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01 luglio 2020

Ernesto Burgio : Inquinamento, interferenze sul genoma umano e rischi per la salute

Tratto da Omceoar.it
  Ernesto Burgio
AMBIENTE E SALUTE
Inquinamento, interferenze sul genoma umano e rischi per la salute

 COSA SI DOVREBBE INTENDERE PER 
AMBIENTE E SALUTE?
Se il tema ambiente e salute riscuote scarso interesse tra i medici è perché lo si affronta in gene- re in modo superficiale e poco scientifico. Se ci si rendesse conto che ambiente è letteralmente tutto, una fonte continua di sollecitazioni e informazioni che inducono le cellule e gli organismi in genere a rispondere attivamente e adattivamente: modificando nel breve periodo l’espressio- ne genica di milioni di cellule (cioè tipi e quantità delle proteine prodotte) e nel medio-lungo termine lo stesso assetto (epi)genetico e fenotipico degli organismi.
 E se tenessimo presente che Homo sapiens ha cambiato in pochi decenni la stessa composizione molecolare dell’ecosfera, modificando i cicli biogeochimici che la regolano. Se, insomma, anziché parlare di ambiente e inquinamento in modo vago e impreciso, definissimo con chiarezza il significato di questi ter- mini per meglio valutare la portata delle trasformazioni che abbiamo apportato all’ambiente in un così breve lasso di tempo e le possibili conseguenze che tutto questo potrebbe avere sullo sviluppo ontogenetico di ogni singolo individuo e, quindi, sulla stessa evoluzione filogenetica della nostra specie, il discorso sarebbe diverso. A questo scopo, dovremmo renderci anche pie- namente conto del peso che hanno i nostri modelli nella rappresentazione, comprensione e valu- tazione dei problemi: rappresentazione e valutazione alquanto diverse a seconda che si decida di utilizzare il paradigma neodarwinista, oggi predominante, nel quale l’ambiente ha un ruolo essenzialmente selettivo (sia pur indiretto) sulle infinitesime modifiche stocastiche che avven- gono nel nostro genotipo oppure un modello neolamarckiano, istruttivo e costruttivo, in base al quale ogni informazione proveniente dall’ambiente potrebbe indurre organismi, cellule e geno- mi a modificarsi attivamente e in modo adattivo e predittivo [altrimenti detto: se si propende per l’attuale paradigma DNA/gene-centrico nel quale il “programma genetico” è essenzialmen- te e stabilmente inscritto nel nostro DNA e si trasmette quasi immutato di generazione in gene- razione, oppure per un modello di genoma fluido/dinamico in grado di modificarsi attivamente in risposta alle sollecitazioni/informazioni provenienti dall’ambiente].
È venuto, insomma, il momento di metter mano a un nuovo e più complesso modello di Medicina Ambientale, nella piena consapevolezza che se riusciremo, finalmente, a dotare questa disciplina emergente di solide basi scientifiche, l’interesse di medici e uomini di scienza sarebbe assicurato.


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