COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

17 luglio 2018

er una vera economia circolare


Tratto da Il Cambiamento

SBLOCCAITALIA GAMEOVER: contro gli inceneritori, per una vera economia circolare


L'economia circolare come "scusa" per far rientrare dalla finestra gli inceneritori? 

È il "sospetto" del Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare che ha 

avviato una mobilitazione per scongiurare questo escamotage.

#SBLOCCAITALIAGAMEOVER: contro gli inceneritori, per una vera economia circolare
«Produzione, consumo, recupero e smaltimento: questi gli elementi alla base del 
processo di produzione all'interno del paradigma economico in cui siamo immersi.
 Un sistema che, di fronte alla continua crescita della domanda di risorse e ai costi,
 economici e ambientali, mostra chiaramente la sua inadeguatezza»: a dirlo è il 
Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare, che ha avviato una 
mobilitazione per dire un no secco alla politica dell'incenerimento dei rifiuti e 
soprattutto per evitare che proprio l'incenerimento sia fatto passare per "pratica 
viruosa" travestendolo da "economia circolare" dei rifiuti.
«Occorre rimettere in equilibrio il sistema di produzione e consumo attuale con la
 disponibilità delle risorse e con la tutela dell’ambiente naturale, attraverso la nuova
 visione di un Economia Circolare vera - dicono i promotori - Un nuovo modello in 
cui la produzione e gestione di scarti venga progettata per evitare di produrre rifiuti 
non riciclabili, in cui la generazione e distribuzione di energia avvenga da sole fonti
 rinnovabili e in cui la dimensione locale trovi valorizzazione. Alcuni segnali
 incoraggianti sono arrivati dall’Unione Europea, con l’adozione di un pacchetto di
 misure sull'economia circolare e con l’approvazione delle quattro recenti Direttive 
Europee del 30 maggio. Queste stabiliscono una gerarchia dei rifiuti che dà priorità
 alla riduzione, al riuso, al riciclo ed al recupero di materia , evidenziando come
queste modalità di corretta gestione dei rifiuti non siano più una battaglia di pochi
 ma un obiettivo concreto delle istituzioni europee. Purtroppo però non sempre le
 istituzioni nazionali sembrano recepire e sostenere in maniera forte e coerente 
questa transizione, come avvenuto nel 2014 in Italia con il cosiddetto decreto
 Sblocca Italia che, con l’art 35, si pone in aperto contrasto con questo processo
 dando priorità all’incenerimento dei rifiuti».


CONTRADDIZIONI E RISCHI ART.35 SBLOCCA ITALIA
«Nato con l’alibi di evitare le procedure di infrazione della Ue in merito al massiccio
 ricorso alle discariche, l’articolo 35 risulta pieno di contraddizioni - spiegano dal
 Movimento - Costruire nuovi inceneritori ed aumentare il carico termico di
 quelli esistenti, il tutto senza effettuare una valutazione ambientale strategica
 (VAS), significa aumentare in modo massiccio le emissioni in atmosfera di
 polveri sottili contenenti sostanze tossiche e cancerogene . Ma significa
 anche puntare su un modello industriale speculativo,  rafforzando il monopolio di
 quattro grandi società multi-utility italiane che fanno profitti attraverso gli incentivi 
pubblici inseriti nella bolletta elettrica, tralasciando e addirittura ostacolando quello 
che è il punto focale del nuovo paradigma europeo dell’economia circolare, ossia
 il recupero di materia attraverso pratiche come il riciclo e il riutilizzo. Sono ben 8 i
 nuovi impianti di icenerimento previsti, tutti nel Centro Sud e per circa 1,8 milioni 
di tonnellate annue di rifiuti da bruciare, senza considerare il potenziamento dei 40
 impianti esistenti, localizzati soprattutto nel Nord, corrispondente ad un altro
 milione di tonnellate annue di rifiuti da incenerire».
«Queste “previsioni nazionali impiantistiche” vengono addirittura definite 
“infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale", senza
 riconoscere un ruolo simile agli impianti volti al trattamento dei rifiuti ai fini di riciclo
 e riuso. Recenti indagini scientifiche di enti pubblici hanno oramai dimostrato il 
nesso diretto tra l’immissione in atmosfera di polveri ultrasottili contenenti sostanze
 tossiche che si accumulano nella catena alimentare, e l’aumento vertiginoso di
 malattie cancerogene e danni al patrimonio genetico,  in particolare nei bambini 
delle comunità che vivono nel raggio di venti chilometri da questi impianti. 
Sarebbe però una grande leggerezza ridurre la pericolosità degli inceneritori solo
 alle comunità che vivono in prossimità di inceneritori di rifiuti, essendo dimostrato
 che i venti favoriscono la diffusione di queste particelle ultrasottili a centinaia di 
chilometri di distanza dagli  impianti stessi, trasportando molecole di diossine e 
metalli pesanti, particolarmente dannose per la salute umana                                                                                
 Sono queste le  ragioni che ci hanno spinto a ricorrere contro il decreto attuativo 

dell’articolo in questione e a perseverare in questa battaglia legale fino all’ordinanza

 del TAR del Lazio del 24 aprile che, finalmente, ha riconosciuto la validità delle
 nostre istanze consegnando a noi, e alla cittadinanza tutta, una grande
 vittoria».Continua qui

Nessun commento: