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09 dicembre 2013

L’incredibile Airpocalisse in Cina, sole oscurato dallo smog a Shangai


Tratto da Ecologiae

Airpocalisse in Cina, sole oscurato dallo smog a Shangai


L’incredibile Airpocalisse in Cina, come alcuni l’hanno definita, continua la sua drammatica escalation: ne parliamo da tempo e le condizioni restano, più che gravissime, costantemente a livelli da record. Il sole oscurato dallo smog, la visibilità non oltre i 500 metri, i grattacieli scomparsi nel grigio, le scuole chiuse. Non è un film ma la vita quotidiana a Shangai.
Da alcuni mesi la Cina e la città di Shangai in particolare infrangono record su record di inquinamento atmosferico. Nel fine settimana scorso a Shangai il livello di microparticelle era oltre il limite di 24 volte. Letteralmente non ci si vedeva. Il 30 per cento dei mezzi pubblici sono rimasti in deposito, varie strade e autostrade sono rimaste chiuse, più di 100 voli sono stati cancellati, molte scuole sono rimaste chiuse, diversi traghetti sono stati costretti a rimanere fermi.A Shangai non si parla solo di enormi danni alla salute (che si ripercuote a livello quasi immediato nell’aumento di ricoveri per problemi respiratori, specialmente di bambini), ma di una situazione che è ormai una distopia realizzata, uno scenario degno dei più cupi film di fantascienza. Le mascherine antismog sono introvabili, le persone restano barricate in casa. Il nuovo record segnato venerdì è di 602 microgrammi per metrocubo di di PM. Il limite dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è pari a 25.
Il governo e le autorità locali avevano promesso un piano per il taglio del 20% dello smog entro il 2017 ma l’efficacia delle misure messe in pratica è davvero minima e le condizioni continuano a peggiorare. L’Airpocalisse cinese è ormai l’esempio lampante e concreto dello sviluppo economico non sostenibile, dell’uso del carbone e del disinteresse verso le problematiche ambientali, ed è, molto semplicemente, un esempio terribile. Si spera che le autorità possano arginare la drammatica situazione di Shangai, in cui ogni qualvolta viene a mancare pioggia o vento è il disastro: le misure da prendere devono essere drastiche, o le file davanti agli ospedali saranno sempre più lunghe.

18 settembre 2013

Giappone Fukushima, “il rischio apocalisse è adesso”

Tratto da Il Cambiamento

Fukushima, “il rischio apocalisse è adesso”

Il disastro di Fukushima sembra un incubo senza fine e Tokyo finalmente ammette che da mesi si sta inquinando il mare con continui sversamenti di acqua radioattiva, mentre nessuno conosce esattamente le condizioni dei reattori collassati.

Le conseguenze dell'incidente nucleare, secondo gli esperti, potrebbero essere catastrofiche.

di Giorgio Cattaneo - 18 Settembre 2013

Era tutto vero: il pericolo Fukushima comincia solo adesso e il Giappone non sa come affrontarlo. Le autorità hanno finora mentito, ai giapponesi e al mondo intero: Fukushima era una struttura a rischio, degradata dall’incuria. Un impianto che andava chiuso molti anni fa, ben prima del disastro nucleare del marzo 2011. Da allora, la situazione non è mai stata sotto controllo: la centrale non ha smesso di emettere radiazioni letali. 

Tokyo finalmente ammette che, da mesi, si sta inquinando il mare con sversamenti continui di acqua radioattiva, utilizzata per tentare di raffreddare l’impianto.
Ma il peggio è che nessuno sa esattamente in che stato siano i reattori collassati: si teme addirittura una imminente “liquefazione” del suolo. L’operazione più pericolosa comincerà a novembre, quando sarà avviata la rimozione di 400 tonnellate di combustibile nucleare. Operazione mai tentata prima su questa scala, avverte la Reuters: si tratta di contenere radiazioni equivalenti a 14.000 volte la bomba atomica di Hiroshima. 
Enormità: bonificare Fukushima – ammesso che ci si riesca – richiederà 11 miliardi di dollari. Se tutto va bene, ci vorranno 40 anni.
Gli scienziati non hanno idea del vero stato dei nuclei dei reattori, riassume il Washington’s Blog in un lungo reportage tradotto da Megachip: le radiazioni potrebbero investire la Corea, la Cina e la costa occidentale del Nord America.
 Perché il peggio deve ancora arrivare: gli stessi tecnici incapaci, che hanno prima nascosto l’allarme e poi sbagliato tutte le procedure di emergenza, ora “stanno probabilmente per causare un problema molto più grande”. 

