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01 ottobre 2018

Giammarco Surico: Ignorare l’effetto sulla salute delle esposizioni ambientali sarebbe come non vedere un elefante nella propria sala da pranzo”.

Tratto da Leccesette

L'aria che respiriamo sul banco degli imputati, Surico: "Tumori in aumento per questo fattore"                        lunedì 1 ottobre 2018

Giammarco Surico, Direttore del Dipartimento Oncologico Regionale, ci ricorda che l’inquinamento atmosferico ha causato 7 milioni di morti nel mondo: quest’anno si è registrata un’impennata di tumori, al sud più alta la mortalità.
Elemento essenziale della prevenzione oncologica è la qualità dell’aria che respiriamo. Gli oncologi ce lo hanno spiegato più volte. Se in campagna respiriamo l’amianto consumato e abbandonato o, in città, le rovine di una vecchia fabbrica costruita con l’eternit attentano alla nostra salute, i corretti stili di vita non ci salveranno. Se respiriamo fumi tossici delle fabbriche, se il PM10 schizza a livelli insostenibili a causa del traffico e i miasmi di qualche discarica, dove i rifiuti non vengono trattati come si deve, ammantano le nostre vite, stiamo correndo un grave rischio oncologico. Dunque, la prevenzione primaria non può limitarsi a un corretto stile di vita e all’astensione dal fumo. Una voce autorevole come quella del dottor Giammarco Surico, direttore del Dipartimento Oncologico Regionale, mette sul banco degli imputati la qualità dell’aria: “Non sono soltanto gli stili di vita – come la diffusione del fumo di sigaretta, il consumo di alcol e la sedentarietà – ad attentare alla salute dei salentini o dei pugliesi. Sarebbe limitante fermarsi a considerare solo questo pur importante aspetto additandolo come spiegazione delle patologie, oncologiche e non, che affliggono la nostra popolazione.  Certo gli stili di vita sono importanti ma costituiscono solo una parte del problema, analogamente a come la questione lavorativa non esaurisce l’intera problematica dell’ILVA a Taranto o della centrale a carbone di Brindisi - Cerano. Ignorare l’effetto sulla salute delle esposizioni ambientali sarebbe come non vedere un elefante nella propria sala da pranzo”.

PREVENZIONE ONCOLOGICA, NON SOLO FUMO E STILI DI VITA: PER QUESTO LA PUGLIA ADERISCE ALLA CAMPAGNA “BREATHLIFE” DELL’OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha accertato che l’inquinamento atmosferico causa circa 7 milioni di morti all’anno in tutto il mondo ed è direttamente responsabile del 36% delle morti per tumore polmonare, del 34% dei decessi per ictus cerebrale e del 27% di quelli che avvengono per infarto del miocardio, oltre che di malattie polmonari croniche ed asma. ....... Proprio per identificare le cause di questi eccessi di incidenza e mortalità per cancro al polmone la Regione Puglia con il Dipartimento di Prevenzione della ASL Lecce e il CNR-IFC di Pisa stanno portando a conclusione in queste settimane un grande studio epidemiologico caso-controllo - lo studio PROTOS che mi ha visto coinvolto in veste di direttore dell’oncologia del Fazzi - da cui ci si attendono delle prime risposte circa l’impatto di stili di vita ed esposizioni professionali o ambientali sulla salute della popolazione, anche al fine di realizzare adeguati interventi di prevenzione.

Non c’è quindi nessun dubbio, secondo l’OMS, che una quota pari ad almeno un terzo dei tumori riconosca chiare cause da esposizioni ambientali. D’altra parte, sono ben 111 le sostanze chimiche classificate come cancerogene certe per l’uomo (Classe IARC 1) dalla Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (IARC con sede a Lione) - tra cui le famigerate polveri sottili, le diossine e i metalli pesanti - a cui si aggiungono i 234 fattori inclusi nella classe IARC 2 ovvero i cancerogeni probabili per l’uomo, inclusi molti interferenti endocrini, nei confronti dei quali dovrebbe comunque essere applicato il principio di precauzione”.

ALLARME ONCOLOGICO, PREVENZIONE PRIMARIA E SECONDARIA
Se si guardasse in maniera positiva alle evidenze scientifiche, il fatto che la maggioranza delle patologie, in particolare oncologiche, riconosca cause legate agli stili di vita e alle esposizioni ambientali potrebbe di per sé rappresentare anche una buona notizia in quanto si tratta di situazioni su cui il singolo e la società possono intervenire - personalmente e attraverso iniziative legislative - per ridurne l’impatto sulla salute in termini di vera prevenzione primaria oncologica e cioè fare in modo che non si ammalino le persone......

L’INTERVISTA AL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO ONCOLOGIA REGIONALE, GIAMMARCO SURICO
Dottore, lei ha messo sul banco degli imputati l’aria che respiriamo nel Salento. I nemici invisibili sono sempre i più subdoli.
“Anche il Cnr ha dimostrato con uno studio che per il 70 per cento dell’anno spirano venti di tramontana che spingono i fumi dell’Ilva e di Cerano fino a Lecce. Stiamo studiando attualmente particelle di polveri sottili per capirne la provenienza (Ilva o Cerano): queste sono un enorme problema per la nostra salute. ....

La correlazione tra area inquinata e aumento dei tumori è scientificamente provata?
“Assolutamente sì. Aria inquinata significa aumento delle polveri sottili, aumento della diossina e degli idrocarburi policiclici, che hanno un duplice effetto: mutageno, perché trasformano il DNA, o meccanismi di mutazione indiretta, come fa la diossina. In alcune aree, come quella di Taranto, oggi riscontriamo gli effetti dell’inquinamento da diossina degli anni passati: si verificano mutazioni genetiche”.

Dunque, gli stili di vita non bastano...
“Gli stili di vita sono un punto fondamentale nella lotta al cancro e contro le malattie cardiovascolari (che sono la prima causa di mortalità: dopo c’è il cancro). Quindi, la lotta all’obesità, fumo, sedentarietà, invito a seguire la dieta mediterranea va benissimo, ma senza l’aria pulita tutti gli sforzi sono inutili. L’ambiente contaminato rende vano qualsiasi stile di vita”.

I dati lo confermano, vero?
“I dati ci offrono un’equazione chiara: al maggior inquinamento corrispondono più tumori. È vero che se guardiamo i dati sull’incidenza dei tumori quest’anno riscontriamo un incremento in tutta l’Italia: superiore al nord rispetto al sud. Ma nel meridione la differenza è che si muore di più. Abbiamo la maglia nera perché non si adottano stili di vita adeguati e non si fa di più per l’ambiente. L’OMS oltre alla lotta al fumo ha intrapreso una lotta importantissima contro l’inquinamento ambientale: le due cose devono andare di pari passo, altrimenti è tutto inutile”....

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