venerdì 3 novembre 2017
Sanchez Sorondo: dagli accordi di Parigi per l’ambiente la situazione è peggiorata. Al Simposio della Pontificia Accademia delle scienze presente anche il governatore della California.
Dopo il dietro front annunciato da Trump agli Accordi di Parigi, al nuovo appuntamento sull’emergenza clima in Vaticano non è passata inosservata la presenza del governatore della California, Kevin de Leon. «Dalla firma di Parigi per l’impegno a ridurre significativamente le loro emissioni la situazione è oggi peggiorata e il governatore californiano è cosciente della gravità del problema», commenta laconico monsignor Marcelo Sanchez Sorondo durante la breve pausa dei lavori del simposio su 'Salute e cambiamenti climatici: la nostra responsabilità”, in svolgimento da ieri a domani presso la sede della Pontificia Accademia delle scienze.
Il workshop che vede la partecipazione di sessanta esperti provenienti dai vari settori è stato dettato proprio dall’importanza di un’attualizzazione del problema del riscaldamento globale e degli effetti avversi del cambiamento climatico e dell’inquinamento atmosferico sulla salute pubblica.
È urgente focalizzare oggi l’attenzione su come la dipendenza dai combustibili fossili e dalla combustione di biomassa solida siano le maggiori, se non le principali, cause di inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici e di come il riscaldamento globale e l’inquinamento atmosferico incidano e danneggino la salute.
Nel simposio dedicato ad una valutazione dettagliata della salute delle persone e degli ecosistemi, dati alla mano, si è riscontrato che oltre il novanta per cento della popolazione mondiale risulta esposto ad agenti inquinanti, il che significa un continuo rischio di ma-lattie. Il noto scienziato Veerabhadran Ramanathan, docente di Scienze dell’atmosfera presso l’Institution of Oceanographydi Scripps e dell’Università californiana di San Diego, nella sua relazione ha dimostrato come il cambiamento climatico si sia convertito rapidamente in minaccia alla nostra salute e a quella di tutti gli esseri viventi. L’Organizzazione mondiale della Sanità informa che ogni anno sono circa 12,6 milioni le morti attribuibili all’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, alle esposizioni chimiche, ai cambiamenti climatici e alle radiazioni ultraviolette.
L’Oms ricorda anche che almeno 3 milioni di bambini di età inferiore a cinque anni muoiono ogni anno causa di malattie correlate all’inquinamento. Tra gli interventi degli esperti di medicina e salute pubblica spicca anche l’attenzione sul traffico aereo. Nella sua relazione la dottoressa Antonella Litta, referente nazionale dell’Associazione medici per l’ambiente-Isde (International Society of Doctors for the Environment) ha affermato che purtroppo il trasporto aereo viene raramente incluso tra i settori sui quali intervenire per ridurre l’inquinamento atmosferico e contrastare il cambiamento climatico, quando invece sarebbe giusto e necessario includere azioni e interventi di riduzione e razionalizzazione del trasporto aereo nei piani di miglioramento della qualità dell’aria.
Le emissioni prodotte dai motori degli aerei, alimentati con una una miscela composta da diversi tipi di idrocarburi, sono generalmente simili per composizione a quelle generate dalla combustione di altri carburanti fossili, ma contribuiscono fortemente all’effetto serra perché sono rilasciate direttamente nell’atmosfera, nella parte più alta della troposfera e in quella più bassa della stratosfera, e per questo risultano ancora più dannose per il clima. La letteratura scientifica e gli studi sull’impatto ambientale e sui danni alla salute derivanti dal trasporto aereo sono disponibili ormai da diversi decenni e, in larga misura, evidenziano la sinergia tra gli effetti generati dall’inquinamento dell’aria e di conseguenza sulla salute umana.