Letteralmente: “La più grande minaccia a breve termine per l’umanità proviene dai bacini del combustibile di Fukushima: se uno dei bacini crollasse o si incendiasse, questo potrebbe avere gravi effetti negativi non solo sul Giappone, ma sul resto del mondo”. 

Se anche solo una delle piscine di stoccaggio dovesse crollare, avvertono l’esperto nucleare Arnie Gundersen e il medico Helen Caldicott, non resterebbe che “evacuare l’emisfero nord della Terra e spostarsi tutti a sud dell’equatore”. Un allarme di così vasta portata, che disorienta anche gli esperti più prudenti. Come Akio Matsumura, già consulente Onu, secondo cui la rimozione dei materiali radioattivi dai bacini del combustibile di Fukushima è “una questione di sopravvivenza umana”.
 ...“Ho il sospetto che nei prossimi mesi di novembre, dicembre e gennaio, sentiremo che l’edificio è stato evacuato, che hanno rotto una barra di combustibile, e che la barra di combustibile sta emettendo dei gas.
 “Le conseguenze – conferma il Japan Times – potrebbero essere di gran lunga più gravi di qualsiasi incidente nucleare che il mondo abbia mai visto:
.........L’azienda, ricorda il Washington’s Blog ha cercato disperatamente di coprire la verità per due anni e mezzo, “fingendo che i reattori fossero in fase di 'spegnimento a freddo'”, e solo ora ha ammesso che da due anni sta rilasciando enormi quantità di acqua radioattiva che, attraverso le falde sotterranee, si riversano nell’Oceano Pacifico. 
La dimensione del pericolo lascia sgomenti: nessuno, almondo, è preparato a fronteggiare una catastrofe come quella evocata dai tecnici più pessimisti. Ma l’aspetto più sinistro, forse, è proprio quello che riguarda l’informazione e l’assoluta mancanza di trasparenza: la verità è stata negata dai tecnici, minimizzata dai politici, oscurata dai media.
Molti blogger hanno incessantemente rilanciato l’allarme, fino alla notizia – qualche mese fa – degli sversamenti radioattivi in mare.
 Solo ora – di fronte all’impossibilità di continuare a negare, alla vigilia della pericolosissima operazione di bonifica – si giunge ad ammettere tutto.
  Colpisce l’appello di Mitsuhei Murata, ex ambasciatore giapponese in Svizzera, che chiede che il Giappone rinunci ad ospitare a Tokyo le Olimpiadi 2020, perché non potrebbe garantire la sicurezza degli atleti. 
  Così, il Sol Levante tramonta nella vergogna.

Leggi l'articolo integrale su Il Cambiamento
Articolo tratto da LIBRE

04 aprile 2013

CINA:«APOCALISSE DELL' ARIA » Un milione di cinesi uccisi dallo smog

Tratto da Quotidianamente.net

«Apocalisse dell’aria» Un milione di cinesi uccisi dallo smog.

 

Un milione e duecentomila cinesi sono morti prematuramente nel 2010 per malattie collegate all’inquinamento dell’aria. Il numero è impressionante, come tutti quelli che vengono dal Paese che conta poco meno di un quinto della popolazione mondiale. Ma questi sono particolarmente gravi, perché rappresentano il 40 per cento dei 3,2 milioni di morti premature causate dallo smog nel mondo. La statistica è stata elaborata dalla University of Washington in collaborazione con l’Organizzazione mondiale per la sanità e presenta un’altra cifra apocalittica: quella dei 25 anni di vita in salute bruciati dalla cappa di aria malata che avvolge molte città della Cina. Lo studio è stato pubblicato per la prima volta a dicembre dalla rivista britannica The Lancet, che aveva fornito il numero complessivo dei decessi nel mondo.....

Leggetevi l'articolo integrale di cui per concretezza riportiamo il finale adattabile a qualsiasi nazione: 

Il premier Li Keqiang sembra sincero quando dice che «non dobbiamo più inseguire la crescita industriale a spese dell’ambiente, perché non è buono essere poveri in una natura meravigliosa, ma non è buono neanche essere ricchi in un ecosistema degradato.

E in definitiva respiriamo tutti la stessa aria, poveri, ricchi e governanti ».

 Ma alcuni milioni di cinesi saranno morti per l’inquinamento prima di sapere se Li avrà mantenuto l’impegno.....

