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08 febbraio 2019

Tratto da Il Fatto Quotidiano

Ilva, sull’immunità penale dovrà pronunciarsi la Consulta. Ora tutto torna in gioco

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La questione dell’immunità penale ai gestori Ilva adesso passa alla Corte Costituzionale. Il gip del Tribunale di Taranto, Benedetto Ruberto – è notizia di queste ore – ha trasmesso gli atti alla Consulta. La recente sentenza della Cedu (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) di condanna all’Italia è stata probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un vaso pieno di esposti e denunce che rimanevano nel cassetto della Procura e che rischiavano di andare archiviati.
Nei cassetti della Procura, infatti, giacevano le segnalazioni fatte dai custodi giudiziari Ilva e oltre quaranta esposti presentati da associazioni ambientaliste, fra cui PeaceLink. Prima il Pd (creando l’immunità) e poi il M5s (mantenendola) avevano deciso di mettere un tappo sulla bocca del vulcano che stava per esplodere. Speravano che sull’Ilva prevalesse la ragion di Stato, anche perché Arcelor Mittal aveva chiarito al ministro Di Maio che senza immunità non avrebbe preso lo stabilimento.
Ma adesso tutto ritorna in gioco, ragion di Stato compresa.
La Procura a Taranto aveva ormai rinunciato a indagare i gestori dell’Ilva facendo specifico riferimento al decreto salva-Ilva del 5 gennaio 2015 sulla immunità penale per tutta la durata del piano ambientale (prorogato recentemente fino al 2023). La Procura faceva riferimento alla “esimente prevista dal decreto del governo Renzi del gennaio 2015” secondo cui “le condotte poste in essere in attuazione del predetto piano non possono dare luogo a responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario o dei soggetti da questo funzionalmente delegati”.
Ma tale rinuncia all’azione penale avrebbe leso tutte le associazioni ambientaliste che, in quanto enti esponenziali, sono potenzialmente portatrici di un interesse leso. Associazioni molto attive a presentare esposti sull’Ilva.
Vediamo adesso quali sono le ragioni per cui l’immunità penale è in evidente contrasto con la Costituzione.
Ai gestori dell’Ilva viene, infatti, garantito per legge un trattamento di riguardo che in nessuna parte del mondo è riservato a un gestore di impianti potenzialmente inquinanti.
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