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26 maggio 2016

C’era una volta l’ambiente. G7: i leader piantano alberelli. Ma finanziano le centrali di carbone

Tratto da notiziegeopolitiche.net

G7: i leader piantano alberelli. Ma finanziano le centrali di carbone

inquinamento
Risultati immagini per G7: i leader piantano alberelli.

C’era una volta l’ambiente. E poi c’erano loro, i vari leader mondiali che non perdevano occasione per mostrare al mondo intero il loro impegno per salvare il pianeta. Almeno una volta al mese, in immagini di alto profilo mediatico, si presentano come paladini dell’ambiente. Dopo le foto di gruppo di novembre in occasione del COP21 a Parigi, e le immagini di capi di stato e di governo a New York mentre firmavano le promesse per l’ambiente, è stata la volta del G7, in Giappone.
Qui, ancora una volta, i rappresentanti dei paesi non hanno perso occasione per farsi riprendere mentre piantano ciascuno un alberello. Una scena idilliaca e rassicurante.
Peccato che poi, una volta spenti i riflettori, le leggi e le decisioni che ciascuno di loro prende sono completamente diverse. Nessuno di loro pensa realmente a salvare il pianeta e nemmeno di ridurre le emissioni di CO2.
Lo dimostrano i dati, appena diffusi, del rapporto “Swept Under the Rug: How G7 Nations Conceal Public Financing for Coal Around the World”, redatto dal Natural Resources Defense Council (Nrdc), dal Wwf e da Oil Change International.
Solo nel 2015 i paesi che partecipano al G7 hanno stanziato ben 2,5 miliardi di dollari alla produzione di energia elettrica per mezzo di carbone, una delle fonti energetiche maggiormente responsabili delle emissioni di CO2. E, se si guarda al periodo tra il 2007 e il 2015, i miliardi diventano 42. Primo fra tutti, proprio il paesi ospitante, il Giappone, “con finanziamenti pari a più di 22 miliardi di dollari per impianti a carbone all’estero nel periodo 2007-2015”, ha detto il Wwf Italia.
E poi la “verde” Germania, quella che solo pochi giorni fa si è vantata di avere realizzato per un giorno “emissioni zero”: ebbene, le somme destinate da questo paese alle centrali a carbone ammontano alla considerevole somma di 9 miliardi. 
E poi ancora, gli Usa con 5 miliardi, la Francia con 2,5 miliardi, l’Italia con 2 miliardi di dollari, il Regno Unito con 1 miliardo e il Canada con meno di 1 miliardo.
Le conseguenze di queste scelte e di quelle di tutti i paesi che hanno fatto bella figura a Parigi e a New York per poi promuovere l’uso del carbone come fonte energetica saranno terribili: a denunciarlo è stato lo stesso presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim, che ha detto che i paesi nel sud e sud-est asiatico sono in procinto di costruire centinaia di centrali elettriche a carbone nei prossimi 20 anni, nonostante le promesse fatte a Parigi per tagliare le emissioni di gas ad effetto serra e perno ad un futuro di energia pulita.
I tre quarti delle nuove centrali a carbone in costruzione in Asia saranno costruite in Giappone, in Cina, in India, in Indonesia e in Vietnam. “Sarebbe un disastro per noi e il nostro pianeta”, ha detto Kim, ......
La verità è che per questi paesi forse l’ambiente conta pure, ma di certo contano molto di più altri interessi.
Anche l’Italia, che si vanta di aver raggiunto il massimo di energia prodotta da fonti rinnovabili, non è incolpevole. “.....
Inutile dire che queste scelte non potranno non avere ripercussioni anche su un altro dato: ogni anno sette milioni di persone muoiono a causa dell’inquinamento provocato da questi combustibili. A confermarlo sono gli ultimi dati forniti dall’Unep.
Milioni di persone morte a causa delle scelte fatte da capi di stato che poi si sono dilettati a farsi fotografare mentre firmano qualcosa senza valore (visto che solo pochi hanno ratificato il COP21) con un bambino in braccio o, come è avvenuto ieri, mentre piantano un alberello in un giardino nel paese del Sol Levante.
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