
Tratto da" Greenreport "
La Cina rurale e carbonifera avvelenata dall'arsenico e dai fluoruri
LIVORNO. Il ministero della salute cinese ha annunciato che inizierà a monitorare i casi di avvelenamento da arsenico e fluoro, preoccupato perche le malattie legate all'ambiente continuano a svilupparsi nelle regioni ricche di carbone nel centro e nell'ovest della Cina.
«Le in formazioni che saranno presto controllate - spiega una nota pubblicata sul sito internet del ministero - includono la gestione delle miniere di carbone ricche di arsenico e fluoruri, la sostituzione di vecchie caldaie e i casi locali di malattie legate all'ambiente. Il fluoruro può provocare l'ingiallimento dei denti, la deformazione della colonna vertebrale e delle ossa delle gambe così come dei dolori a livello delle articolazioni. L'arsenico può provocare dai cancro alla pelle fino alla morte».
Gli avvelenamenti si registrano in particolare all'interno di famiglie rurali che utilizzano carbone ricco di arsenico e fluoruri per cucinare e spesso le stufe utilizzate non dispongono m nemmeno di camini per l'evacuazione dei fumi. Le vittime respirano quotidianamente i fumi avvelenati che contaminano anche gli alimenti cucinati.
Il quadro che viene fuori è quella di una Cina arretrata a livello dei Paesi più poveri del pianeta, lontanissima dalle scintillanti città-vetrina della crescita del turbo-capitalismo comunista della crescita infinita che si vanta del nuovo impegno per tagliare le emissioni di gas serra, una Cina nascosta e dimenticata, serbatoio di manodopera "a perdere" di basso costo e devastata da miniere grandi e piccole che forniscono il carbone avvelenato che fa pulsare il cuore energetico del dragone della rinascita cinese.
Solo ora il governo di Pechino si accorge di questo pezzo di Paese avvelenato dalle briciole tossiche della crescita ed assicura che «Il monitoraggio sarà effettuato da centri di controllo e di prevenzione delle malattie dei distretti che saranno sorvegliati. La Cina si batte contro queste malattie rimpiazzando le cucine tradizionali con modelli più moderni e sensibilizzando la popolazione rurale».
_________________________________________________________________________

"Anticipiamo la Chiusura dell'Articolo perchè molto significativa" :
Il ministro della sanità, Chen Zhu, in un’intervista apparsa sul Lancet ha affermato: “La rapida crescita economica è un’arma a doppio taglio perchè se da una parte porta ricchezza ed occupazione, dall’altra invece determina un forte inquinamento ambientale e più malattie occupazionali. Il problema è come trasformare la struttura della nostra economia. Come usare nuove tecnologie. E – cosa più importante – come educare gli imprenditori a rispettare la vita delle persone”.
_____________________________________________________________________________
Sistema sanitario cinese. Ambiente e salute
di Chiara Lorini e Valentina Vinante

Se la Cina vuole ripulirsi – conclude un articolo di Lancet – ha bisogno di un ambiente tanto “trasparente” quanto libero dall’inquinamento.
La rapida crescita economica della Cina ha portato cambiamenti sostanziali nell’ambiente, nelle modalità di trasporto, nella costruzione delle abitazioni e nelle abitudini di vita, con conseguenti ripercussioni sulla salute degli abitanti. In particolare, l’industrializzazione, la rapida motorizzazione, l’invecchiamento della popolazione, l’urbanizzazione e le forti disuguaglianze che si presentano nel paese, oltre ai cambiamenti culturali, hanno alterato il quadro epidemiologico complessivo.
L’inquinamento ambientale
La questione ambientale, viste le sue ripercussioni a livello internazionale, non è solamente al centro del dibattito politico cinese, ma anche di quello mondiale e richiederà una spesa elevatissima per essere solo in parte risolta.
La Cina, che utilizza come principale fonte di energia il carbone, è secondo i dati della Banca Mondiale la maggior produttrice al mondo di anidride carbonica[1]. L’utilizzo di questo combustibile determina anche alte concentrazioni di particolati, di ossido di azoto e zolfo. Inoltre le industrie chimiche, i colorifici e le pelletterie distribuite lungo i principali corsi idrici hanno inquinato a tal punto le acque che al momento ogni tentativo di depurazione sembra essere una missione impossibile.
La provincia di Henan è una delle aree più povere della Cina e anche delle più degradate a causa dell’insediamento intensivo e incontrollato di industrie che hanno profondamente inquinato il bacino del fiume Huai. Qui si registrano anche altissimi livelli d’inquinamento dell’aria visibili a occhio nudo, sotto forma di dense nuvole di polveri sottili. Da queste parti la patologia tumorale è così diffusa che i centri urbani sono stati definiti “I villaggi del cancro”. A Huangmengyng, uno di questi, fra il 1991 e il 2004 sono state osservate 114 morti di cancro in una popolazione di 2400 abitanti. Lungo il corso dei grossi fiumi l’incidenza di tumore è di circa 2 volte quella della media nazionale. I medici ospedalieri di queste regioni hanno inoltre registrato, negli ultimi tempi, la presenza di tumori, come quello del naso o degli occhi, mai visti prima.
Nelle città cinesi la prima causa di morte è il cancro. “La principale ragione del crescente numero di casi di cancro – afferma Chen Zhizhou, dell’Accademia Cinese di Scienze Mediche – è che l’inquinamento dell’ambiente, dell’acqua e dell’aria peggiora di giorno in giorno. Molte industrie chimiche sono state costruite lungo i fiumi in modo da poter smaltire più facilmente i loro rifiuti”.
Secondo l’OMS la grande maggioranza delle città cinesi hanno livelli di qualità dell’aria fuori dagli standard di sicurezza e alcune di esse sono considerate le più inquinate del mondo. Molte città cinesi hanno livelli anidride solforosa (SO2) ben superiori allo standard di 60ug/m3 che significa che circa 600 milioni di cinesi sono esposti a un grave stato d’inquinamento dell’aria[3].

A questo quadro si aggiunge l’eccesso di mortalità per Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e tumore al polmone causate dal fumo di tabacco e dall’utilizzo di combustibile solido all’intero delle abitazione per cucinare o riscaldare .Se l’utilizzo di quest’ultimo e la prevalenza del fumo rimarranno costanti fino al 2033, è stato stimato che ben 65 milioni di persone moriranno per BPCO e 18 milioni per tumore al polmone. L’82% delle morti da BPCO e il 75% delle morti da cancro del polmone saranno da attribuire all’effetto combinato del fumo e dell’uso di combustibile solido all’interno delle case.
Il governo è ben consapevole di questi problemi e ha promesso di fare dell’ambiente e dell’assistenza sanitaria i punti centrali della sua politica di sviluppo. Il ministro della sanità, Chen Zhu, in un’intervista apparsa sul Lancet ha affermato: “La rapida crescita economica è un’arma a doppio taglio perchè se da una parte porta ricchezza ed occupazione, dall’altra invece determina un forte inquinamento ambientale e più malattie occupazionali. Il problema è come trasformare la struttura della nostra economia. Come usare nuove tecnologie. E – cosa più importante – come educare gli imprenditori a rispettare la vita delle persone”.
Nessun commento:
Posta un commento