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25 febbraio 2017

Ilva, migliaia di genitori e bambini in piazza a Taranto .

Tratto da La Stampa

Ilva, migliaia di genitori e bambini in piazza a Taranto.

«Siamo bambini da salvare»
... erano sicuramente diverse migliaia i bambini e i genitori che stamattina a Taranto hanno preso parte a una marcia per opporsi - ancora una volta - alle emissioni inquinanti delle grandi industrie presenti sul territorio (Ilva, Eni, Cementir) e alzare la voce contro l’ipotesi del patteggiamento delle tre società imputate (Ilva, Riva Fire, Riva Forni Elettrici) nel processo «Ambiente svenduto». L’iniziativa, organizzata dalla quasi totalità delle associazioni presenti in riva allo Ionio  è stata presentata con un titolo emblematico: «Giustizia per Taranto». La marcia, priva di connotazioni politiche, è iniziata alle 9, sotto un cielo coperto che nel corso della mattinata ha dato origine anche a piogge a tratti. 


In strada anche gli ambientalisti campani e siciliani  
Nel corteo, partito a pochi metri dall’ospedale Santissima Annunziata e arrivato in piazza della Vittoria, nel pieno centro cittadino, c’erano diverse famiglie coi propri figli. Come documentano le immagini, scattate da Raffaella Trovato, erano tanti i cartelloni emblematici dell’emergenza ambientale che si vive in riva allo Ionio, giunta a un punto di non ritorno. Su alcuni si leggevano queste frasi: «Voglio respirare aria pulita», «Voglio legalità: no al patteggiamento», «Voglio poter aprire le finestre», «Voglio un futuro migliore», «Non voglio respirare gas», «Non voglio ammalarmi», «Ascoltate la nostra voce», «Siamo bambini da salvare».  
A srotolarli tanti bambini, molti dei quali provenienti dal quartiere Tamburi («I figli dei Tamburi chiedono giustizia», lo slogan campeggiante su un altro striscione), situato a ridosso dello stabilimento siderurgico e come tale esposto alle polveri di minerali. .....

Associazioni contrarie al patteggiamento richiesto dalle aziende sotto processo  
«Chiediamo di partecipare alle scelte che riguardano la città e pretendiamo che si investa da subito nella riconversione di Taranto e non in quella delle fabbriche inquinanti», hanno ripetuto a più riprese i promotori della mobilitazione, giunta al traguardo senza particolari intoppi. Il momento storico che si vive in riva allo Ionio, d’altronde, è cruciale. Dopo aver inquinato l’aria, la terra e l’acqua per cinquant’anni, contribuendo a incrementare i numeri di diverse malattie, l’industria siderurgica è rimasta impigliata nelle maglie della giustizia.  
La famiglia Riva è sotto processo per diversi reati: sia a Taranto sia a Milano. Mentre l’Ilva è attualmente gestita dallo Stato, che nei prossimi mesi la venderà a una delle due cordate fattesi avanti: AcciaItalia (Jindal, Cassa Depositi e Prestiti, Arvedi e Del Vecchio) o InvestCo Italy (Arcelor Mittal e Marcegaglia). Di fronte all’ipotesi di patteggiamento avanzata dalle tre aziende coinvolte nel processo «Ambiente svenduto», il gup di Milano Maria Vicedomini s’è opposta: troppo esiguo l’importo di 1,3 miliardi di euro per risarcire Taranto e i suoi cittadini per i danni procurati. .....

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