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01 ottobre 2016

Patrizia Gentiini:Agricoltura avvelenata

Tratto da Comune.info
L’agricoltura industriale è un incubo non soltanto per le conseguenze della nuova mostruosa concentrazione monopolistica (Bayer-Monsanto), ma soprattutto perché ammala e uccide ogni giorno in ogni angolo del mondo. In oltre un terzo degli alimenti che arrivano sulle nostre tavole sono presenti residui di pesticidi. Il solo glifosato, ricorda Patrizia Gentilini (oncologa ed ematologa), rappresenta un quarto del mercato mondiale degli erbicidi ed è il prodotto più venduto in Italia (poco meno due mila tonnellate ogni anno). “Vastissima è la gamma di effetti negativi per la salute…: difetti di nascita, deficit riproduttivi, di sviluppo, alterazioni metaboliche, immunitarie, disturbi neurocomportamentali e tumori ormono-dipendenti. E non bisogna dimenticare che nel 2013 in Francia il Morbo di Parkinson è stato riconosciuto come malattia professionale da esposizione a pesticidi…”.
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Intervista a Patrizia Gentilini, oncologa ed ematologa, di Antonio Guerrini
Il Rapporto Istat 2016 ha indicato che la speranza di vita in Italia per la prima volta è diminuita sia per i maschi che per le femmine. Ci chiediamo quale ruolo possa avere l’agricoltura industriale che fornisce le risorse alimentari primarie alla nutrizione umana e animale, ma che fa un uso sconsiderato di prodotti sanitari finalizzati ad aumentarne la produttività. Ne parliamo con Patrizia Gentilini, oncologa ed ematologa di fama internazionale e membro dell’associazione medici per l’Ambiente Italia (Isde).
Che cosa sono i pesticidi usati in agricoltura e in che modo interferisconocon gli organismi viventi?
Col termine “pesticida” si indicano tutte le sostanze prodotte per contrastare o distruggere forme di vita – animali o vegetali – ritenute dannose per l’uomo, le colture o gli animali domestici. Facendo riferimento ai pesticidi usati in agricoltura intendiamo tutte quelle sostanze che caratterizzano l’agricoltura su base industriale: diserbanti, fungicidi, agenti chimici usati per difendere le colture da insetti, acari, batteri, virus, funghi e per controllare lo sviluppo di piante infestanti. Si tratta per la massima parte di sostanze tossiche, persistenti, bioaccumulabili che hanno un impatto non solo sugli organismi che si vogliono contrastare, ma anche sulle proprietà fisiche e
chimiche dei suoli, sugli interi ecosistemi e sono spesso estremamente nocive per la
salute umana.
Come si viene in contatto con queste sostanze?
Non va trascurata l’esposizione professionale e quella ambientale/residenziale: la prima si realizza durante la produzione, il trasporto, la preparazione e l’applicazione di pesticidi. Per l’esposizione ambientale/residenziale è ampiamente documentato che vivere vicino ai luoghi in cui i pesticidi vengono utilizzati, fabbricati o smaltiti può aumentare in modo significativo l’esposizione umana per inalazione e contatto con aria, acqua e suolo. Di particolare rilievo è anche “l’effetto deriva”: ovvero la dispersione aerea di particelle di miscela di pesticidi che si diffondono nell’ambiente circostante. In presenza di coltivazioni intensive confinanti con residenze private o luoghi pubblici (scuole, asili, parchi ecc.) è possibile quindi la contaminazione della popolazione che vi si trova.
E per quanto riguarda i cibi?
Residui di pesticidi si ritrovano non solo in frutta e vegetali, ma anche in carni, pesce e prodotti lattiero-caseari, grazie al loro bioaccumulo e biomagnificazione nella catena alimentare. La situazione italiana – riportata nei rapporti di Legambiente “Pesticidi nel piatto” – mostra che in Italia il 36% dei campioni di frutta e verdura analizzati presenta residui e che sono in aumento i campioni con multiresiduo: addirittura 9 su un solo campione di uva da tavola. Da questa ampia indagine emerge che in oltre 1/3 degli alimenti che arrivano sulle nostre tavole sono presenti residui multipli di pesticidi e contemporaneamente più sostanze, e anche se ciascuna rimane entro i “limiti di legge” non può certo essere considerata scevra di rischi per la salute.
Quali sono, appunto, gli effetti sulla salute?
I più importanti sono a carico del Sistema Nervoso (specie in via di sviluppo) e quelli conseguenti alla azione di molti di essi come “interferenti endocrini”. Per quanto riguarda l’azione neurotossica i meccanismi con cui si può esplicare  sono molteplici: vi può essere una interferenza con la conduzione neurale in seguito ad alterazione dei canali ionici, una alterazione delle funzioni mitocondriali e altre complicanze gravi con alterazioni della neurotrasmissione colinergica. Per quanto riguarda l’azione di  interferenza endocrina ricordo che questo termine contempla tutte le sostanze che interferiscono con sintesi, secrezione, trasporto, azione, metabolismo o eliminazione degli ormoni. Il meccanismo d’azione presuppone quindi la possibilità di interferire con la capacità delle cellule di comunicare tra loro attraverso gli ormoni e vastissima è la gamma di effetti negativi per la salute che ne conseguono: difetti di nascita, deficit riproduttivi, di sviluppo, alterazioni metaboliche, immunitarie, disturbi neurocomportamentali e tumori ormono-dipendenti. E non bisogna dimenticare che nel 2013 in Francia il Morbo di Parkinson è stato riconosciuto come malattia professionale da esposizione a pesticidi.
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