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16 gennaio 2020

Con l'inquinamento aumentano le malattie cardiocircolatorie....

Tratto da La Repubblica
Smog, con l'inquinamento aumentano le malattie cardiocircolatorie

Il particolato, in particolare quello più fine, causa tumori, patologie respiratorie e soprattutto cardiovascolari. E i limiti Ue sono ancora troppo elevati. L'allarme dei ricercatori italiani: più infarti e ictus

LO SMOG fa male, non è una novità. Ma i pericoli sono maggiori del previsto: le ricerche più recenti indicano infatti che l’inquinamento atmosfericopotrebbero uccidere quasi nove milioni di persone ogni anno in tutto il mondo. Un costo in vite  due volte superiore a quanto stimato in precedenza e dovuto in prima istanza a disturbi cardiovascolari, prima causa di morte e disabilità legata alle polveri sottili presenti nell’aria delle grandi città. A confermarlo è una recente analisi pubblicata su Hematologica da tre esperti italiani, che fa il punto sugli effetti che ha l’inquinamento atmosferico sulla salute umana, sottolineando un altro problema più che mai attuale in questi giorni in cui lo smog assedia quasi tutte le grandi città della penisola: i limiti europei per la concentrazione di polveri sottili nell’aria sono insufficienti per proteggere la salute dei cittadini.

 Particolato, un nemico per la salute
Nell’aria sono presenti moltissime sostanze potenzialmente tossiche. E di queste il particolato è sicuramente una delle più pericolose e diffuse, tanto da essere ormai considerato un indicatore fondamentale per valutare la salubrità dell’aria. Più sono piccole queste particelle, maggiori i rischi per la salute, perché le dimensioni ridotte permettono di arriva più in profondità nell’organismo: il Pm 2,5, cioè le particelle con dimensioni medie pari a 2,5 micrometri (o milionesimi di metro), sono per questo tra le più pericolose, perché riescono a insinuarsi in profondità negli alveoli polmonari, e a raggiungere addirittura il flusso sanguigno. Secondo l’Oms ogni anno i livelli eccessivi di Pm 2,5 provocano nel mondo circa 4 milioni di morti evitabili, legate principalmente a disturbi cardiovascolari. E secondo alcune ricerche più recenti, si tratta di un dato che sottostima fortemente il problema.

“Diversi lavori usciti negli ultimi due anni hanno rivisto al rialzo il numero di decessi causati dall’inquinamento atmosferico, arrivando a raddoppiare le stime precedenti dell’Oms”, spiega Pier Mannuccio Mannucci, professore di Medicina interna dell’università di Milano e uno dei tre autori della nuova ricerca. “Anche in Europa le morti attribuibili agli effetti dell’inquinamento sarebbero quasi il doppio di quanto ritenuto in precedenza. E non si tratta solamente di persone indebolite da malattie o dall’età. Quel che emerge ormai con chiarezza è che l’aria inquinata è causa di molte gravi patologie: tumori e problemi delle vie respiratorie, come è facile aspettarsi, ma anche, e soprattutto, malattie dell’apparato cardiocircolatorio, come infarti e ictus”.

Rischi a breve e a lungo termine

Lo smog è quindi un nemico insidioso, capace di nuocere alla salute sia nel breve che nel lungo periodo. Dati americani rivelano ad esempio che per ogni 10 microgrammi per metro cubo di particolato in più presente nell’aria in un dato giorno, in quello seguente la mortalità generale aumenta dello 0,68%. Mentre ricerche simili svolte in Europa e in Italia parlano di uno 0,78% di mortalità in più per ogni aumento di 10 microgrammi per metro cubo. Al contempo, l’esposizione cronica all’aria inquinata è altrettanto, se non più, pericolosa per la salute. Uno studio del 2015 ha analizzato quanto impatta il particolato sulla mortalità generale nelle più popolose nazioni europee, stabilendo che per ogni 100mila abitanti in Germania si registrano ogni anno ben 154 morti premature causate dall’esposizione a livelli eccessivi di Pm 2,5, in Polonia 150 e in Italia, terza in questa triste classifica, ben 136.

Anche sui meccanismi per cui le polveri fini compromettono la salute cardiovascolare, ormai, non rimangono molti dubbi. “Queste particelle sono come spugne, che si impregnano di sostanze dannose, in particolare metalli tossici come il nichel o il cromo, e li trasportano nell’organismo, dove attivano il sistema infiammatorio”, spiega Mannucci. “Arrivate negli organi, e in particolare nel sangue, le polveri provocano quindi stress ossidativo e ipercoagulazione, aumentando le probabilità di infarti ed ictus, e la frequenza di aritmie cardiache”. I pericoli – sottolinea l’esperto – riguardano un po’ tutti, ma sono ancor più gravi per le categorie a rischio: anziani, malati, donne incinte e bambini. Continua qui

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