05 dicembre 2012

CAMBIAMENTI CLIMATICI :NON DOBBIAMO PERMETTERE L'APOCALISSE.E' INDISPENSABILE RIDURRE DRASTICAMENTE LA DIPENDENZA DAI FOSSILI.

 Tratto da Come Don Chisciotte

NON DOBBIAMO PERMETTERE L'APOCALISSE
 DI CHRIS HEDGES

Gli esseri umani dovranno immediatamente applicare una serie di misure drastiche per fermare le emissioni di carbonio, se non vorranno prepararsi al collasso di interi ecosistemi o all'evacuazione, alla sofferenza e alla morte di centinaia di milioni di abitanti della Terra, secondo quanto emerge da un rapporto commissionato dalla Banca Mondiale. 

La persistente incapacità di rispondere in modo aggressivo al cambiamento climatico, avverte il rapporto, significa che il nostro pianeta subirà un aumento della sua temperatura di circa 4° C (7,2° Fahrenheit) entro la fine del secolo: l'inizio di un'apocalisse.

Le 84 pagine di documento, intitolato “Turn Down the Heat: Why a 4°C Warmer World Must Be Avoided ”(1), è stato redatto per la Banca Mondiale dal PIK (2) e da Climate Analytics (3) e pubblicato la scorsa settimana. Il quadro che dipinge di un mondo sconvolto dall'aumento delle temperature è una miscela di caos di massa, un collasso di sistemi e di sofferenze mediche come quella, tra le peggiori, della peste nera, che nel 14° secolo uccise tra il 30% e il 60% della popolazione europea.

Un innalzamento della temperatura del pianeta di 4°C – e osserva il rapporto che la tiepidezza delle promesse di emissione e gli impegni della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici renderanno tale aumento quasi inevitabile causerà una perdita nei raccolti, assieme alla scomparsa di molte specie di pesci e ad una preoccupante carestia e fame nel mondo.

Centinaia di milioni di persone saranno costrette ad abbandonare le loro case nelle zone costiere e sulle isole che verranno sommerse con l'aumentare del livello del mare.  

Ci sarà un'esplosione di malattie come la malaria, il colera e la (febbre) dengue. Devastanti ondate di calore e siccità e inondazioni, specie nelle aree tropicali, renderanno parti della Terra inabitabili. La foresta pluviale che copre il bacino amazzonico scomparirà. Le barriere coralline, così come numerose specie animali e vegetali, molte delle quali sono di vitale importanza per il sostentamento delle popolazioni umane, si estingueranno. Mostruose tempeste cancelleranno la biodiversità, assieme a intere città e comunità. E quando questi eventi estremi cominceranno a verificarsi simultaneamente in diverse regioni del mondo, rileva il rapporto, ci saranno “tensioni senza precedenti nei sistemi umani”........

Nonostante i travolgenti dati scientifici, nel mondo industrializzato, le élite politiche e aziendali continuano ad anteporre il profitto a breve termine e i propri interessi alla protezione della vita umana e dell'ecosistema.

  L'industria dei combustibili fossili è permessa con lo scopo di determinare il nostro rapporto con il mondo naturale, condannando le future generazioni. L'anidride carbonica (CO2), il principale gas serra, ha subito una crescita, dalla sua concentrazione durante il periodo pre-industriale, da circa 278 parti per milione (ppm) a più di 391 ppm, nel settembre 2012, con un tasso di crescita ora pari a 1,8 ppm all'anno. Abbiamo già superato la soglia di 350 ppm; al di sopra di tale livello, la vita come l'abbiamo conosciuta non può essere sostenuta. La concentrazione di CO2 è maggiore oggi rispetto a qualsiasi momento negli ultimi 15 milioni di anni. Si prevede un aumento di emissioni di CO2, attualmente di circa 35 miliardi di tonnellate all'anno, a 41 miliardi di tonnellate all'anno entro il 2020.......


Il rapporto invita i leader del mondo industrializzato a fare immediatamente dei passi radicali – tra cui la cessazione della dipendenza dai combustibili- per mantenere la temperatura del globo ad un livello inferiore di 2°C, anche se il rapporto ammette che un aumento inferiore ai 2° comporterebbe gravi danni per l'ambiente e per le popolazioni umane. Senza un massiccio investimento in infrastrutture verdi, che possano adattarsi al calore e ad altri nuovi eventi meteorologici estremi, e nella costruzione di efficienti reti di trasporto pubbliche e di sistemi di energia rinnovabile, per ridurre al minimo le emissioni di carbonio, metteremo a repentaglio la nostra stupidità. 

Leggi l' articolo integrale su Come Don Chisciotte