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17 settembre 2019

Tirreno Power, continua il processo:ascoltato l'ingegnere di Arpal Massimiliano Pescetto

Tratto da Savona News

Tirreno Power, continua il processo: ascoltato l'ingegnere di Arpal: "Lo Sme a camino non era calibrato"

Confermato anche un superamento delle emissioni

Prosegue il processo di Tirreno Power. Questa mattina, dopo essere stati ascoltati nelle precedenti udienze l'ex sindaco di Quiliano dal 2009 al 2019 Alberto Ferrando è proseguito il controesame, dopo la sospensione di luglio dell'ex primo cittadino di Vado dal 2009 al 2019 Attilio Caviglia. 
"Continuavamo a non avere risposte a quelle che erano le domande fondamentali, su come riuscire a monitorare la situazione. Siamo stati ascoltati dal dottor Granero 4-5 volte e ci ha detto che non avremo potuto chiudere la centrale. Quella rete di monitoraggio doveva essere modificata, soprattutto per il posizionamento, abbiamo effettuato una richiesta alla Regione sull'ampliamento delle centraline" spiega l'ex sindaco Caviglia.

Il perito nominato ha depositato la relazione e successivamente il testo prescelto, l'ingegnere chimico Massimiliano Pescetto collaboratore tecnico di Arpal dal 2002 e ufficiale di polizia giudiziaria dal 2012, su domande del pubblico ministero Chiara Venturi ha esposto una cronistoria delle ispezioni svolte partendo dal 4 marzo 2013 dove insieme ai carabinieri del Noe, ha effettuato una raccolta dati sul monitoraggio dell'aria facendo un confronto ante e post sequestro sui gruppi VL3 e VL4. 
"Nel primo accertamento del novembre del 2013, Arpal a supporto di Ispra, ha avuto accesso al sito con l'intento di un ispezione ordinaria nel rispetto delle prescrizione dell'Aia. Abbiamo verificato che era presente un mancato rispetto dello Sme a camino(il quale serve per monitorare di continuo le emissioni) che ha asservito al gruppo a carbone del VL3 e VL4 e non era calibrato, rispondente alle prescrizioni. In sede di ispezione tutto ciò è stato evidenziato a Tirreno. Non vi erano superamenti nelle polveri e nel monitoraggio" spiega l'ingegner Pescetto.
"Il superamento delle emissioni è stato rilevato l'11 febbraio del 2013 nel gruppo VL4, nel gennaio 2014 c'era l'assenza del campionamento Sme, non esisteva, abbiamo acquisito gli auto controlli dell'azienda ed era presente un superamento di due scarichi, era stato utilizzato un olio combustibile non congruo alla prescrizione dell'AIA perchè era più pesante ed era stoccato in un unico serbatoio, con valori superiori di zolfo superiori allo 0.3%, praticamente sull'0.7% poi successivamente ritornate allo 0.2%".
Arpal su richiesta della Regione Liguria ha acquisito dati fino al settembre 2014 (effettuate nel periodo da aprile fino a luglio di quell'anno) sulla qualità dell'aria post spegnimento e poi successivamente nel maggio del 2016: "Il tempo era molto breve e si presentavano altre criticità legate alla qualità dell'aria ambiente ma i valori erano scesi. Nel 2016 abbiamo fatto considerazioni basate di anno in anno ( da aprile 2011 a aprile 2016)".

"Il teste ha confermato l'impostazione dell'accusa, sia in relazione alle diverse violazioni che sono state riscontrate nel corso degli anni, sull'emissione delle polveri, alla presenza di cromo oltre ai limiti indicati dall'Aia e in relazione alla totale insufficienza della rete di monitoraggio sia pubblica che privata, cioè quella gestita da Tirreno Power senza alcuna validazione da parte degli organi pubblici di controllo. Un altro tassello importante nella costruzione della pubblica accusa, siamo a buon punto nell'accertamento della verità" spiega l'avvocato di Uniti per la Salute Matteo Ceruti.

Dopo le domande dell'avvocato Ceruti e della difesa di Tirreno Power il processo proseguirà il prossimo 1 ottobre.

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