Ilva, nuovo dossier riaccende l'allarme. Isde: prevenzione primaria è indispensabile
È l'ennesimo dossier su Taranto: prodotto e diffuso pochi giorni fa da PeaceLink, si chiama "Non toccate quelle polveri" e conferma l'emergenza ambientale che persiste nella città pugliese, nonostante la causa, l'acciaieria Ilva, sia ormai nota e denunciata da decenni.
Ci sono tuttavia alcuni nuovi dati: prima di tutto il fatto che solo una parte delle polveri industriali che ricadono su Taranto viene monitorata, mentre altre si depositano a terra e si possono risollevare, soprattutto quando c'è vento.
E proprio nelle giornate ventose aumentano infarti e ictus, perché l'impatto dell'inquinamento non è solo a lungo termine, con un aumento dei tumori. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, intervenendo al congresso dei presidenti degli Ordini dei medici, ha chiesto il loro impegno per "fermare la strage".
Ma secondo Agostino Di Ciaula, referente regionale per la Puglia dell'associazione Isde di medici per l'ambiente, siamo di fronte a un paradosso, perché le responsabilità sono tutte politiche e i medici non si sono mai tirati indietro: «sono anni che lavorano sul problema ambientale e sanitario di Taranto e nel 2013 la Fnomceo ha dedicato a questo un intero convegno».
Di Ciaula riconosce a Emiliano una sensibilità "che altri non hanno avuto", «ma la questione si gioca a livello nazionale e negli ultimi quattro anni ci sono stai ben dieci decreti legge "salva-Ilva", che sono stati scritti in maniera assolutamente indipendente dalla tutela ambientale e sanitaria, privilegiando di fatto la produzione dell'acciaio su qualunque altro diritto, soprattutto quello alla salute; questi decreti sono ora all'attenzione della Corte per i diritti umani di Strasburgo».
Secondo Di Ciaula, si è creato un modello di salute pubblica in cui ci si limita a quantificare periodicamente i danni prodotti dagli inquinanti ambientali, dimenticando completamente qualunque possibilità di prevenzione primaria: «In questo caso non si tratta di fare diagnosi o terapia, ma di prevenzione; occorre rimuovere le cause note degli eccessi di patologie che colpiscono gli abitanti di Taranto, dall'età intrauterina in poi».
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