COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

18 maggio 2020

Coronavirus e la malattia di Kawasaki nei bambini, su The Lancet

Tratto da Il Fatto Quotidiano

Coronavirus e la malattia di Kawasaki nei bambini, su The Lancet lo studio dell’ospedale di Bergamo sulla correlazione


"Stiamo iniziando a vedere casi di pazienti che arrivano in ospedale con i segni della malattia di Kawasaki anche in altre aree duramente colpite dalla pandemia, come New York e l'Inghilterra Sud-Orientale - afferma l’autore principale del lavoro Lorenzo D’Antiga -. Il nostro studio fornisce la prima chiara evidenza di un legame tra l’infezione da Sars Cov 2 e questa condizione infiammatoria"

I medici e ricercatori avevano mantenuto il riserbo su una possibile correlazione tra Sars Cov 2 e una rara patologia che colpisce i bambini: la malattia di Kawasaki. Ma le osservazioni dei camici bianchi dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamosono diventate pubbliche qualche settimana fa. Ora lo studio dei pediatri è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet. Basato sulla descrizione di 10 casi osservati da febbraio ad aprile, di cui 8 positivi al virus come scritto dal Fattoquotidiano.it.
La ricerca evidenzia un’incidenza di trenta volte la media perché come si rileva nel paper le diagnosi in quell’area in 5 anni fino a febbraio scorso erano state 19, mentre ci sono stati ben 10 casi tra il 18 febbraio e il 20 aprile. Otto dei 10 bambini ammalatisi tra febbraio e aprile sono risultati positivi al coronavirus, ma gli autori ipotizzano che i due casi rimanenti siano in realtà dei falsi negativi (cioè il test di diagnosi per il Sars Cov 2 non ha funzionato su di loro). Inoltre rispetto alla casistica dei 5 anni precedenti, i 10 casi sono risultati in media più gravi, con più complicanze a livello cardiaco e anche l’età media dei pazienti è diversa dal consueto. In alcuni casi sono state necessarie “cure intensive”.
Gli autori affermano che i loro risultati rappresentano una associazione tra l’epidemia di coronavirus e una condizione infiammatoria simile alla malattia di Kawasaki nella provincia di Bergamo. Secondo i ricercatori i casi di malattia legati alla sindrome Covid sono da classificare come malattia ‘simile alla sindrome di Kawasaki’, perché i sintomi sono differenti e più gravi rispetto alla patologia come conosciuta finora. “Stiamo iniziando a vedere casi di pazienti che arrivano in ospedale con i segni della malattia di Kawasaki anche in altre aree duramente colpite dalla pandemia, come New York e l’Inghilterra Sud-Orientale – afferma l’autore principale del lavoroLorenzo D’Antiga -. Il nostro studio fornisce la prima chiara evidenza di un legame tra l’infezione da Sars Cov 2 e questa condizione infiammatoria”. Almeno 100 bambini nello stato di New York sono affetti dalla rara e pericolosa sindrome infiammatoria come ha reso noto il governatore Andrew Cuomo martedì parlando di almeno tre bimbi morti, rispettivamente di 5, 7 e 18 anni. Metà dei casi riguarda minori tra i 5 e i 14 anni. “Si tratta di una situazione molto inquietante”. I casi nella città di New York sono 52. Ma casi sono stati segnalati anche in Spagna, Francia e Svizzera. “Nella nostra esperienza – afferma un altro autore, Annalisa Gervasoni – solo una quota molto ridotta di bambini con Sars Cov 2 sviluppa i sintomi della malattia di Kawasaki. Comunque è importante capire le conseguenze del virus nei bambini, specie ora che i paesi si avviano all’allentamento delle misure di lockdown”.
Invita tuttavia ad evitare allarmismi Alberto Villani, membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) e presidente della Società italiana di pediatria, secondo il quale il collegamento rischia di essere fuorviante: “Una cosa è la malattia di Kawasaki, che è una sindrome rara studiata da anni e che presenta precise caratteristiche, altra cosa – afferma all’Ansa – è questa sindrome iper infiammatoria acuta che si sta ora osservando e che potrebbe avere un collegamento con il Sars Co v2. Sono due condizioni diverse”. Fondamentale ora sarà approfondire gli studi: “Come Società italiana di pediatria e insieme all’Istituto superiore di sanità – conclude l’esperto –stiamo verificando i casi verificatisi in Italia“.

Nessun commento: