro, per il Governo E’ un impianto strategico di interesse nazionale.
L’economia del riciclo contro l’economia dell’inquinamento.
L’Art.35 del famigerato Decreto Sblocca Italia (http://www.altalex.com/documents/leggi/2014/11/14/sblocca-italia-il-testo-coordinato-del-decreto-legge-in-gazzetta) ha sancito che gli impianti di incerimento, sia quelli esistenti, sia quelli autorizzati che devono essere ancora costruiti sia, infine, quelli che devono essere ancora progettati, saranno d’ora in poi classificati quali opere di interesse strategico nazionale.
Qui sotto l’Art.6 della bozza di decreto attuativo dello Sblocca Italia presentata dal Ministro dell’Ambiente (SIC!) Galletti alle Regioni lo scorso 20 gennaio 2016.
Qui sotto l’elenco degli impianti già esistenti
che diventeranno di interesse strategico nazionale.
Qui sotto quelli non ancora esistenti ma già autorizzati.
A questi si aggiungeranno altri 8 impianti che secondo il decreto sono indispensabili in: Abruzzo, Marche, Lazio, Campania, Umbria, Sicilia (2) e Sardegna.
Questa classificazione è gravida di conseguenze per varie ragioni:
a)POSSIBILITA’ DI ESPRIMERE IL DISSENSO: il Governo Berlusconi classificò l’inceneritore di Acerra, ancora in progetto, quale sito di interesse strategico. Pochi mesi dopo ci fu un’escalation, con il cantiere trasformato in area militare difesa dall’esercito con tanto di mitra spianati.
b)RICORSI ALLA GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA (TAR E CONSIGLIO DI STATO): diventa difficilissimo bloccare un’opera o un intervento di modifica su un impianto esistente quando è classificata di interesse strategico nazionale.
c)PROCEDURE AMMINISTRATIVE PER AMPLIAMENTI E COSTRUZIONE: ovviamente le procedure amministrative di autorizzazione per gli interventi sugli impianti, siano essi esistenti o in progetto, vengono facilitate da questa classificazione. Basti pensare alla Valutazione di impatto Ambientale o all’Autorizzazione Integrata Ambientale.
Ormai la raccolta differenziata in alcune città italiane ha raggiunto e superato la quota dell’80% (come, ad esempio, a Trento). Verrebbe da gridare: si può fare! Anzi, si deve fare!
Ora, un amministratore che proponesse una soluzione obsoleta come gli inceneritori (che sono al quarto posto in una scala di cinque opzioni nella direttiva comunitaria, appena prima delle discariche) per non saper fare quello che altri hanno dimostrato di saper fare, normalmente dovrebbe essere cacciato via per completa e acclarata inettitudine.
Come mai, invece Renzi tira fuori lo Sblocca Italia nel 2014 e il Ministro dell’Ambiente (SIC!) pochi giorni fa propone il Decreto attuativo che prevede 8 nuovi inceneritori e la classificazione di quelli esistenti e in progetto (oltre 40 impianti in tutta Italia) quali opere di interesse strategico nazionale?.....
Il documento è stato pubblicato sulla pagina facebook della Legge Rifiuti Zero.
A nostro avviso si sta sottovalutando la portata del decreto, soprattutto per la parte che trasforma tutti gli impianti, anche quelli da realizzare, in siti di interesse strategico nazionale.
Ripetiamo, non sono solo i nuovi 8 inceneritori in arrivo a preoccupare; è la classificazione di interesse strategico per tutti gli impianti elencati a far diventare il provvedimento di gravità inaudita.
Rispetto a questa bozza precisiamo che sembra sia stato tolto il riferimento all’ulteriore inceneritore per la Toscana.....
Un lungo elenco che condanna il paese all’arretratezza. Per decenni dovremo “nutrire” le bocche degli inceneritori anziché curarci della riduzione della produzione del rifiuti, del riuso e del riciclo. Anzi, queste ultime opzioni dovranno essere viste con sospetto perché altrimenti si rischia di “affamare la bestia“.
E’ un provvedimento che premia i soliti noti, le multiutility con posizioni da difendere sul mercato dei rifiuti. Bisognerà impegnarsi a fondo per far fallire questa politica dissennata.
Resta inoltre il passaggio alla Corte Costituzionale, perchè diverse regioni presentarono ricorso contro l’Art.35 dello Sblocca Italia da cui deriva il decreto attuativo. L’udienza si terrà a fine marzo 2016.
Intanto il prossimo 31 gennaio si terrà un referendum locale a San Filippo del Mela e Gualtieri Sicaminò contro l’inceneritore proposto a Milazzo http://noinceneritoredelmela.altervista.org/
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