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30 settembre 2019

Fan Page /La mappa delle “bombe ecologiche”: oltre sei milioni di italiani in pericolo

Tratto da Fan Page
La mappa delle “bombe ecologiche”: oltre sei milioni di italiani in pericolo

In Italia, quasi 6 milioni di persone vivono in aree contaminate classificate come pericolose. Da Nord a Sud tutte le regione (eccetto il Molise) hanno almeno una potenziale “bomba ecologica”. Sono i Siti di interesse nazionale (Sin), territori da bonificare per evitare danni ambientali e sanitari. Un recente studio ne ha analizzati 45 e il risultato è allarmante: un eccesso di tumori, ospedalizzazioni e malformazioni congenite. Negli ultimi 20 anni sono stati spesi miliardi di soldi pubblici, ma i risultati sono stati alquanto modesti.

Lo studio, a cui hanno collaborato decine di ricercatori ed esperti, ha preso in considerazione 45 siti che dovrebbero essere sottoposti a bonifica. Aree che includono 319 comuni italiani e una popolazione di 5,9 milioni di persone (secondo il censimento del 2011). Ogni regione ha almeno un’area inquinata, ad eccezione del Molise. Nella particolare mappa delle “bombe ecologiche” italiane, spiccano la Campania, dove a farla da padrone è la Terra dei Fuochi, e il Sulcis-Iglesiente-Guspinese, aree industriali inquinate nel sud della Sardegna. Il quadro generale che emerge dalla ricerca è a dir poco drammatico. Il tasso di mortalità, rilevato in un arco temporale di cinque anni (2006-2013), dimostra un eccesso di 5.267 morti nella popolazione maschile e di 6.725 decessi in quella femminile. Numeri implacabili che sono un campanello d’allarme che non può più essere sottovalutato. I dati – precisa lo studio – sono stati calcolati utilizzando come riferimento i tassi di mortalità, di ospedalizzazione e di incidenza tumorale delle regioni in cui sono presenti questi eco-mostri.

Gli effetti della contaminazione di aria, terra e acqua


 In foto :Il petrolchimico di Porto Marghera a due passi da Venezia. Per i lavori di bonifica sono necessari altri 250 milioni di euro

L'inquinamento può derivare da prodotti di scarto delle lavorazioni della chimica e del trattamento dei metalli. Come accade a Porto Marghera, a pochi passi da Venezia, dove le conseguenze per la salute di oltre 260mila abitanti sono terribili. In uno dei siti industriali più estesi ed importanti del territorio nazionale – evidenzia la ricerca – la mortalità è in eccesso, così come sono oltre i limiti, in uomini e donne, i tumori di colon retto, polmone e il mesotelioma della pleura (la sottile membrana che riveste i polmoni, ndr).

Ci si ammala anche per gli scarichi che finiscono nei fiumi, come nel caso del basso bacino del fiume Chienti, che interessa cinque comuni e quasi 100mila persone nelle Marche. In quest’area, SENTIERI ha osservato eccessi nella mortalità e nelle malattie circolatorie. Per le donne, in particolare, sono in dismisura le patologie dell’apparato digerente, mentre negli uomini dell’apparato urinario. Oppure a Biancavilla, in provincia di Catania, dove la presenza di fluoro-edenite, una particella killer simile all'amianto, ha provocato negli ultimi anni 53 decessi per tumore alla pleura. Un numero cinque volte maggiore rispetto alla media nazionale.

Patologie che non risparmiano neppure i più piccoli. Nei 45 siti contaminati oggetto della ricerca, per quanto riguarda l’incidenza dei tumori nella fascia d’età compresa tra 0 e 24 anni, sono stati diagnosticati 666 nuovi casi, pari a un eccesso del 9%. Sarcomi dei tessuti molli (nei bambini), leucemie mieloidi acute (una malattia che si sviluppa a partire dal midollo osseo e che progredisce velocemente), linfomi non Hodgkin e tumori del testicolo, per quanto riguarda giovani adulti.

L’inquinamento ambientale: un danno da miliardi di euro
in foto: Il fumo di un impianto di incenerimento dei rifiuti a Saint–Ouen, alla periferia di Parigi (Gettyimages)

Il danno ambientale è ingentissimo, anche in termini economici. Secondo le stime fornite dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, il pregiudizio causato dalle emissioni di 14mila impianti industriali più inquinanti nel continente, oscilla tra 329 e 1.053 miliardi di euro nel quinquennio 2008-2012. “In Europa – scrivono gli autori di SENTIERI – le attività industriali hanno lasciato un'eredità di migliaia di aree contaminate da sostanze chimiche tossiche tali da costituire una minaccia attuale o potenziale per la salute delle popolazioni residenti, tra cui i soggetti più vulnerabili quali i bambini”.  Sebbene il contenimento delle emissioni industriali sia migliorato negli ultimi decenni – riconosce lo studio – il settore industriale è comunque responsabile di quantità significative di inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo, nonché della produzione di rifiuti. Insomma, bisogna agire, senza più indugi. A dimostrarlo, ancora una volta, sono i numeri: in ambito europeo, sono oltre 340mila i siti contaminati, dei quali solo il 15% sottoposto a interventi di risanamento ambientale. In Italia, l'Ispra (l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ne ha individuati più di 12mila potenzialmente inquinanti, distribuiti su tutto il territorio italiano. Di questi, 58 sono definiti come gravemente inquinati e a elevato rischio sanitario..Continua su Fan Page

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