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15 agosto 2016

Con l'ultimo sbuffo di fumo della centrale a carbone si è chiusa la produzione della centrale elettrica nel porto di Genova .


Tratto da Genova Repubblica.it
Genova, l'ultimo sbuffo di fumo della centrale a carbone
L'ultima fumata, l'ultimo sbuffo di fumo bianco, si è perso nel cielo azzurro sotto la Lanterna ieri eri sera alle 20. Si è chiusa così la produzione della centrale elettrica a carbone di Genova, con un giorno di anticipo sulle previsioni, nel silenzio sonnacchioso di un sabato di metà agosto. Nessuna particolare cerimonia, niente autorità, solo gli addetti all'energia che hanno completato il loro lavoro.
È stato così messo a riposo il bestione che aveva iniziato a funzionare nel 1952. Costituito da tre gruppi termoelettrici per una potenza complessiva di 300 megawatt, i gruppi 3 e 4 erano entrati in servizio nel 1952 mentre il gruppo 6 nel 1960. La particolare numerazione dei gruppi era dovuta al fatto che all'atto della costruzione erano stati inseriti nelle preesistente centrale, che risale agli anni 1927/1928. Due gruppi erano già stati chiusi, uno nel 2012, l'altro nel 2013, ne restava uno, l'ultimo, che si è spento definitivamente ieri. Teoricamente la concessione per portare avanti al produzione di energia elettrica a carbone era valida fino al 2020, ma già negli anni passati la data di chiusura finale era stata indicata dall'Enel come il 2017, tanto che da anni ormai il numero dei dipendenti sta progressivamente calando e quelli andati via non sono più stati rimpiazzati proprio in funzione di questo passaggio. Più recentemente la data di chiusura era stata indicata nel 2017,ma i tempi di fermata son stati ulteriormente anticipati, grazie anche al fatto che il fabbisogno energetico complessivo del paese è calato.

L'altra settimana è arrivata così l‘ultima nave di carbone in porto destinata alla centrale della Lanterna, questa settimana la centrale ha bruciato quel carico e ieri l'impianto si è spento definitivamente. Per una settimana circa resteranno al lavoro gli operai per la ripulitura completa del sito e del bunker, poi fino a fine anno ci saranno gli addetti alla manutenzione, ma la centrale non produrrà più.

Nel frattempo si inizierà a discutere sul dopo. L'edificio della centrale è tutelato come palazzo storico dalla Sovrintendenza delle Belle Arti e non può quindi essere demolito, ma dovrà essere riutilizzato. Come è tutto da stabilire. L'impianto di Genova è inserito, come altri analoghi, in Futur-E, il progetto di Enel mirato a ridare a i siti in cui si trovano 23 centrali termoelettriche arrivate a fino ciclo produttivo un nuovo e diverso utilizzo. Si dovrebbe andare quindi ad un concorso di progetto per sollecitare proposte che abbiano anche una sostenibilità economica. Qualcuno vagheggia che si possa ripercorrere la strada imboccata a Londra dall'ex centrale elettrica di Bankside, trasformata nel 2000 nella Tate Modern, la galleria d'arte più visitata al mondo. Si tratta di una bella suggestione, ma bisogna vedere su si troverà qualcuno disposta a trasformarla in un progetto concreto e fattibile.

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