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04 ottobre 2009

2009/10/04 Da Brindisi "«Continuiamo a respirare carbone e nessuno più riesce ormai a ribellarsi»

Tratto da noalcarbonebrindisi.blogspot.com/
3 ottobre 2009

«Anche ieri mattina, come avviene quasi ogni giorno (specie in determinate condizioni meteorologiche di vento), abbiamo trovato una spessa patina di carbone sulla carrozzeria superiore delle nostre autovetture».
E’ il prologo di una mail che un gruppo di residenti del rione Casale ha scritto al “Pronto Gazzetta” al fine «di rifocalizzare l’attenzione su un problema gravissimo che incombe sulla nostra città e che, troppo spesso, viene quasi “insabbiato” nel tentativo di farlo riporre nel dimenticatoio».
Il carbone, dunque, torna a far parlare di sè, divenendo oggetto di una nuova ondata di proteste: «Il problema - scrivono i residenti del Casale - è che in tanti ancora sottovalutano la questione, forse anche inconsapevoli del fatto che le polveri e i fumi che escono dalle ciminiere arrivano dappertutto e che tutti i brindisini, malgrado siano invisibili, se le respirano ogni giorno in quantità industriale».
«Anche qui al Casale - continuano - gli effetti sono ben chiari. Nonostante, infatti, il nostro rione sia lontano dalle centrali, quanto fuoriesce e circola poi in aria arriva anche qui, trasportato dal grecale. E’ davvero desolante, poi, che ad accorgercene siamo tutti quando la mattina prendiamo l’auto per accompagnare i nostri figli a scuola. Attenti, ovviamente, a non farli entrare a contatto con il materiale nocivo e a fargli lavare le mani in maniera sistematica».
«Il problema, in verità, interessa tutti i cittadini - sottolineano ancora nella mail - ed è allora nostra intenzione riproporre la delicata questione al fine di smuovere la sensibilità dell’opinione pubblica.
Molti di noi, al riguardo, hanno già manifestato la ferma intenzione di promuovere una raccolta di firme e, pur nella consapevolezza che tale iniziativa (come è già avvenuto in passato) resterà, molto probabilmente, fine... a sè stessa, non demordiamo e andremo avanti nella nostra battaglia».
«Sappiamo, inoltre - aggiungono - che anche un medico (consapevole più di chiunque altro dei rischi che si corrono) si sta attivando per smuovere le acque. E’ una guerra infinita, ma che riteniamo doverosa da sostenere se non altro per le nostre generazioni future, affinchè possano vivere in un ambiente sano».
Nel vortice delle polemiche vi rientrano un po’ tutti: «A cominciare da enti ed istituzioni locali - sottolineano ancora i cittadini che si sono rivolti al “Pronto Gazzetta” - che subiscono passivamente per gli alti interessi in gioco, sino agli organismi deputati al controllo e al monitoraggio della qualità dell’aria e dell’ambiente in cui viviamo».
Il riferimento è alla sezione locale dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) che «magari potrebbe fare dei controlli e delle analisi più accurate. Questo, almeno - concludono - è il nostro auspicio, perchè davvero non si comprende come possiamo sentirci al sicuro nella consapevolezza di respirare tutto quel veleno».
Leggi l'articolo integrale
da "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 3 ottobre 2009

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