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21 gennaio 2019

Il tema complesso dei nessi di causazione tra inquinamento industriale e diffusione di patologie (Vineis, 1990) si arricchisce del punto di vista dell’antropologo Andrea Ravenda. (Carbone. Inquinamento industriale, salute e politica a Brindisi, Meltemi Ed. Milano, € 18)
Ravenda, docente presso l’università di Perugia, è brindisino di origine e proprio nella città natale ha condotto una ricerca etnografica con l’obiettivo di esplorare le reti di causazione nel rapporto inquinamento industriale-malattia all’interno di rapporti di forza, ovvero di processi “dominati dalle contese tra i movimenti per la giustizia ambientale e la salute pubblica, le istituzioni locali, e le compagnie energetiche ed industriali”.
Il libro ha diversi meriti. Uno di questi è la possibilità che offre di riflettere su aspetti dell’esperienza brindisina, comuni ad altre realtà nazionali, e su caratteristiche che invece rendono unica tale esperienza.
...........Basta studiare scientificamente i fenomeni?
Una domanda emerge: cosa hanno prodotto in termini pratici questi avanzamenti di conoscenza e quali iniziative istituzionali impongono (Salute Pubblica, 2017)?
Come classicamente accade in situazioni simili in tutto il mondo (Savitz, 2016), la richiesta di una indagine epidemiologica ha permesso a istituzioni ed aziende di guadagnare tempo. D’altra parte, l’indagine ha prodotto nuove evidenze scientifiche spendibili sui tavoli decisori e una sempre crescente consapevolezza della possibile esistenza di nessi di causazione.
Inoltre, l’indagine “istituzionale” ha tolto alle aziende energetiche e petrolchimiche ed a molti attori istituzionali l’argomento per cui le evidenze fino ad allora prodotte fossero per lo più di parte, o frutto di ricerca militante o svolte con dati non certificati.
Infine, quello che emerge con forza dalla ricerca di Ravenda è che il riconoscimento dei nessi di causazione non spetto solo alla ristretta cerchia dei tecnici[3]. Anzi, a parere dell’antropologo, i nessi di causazione si negoziano e si producono dal confronto di forze su campi non solo scientifici ma, per esempio, anche giuridici. Confronti in cui il dato tecnico-sanitario, con la sua centralità, innesca “frizioni e fratture” che riguardano “la storia dei territori e la produzione della memoria sul passato pre- o post-industriale fino a toccare le intimità dei rapporti tra le persone e tra questi e i luoghi che abitano Qui l‘articolo integrale http://www.salutepubblica.net/a-margine-di-carbone-inquinamento-salute-e-politica-a-brindisi/
Emilio Gianicolo

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