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09 giugno 2020

5G, l'oncologo Ridolfi "Effetti ancora non chiari"

Tratto  da Il Resto del Carlino

5G, l'oncologo Ridolfi "Effetti ancora non chiari"

"Non ci sono ancora studi sulle conseguenze delle onde sulla salute dell’uomo". Invocato il 'principio di precauzione'

Forlì, 7 giugno 2020 - Si comincia a parlarne, ma ancora pochi sanno cosa sia e soprattutto quali effetti abbia sulla salute. Del 5G, la rete di nuova generazione che nel periodo 2022-2025 andrà a superare il 4G esistente, e dei potenziali problemi connessi alla sua installazione si è parlato in un incontro organizzato dal Comitato Stop 5G Romagna di cui il WWF di Forlì-Cesena fa parte. Il 6 giugno è stata proclamata infatti Giornata mondiale della protesta contro il 5G.

Ci ha provato Ruggero Ridolfi, oncologo ed endocrinologo dell’associazione Medici per l’ambiente: "Premesso che l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni – dice – ha previsto l’installazione di un milione di antenne per chilometro quadrato e che ancora studi sugli effetti delle onde del 5G sull’uomo non ce ne sono, vorremmo non essere trattati come bambini che devono accettare quello che dicono i genitori. Diteci come stanno le cose, discutiamo degli eventuali rischi".

Rodolfi li identifica: "Le onde per il 5G sono più rapide però non superano i muri e quindi con tutte quelle antenne collegate a satelliti ci sarà un dispositivo a ragnatela nelle nostre case e nelle nostre città. L’Istituto Ramazzini di Bologna ed il National Institute of Toxicology americano nel 2018 hanno pubblicato due studi i cui risultati convergevano: sui ratti maschi irradiati è stato notato il sorgere di tumori alla guaina del cuore. L’Istituto mondiale di protezione contro le onde elettromagnetiche ha detto che questi risultati non sono conclusivi e che se ne richiedono altri. Che però hanno lunga durata e alti costi. Visto che i Comuni non si possono rifiutare di installare queste antenne, pena il pagamento di forti penali, ci dovrebbe essere un movimento di opinione che chieda che si mettano paletti e che dia voce al ‘principio di precauzione’. Esso sostiene che certe misure precauzionali devono essere prese se ci sono fondati rischi sulla salute e sull’ambiente anche nel caso in cui non esistano prove certe sancite dalla scienza".

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