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10 dicembre 2018

WWF Italia-Clima: stress test per la Ue sui sussidi alle centrali a carbone

Tratto da La Stampa 

Clima: stress test per la Ue sui sussidi alle centrali a carbone

Maria Grazia Midulla responsabile Clima ed Energia del WWF Italia
L’Europa deve riuscire a scrollarsi di dosso almeno il peggior combustibile fossile su piazza, vero killer per clima e salute, il carbone. Sarà un vero e proprio “stress test”, nei fatti, l’esito dei negoziati che si terranno domani tra Consiglio europeo, Parlamento e Commissione
Mentre a Katowice la COP24 cerca di dare risposte alle crescenti preoccupazioni della popolazione mondiale per le conseguenze del cambiamento climatico, l’Europa deve riuscire a scrollarsi di dosso almeno il peggior combustibile fossile su piazza, vero killer per clima e salute, il carbone. Sarà un vero e proprio “stress test”, nei fatti, l’esito dei negoziati che si terranno domani tra Consiglio europeo, Parlamento e Commissione (il cosiddetto trilogo) per finalizzare la legislazione sul mercato dell’elettricità nella UE per il prossimo decennio. Alcuni governi, infatti, vorrebbero poter sussidiare le centrali a carbone attraverso i cosiddetti meccanismi di capacità, vale a dire la remunerazione delle centrali per garantirne la disponibilità a produrre energia elettrica.  
Tra i governi fortemente coinvolti, c’è quello polacco, con 9,6 GW di nuove centrali a carbone pianificate o in costruzione: avete capito bene, è lo stesso governo che in questo momento ha la Presidenza, vale a dire la responsabilità, della COP24. Tra i Governi che dovrebbero far sentire la propria contrarietà, invece, c’è quello italiano, che però ci dicono attualmente sia silenzioso. WWF, Greenpeace e Legambiente si sono rivolti al Sottosegretario allo Sviluppo Economico, con delega all’Energia, Davide Crippa, per chiedere di prendere una posizione chiara e netta. “Consentire ai meccanismi di capacità di continuare a sovvenzionare le centrali a carbone sarebbe una chiara contraddizione degli impegni internazionali sul clima assunti dall’UE e comprometterebbe gravemente la posizione dell'UE alla COP24”, dicono le tre associazioni. E sarebbe in contraddizione anche con l’appartenenza dell’Italia all’Alleanza dei Paesi che vogliono archiviare il carbone, nonché con l’obiettivo dichiarato di chiudere con il carbone in Italia almeno entro il 2025, se non prima. 
C’è da dire che, in Europa, i nuovi ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico su molte questioni riguardanti il clima si sono alleati con i Paesi avanzati che vogliono accelerare l’azione climatica, e questo lo abbiamo apprezzato: a maggior ragione, quindi, occorre coerenza domani, quando si parlerà di carbone. Il senso dell’Emission Perfomance Standard, infatti, è quello di dettare un limite alle emissioni di CO2 delle centrali (550g per chilowattora) prevedendo criteri ambientali nella scelta delle centrali da remunerare/sussidiare. Il WWF, nelle proposte per il Piano Energia Clima, ha chiesto che lo stesso limite venga usato per mettere fuori produzione, alias far chiudere, le centrali inquinanti. Che addirittura tali centrali, inefficienti e nocive, vengano invece incluse nei meccanismi di capacità sarebbe davvero troppo, un insulto alla battaglia per il clima.  
Tanto più che il senso della direttiva che rivede i meccanismi del mercato elettrico è quella di facilitare l'integrazione di quote sempre più elevate di energia rinnovabile e favorire la decarbonizzazione: e non c’è fonte fossile che emetta più carbonio del carbone. In Polonia, una delle scritte che campeggiano nelle sale dove si ritrovano i negoziatori ricorda l’esigenza di una “Transizione Giusta”. Ma transizione giusta non vuol dire affatto continuare a sovvenzionare i combustibili fossili, anzi il peggiore dei combustibili fossili; i soldi dei consumatori, invece, dovrebbero servire ad attenuare l’impatto sociale della decarbonizzazione, in altre parole a trovare un diverso impiego per chi lavora nei settori obsoleti, per riqualificarlo, per gli ammortizzatori sociali. Sicuramente usare le tariffe per finanziare i combustibili fossili, e addirittura anche il carbone, non è quello che i consumatori vogliono e si aspettano: e contare sul fatto che non lo sappiano non credo sarà una strada molto promettente per i Governi europei che invece dovrebbero puntare a recuperare credibilità e leadership. 

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