Così l’emergenza coronavirus ha fatto crollare lo smog nelle nostre città
I numeri parlano chiaro: il blocco (praticamente totale) delle città dovuto al decreto del governo sull’emergenza coronavirus ha ridotto in modo drastico l’inquinamento nelle grandi città. Un fenomeno, come noto, che si è registrato in scala anche maggiore da qualche settimana in tutta la Cina
I numeri parlano chiaro: il blocco (praticamente totale) delle città dovuto al decreto del governo sull’emergenza coronavirus ha ridotto in modo drastico l’inquinamento nelle grandi città. Un fenomeno, come noto, che si è registrato in scala anche maggiore da qualche settimana in tutta la Cina.
La riduzione dell’attività produttiva, lo stop agli spostamenti, l’invito a restare a casa – insieme a condizioni di vento favorevoli, e alle piogge che hanno “lavato” l’atmosfera al Nord qualche giorno fa – ha dunque prodotto un abbattimento impressionante delle nocivissime polveri sottili prodotte dall’attività umana (trasporto e produzione), tanto pericolose per la salute dei cittadini. Osservando i dati degli ultimi giorni non si può non notare infatti una netta riduzione dello smog in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, ma anche a Roma. Per le principali città della Pianura Padana, abituate d’inverno a diventare per le condizioni produttive, ed orografiche delle vere e proprie camere a gas, si tratta del periodo più lungo senza smog dall’inizio dell’anno. Il livello giornaliero medio di PM10 rilevato martedì (ultimi dati disponibili) dalle centraline Arpa è rimasto decisamente basso pur essendo un giorno feriale. Lo stesso è successo per quanto riguarda i livelli di PM2.5, ozono, biossido di azoto e biossido di zolfo, gli altri agenti inquinanti più pericolosi.
Come noto, sia in Lombardia che in Piemonte i livelli di smog sono solitamente di molto superiori alla soglia limite fissata per legge, ovvero una concentrazione di PM10 pari a 50 microgrammi al metrocubo. A metà gennaio a Torino, Milano, Rovigo, Padova, Treviso, Venezia e Vicenza le polveri sottili PM10 avevano superato il valore limite di 50 µg/m³ (milligrammi al metro cubo). Problemi analoghi anche in alcune città del Centro Italia, come Roma, Frosinone e Terni che hanno sforato il limite per 5 giorni. Al Sud, Napoli è l’unica ad aver superato la soglia critica, per 4 giorni. La prima conseguenza della nuova situazione è che ora e nei prossimi giorni è facile prevedere che non sarà necessario alcun provvedimento di blocco del traffico come previsto dalle disposizioni nazionali e regionali.
Milano respira
A Milano non era mai successo dall'inizio del 2020 che le PM10 andassero in modo sistematico al di sotto della soglia limite di 50 microgrammi per metro cubo di aria per oltre 10 giorni consecutivi. Solo lo scorso 16 gennaio la qualità dell'aria nella metropoli lombarda era pessima, con le quattro centraline attive in città hanno registrato valori di Pm10 tra i 79 e i 96 microgrammi per metro cubo. Come si può verificare sul bollettino ufficiale diffuso dal Comune di Milano, che riporta i dati dell’Arpa Lombardia, martedì il valore massimo (35 µg/m³) si registrava nella centralina di Viale Marche, contro i 25 di Milano Verziere. ) i livelli di PM10 sono rimasti sotto la soglia limite per la salute umana per 12 giorni, ossia dal 27 febbraio al 9 marzo. La minore circolazione delle auto e il rallentamento dei ritmi di lavoro nelle aziende hanno contribuito a una diminuzione delle concentrazioni di particolato nell’atmosfera. Basta dare un’occhiata alle mappe dell’Arpa Lombardia per rendersene conto: dal 25 febbraio 2020 al 2 marzo i colori degli indicatori (che segnalano le stazioni fisse presenti sul territorio) mutano, passando dal rosso (dai 50 ai 100 µg/m³) al celeste (da 0 a 20 µg/m³).
Positiva, come si può vedere dalla cartina dell’Arpa regionale relativa alla stima delle PM10 per oggi, la situazione in tutta la Lombardia.
Torino rifiata
Aria pulita come non mai da diversi giorni a Torino. Tra il vento che per giorni ha soffiato dalle valli sulla pianura, le due giornate provvidenziali di pioggia - che non cadeva sulla città da più di due mesi - e gli spostamenti limitati della gente in auto, a causa delle misure per l'emergenza Coronavirus, utili ad abbassare i livelli di smog, il valore di Pm 10 dal 25 febbraio in poi si è assestato tra 12 e 39 microgrammi al metro cubo. Il 25 febbraio scorso il PM10 aveva toccato quota 70; da quel giorno in poi un calo drastico, con misure comprese tra 12 e 39 μg/m³, rileva l’Arpa Piemonte. Come noto, nel corso del 2019 la situazione è stata sempre particolarmente critica, con più di 35 superamenti dei valori massimi in tutti i punti di misura delle città di Torino, cintura e nelle stazioni di Alessandria, Asti e Vercelli. Queste le rilevazioni del bollettino quotidiano diffuso dall’Agenzia. Come si può constatare, il valore medio rilevato di PM10 in città per il 10 marzo è di 33 µg/m³.
Questa sotto, invece, è la rilevazione stimata dell’Arpa Piemonte per la giornata di oggi.
Roma senza auto
Crollati anche nella Capitale i valori dell’inquinamento dell’aria, rileva il bollettino dell’Arpa Lazio. Questa è la mappa stimata per oggi.
Le conseguenze dello smog
Ogni anno circa 3 milioni di persone in tutto il mondo muoiono prematuramente a causa dell’inquinamento dell’aria. Lo dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che punta il dito contro i rischi derivanti dall’accumulo di polveri sottili. Secondo l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ogni anno in Italia muoiono per questa ragione circa 34 mila persone, vale a dire 100 al giorno. Polmoni, cuore e cervello sono gli organi più colpiti, ma ne risentono anche le ossa. Più in generale, la bassa qualità dell’aria può provocare asma, disturbi respiratori, polmoniti, disturbi cardiovascolari, tumori, osteoporosi, e persino depressione.
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