COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

19 luglio 2016

Leggiamo su CGIL “Europa Dark Cloud”. Morire per il carbone.


Tratto da CGIL.

Rapporto “Europa Dark Cloud”

“Morire per il carbone” – Presentato a Bruxelles il 5 luglio scorso il rapporto “Europa Dark Cloud”: per la prima volta viene analizzato l'effetto delle polveri nocive causate dagli impianti a carbone, non solo nel paese in cui si trova l'impianto ma anche nei paesi vicini. Il rapporto rivela che nel 2013 le emissioni da carbone sono state responsabili di oltre 22.900 morti premature, decine di migliaia di casi di cattiva salute per malattie cardiache e bronchiti, e fino a 62,3 miliardi di euro in costi sanitari.

Per la prima volta, infatti, la relazione analizza l’effetto delle polveri nocive causate dagli impianti a carbone, non solo nel paese in cui si trova l’impianto ma anche nei paesi vicini.
Il rapporto rivela che nel 2013 le emissioni da carbone sono state responsabili di oltre 22.900 morti premature, decine di migliaia di casi di cattiva salute per malattie cardiache e bronchiti, e fino a 62,3 miliardi di euro in costi sanitari.
L’atmosfera non si preoccupa dei confini fra gli Stati, la CO2 finisce distribuita abbastanza uniformemente, causando cambiamenti climatici a livello globale. Gli inquinanti atmosferici emessi dalle centrali elettriche a carbone, invece, non viaggiano a livello globale, ma lo fanno per centinaia di chilometri. Scopriamo così che, per esempio, gli impianti a carbone di Germania e Polonia causano oltre 7.000 morti premature fuori dai confini di questi due paesi.
Come possiamo vedere nel grafico, in Italia nel 2013 le morti premature causate da impianti a carbone sono complessivamente 1610, di cui 350 causate dagli impianti a carbone attivi nel nostro paese, 430 per le emissione delle centrali a carbone della Polonia, 170 dalla Germania, 130 dalla Slovenia, ecc.
E’ ampiamente riconosciuto che i cambiamenti climatici costituiranno un grave rischio per la salute umana nel corso dei prossimi decenni. L’OMS considera i cambiamenti climatici la più grande sfida di salute pubblica di questa secolo e stima che entro il 2030, circa 250.000 morti in più in tutto il mondo saranno causate dall’impatto del clima.
Il rapporto elenca i 30 impianti a carbone che in Europa hanno avuto l’impatto più devastante per la salute nel 2013, indicando per ognuno di questi l’impatto in termini di bronchiti croniche, ricoveri ospedalieri, giorni di lavoro persi, attacchi di asma nei bambini e ripercussioni in termini economici di questi danni sanitari (allegato 3).
Nel 2014, 280 centrali a carbone dell'UE hanno emesso 755 milioni di tonnellate di CO2 (che rappresentano circa il 18% del totale delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE).
Secondo il rapporto, sulla base dei dati disponibili relativi alle emissioni di CO2 del 2015, quasi la metà della CO2 totale emessa in UE è causata dal carbone. I 30 impianti più inquinanti hanno rilasciato 367 milioni di tonnellate. La chiusura di questi impianti dovrebbe essere una priorità.
In quest’elenco al dodicesimo posto, troviamo anche la centrale ENEL di Torrevaldaliga-Civitavecchia, che ha una potenza complessiva di 1821 MW e nel 2015 ha emesso 10,7 Mt di CO2.
Il rapporto ci conferma la necessità urgente di un piano di decarbonizzazione e di accelerare la transizione energetica con il totale superamento delle fonti fossili. I benefici della transizione sarebbero di tipo economico, occupazionale, per la salute umana, il clima e l’ambiente. Le implicazioni, le responsabilità, le scelte politiche e le soluzioni vanno ricercate a livello globale, europeo e nazionale, continuando con impegno e mobilitazione l’azione per il clima del movimento sindacale a tutti i livelli.


Continua a leggere  su  Cgil.

Nessun commento: