5 ottobre 2009
Carbone, a lezione di spagnolo. Di Maurizio Portaluri
Qualche mese fa alcuni ricercatori spagnoli dell’Istituto Nazionale di Epidemiologia di quel Paese si sono assunti il compito di verificare se in prossimità di 57 impianti presenti in Spagna, dove si bruciano combustibili fossili, vi siano stati più morti per tumori del polmone, del laringe e della vescica di quanti sarebbe stato giusto attendersene in base alla media riscontrata in tutta la nazione.
Nel loro lavoro, pubblicato sulla rivista Science of Total Environment, attraverso metodi statistici molto sofisticati, hanno analizzato oltre 200.000 decessi per i tre tipi di tumore anzidetti avvenuti nel periodo 1994-2003.
Sono stati presi in considerazione impianti che fossero in funzione prima del 1990 in modo che fosse trascorso un tempo di esposizione sufficiente.
Dalle centrali spagnole sono fuoriusciti nel 2001 quantitativi dichiarati di ossido di carbonio, anidride carbonica, biossido di azoto, biossido di zolfo, arsenico, cadmio, cromo, piombo, nickel, cloro, fluoro, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), polveri sottili (PM10), diossine e furani.
I risultati riportati nello studio descrivono un maggior di rischio di morte a causa di questi tre tipi di tumore per la popolazione che vive in prossimità degli impianti.
Il rischio è ancora maggiore per il tumore del laringe e della vescica quando il combustibile usato è il carbone.
Il fenomeno risente della distanza dall’impianto, cioè il rischio diminuisce nella popolazione a maggior distanza dalla centrale.
Gli autori sottolineano che alcune delle sostanze emesse sono cancerogeni “certi” riconosciuti dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), come l’arsenico, il cadmio, il cromo, le diossine e gli IPA, altre sono cancerogeni dichiarati “possibili” come il piombo, il nickel ed i furani.
Inoltre i ricercatori aggiungono che le emissioni provenienti dagli impianti a carbone contengono elementi radioattivi, principalmente l’uranio ed il torio, prodotti dalla disintegrazione di radium, radon, polonio, bismuto e piombo e che le popolazioni residenti nei pressi di questi impianti possono essere esposte, secondo un rapporto del National Council for Radiation Protection, un’agenzia governativa degli USA che si occupa della protezione della popolazione dalle radiazioni, a dosi equivalenti 100 volte quelle misurabili nei pressi di una centrale nucleare, incidenti a parte, aggiungiamo noi.
Nella stessa ricerca si riporta che secondo altri autori gli impianti che impiegano carbone in tutto il mondo sono i maggiori emettitori di radioattività nell’ambiente.
È molto interessante inoltre quello che i ricercatori spagnoli dicono sul biossido di azoto, inquinante emesso in grandi quantità dagli impianti in questione.
Sebbene la IARC non riconosca questa sostanza come capace di provocare il cancro, numerose evidenze in senso contrario originano da studi su modelli animali. Tuttavia la IARC riconosce invece che gli aerosol di acido solforico, emissioni secondarie degli stessi impianti, si sono dimostrati in grado di provocare cancro al polmone in gruppi di lavoratori fortemente esposti.
Il biossido di azoto sarebbe comunque in grado di provocare aberrazioni cromosomiche e di interagire con gli IPA nella genesi del tumore al polmone.
Nulla di nuovo, si dirà. Si tratta di evidenze già note. Ci sembra però importante che un organismo governativo di uno Stato europeo svolga ed aggiorni studi così complessi sulla salute della popolazione.
Sarebbe interessante che fossero indagati anche gli effetti non tumorali degli inquinanti, come quelli sul cuore e sui polmoni.
In ogni caso, “repetita iuvant”, soprattutto per quanti hanno una memoria debole o fanno finta di non comprendere.
noalcarbonebrindisi.blogspot.com
Maurizio Portaluri*
* Direttore della Unità Operativa di Radioterapia dell'Asl Brindisi. Esperto in Oncologia Clinica e di Laboratorio. Ricercatore associato del CNR, impegnato nella ricerca sui tumori professionali e nella prevenzione oncologica negli ambienti di vita e di lavoro. Autore di numerose pubblicazioni nel campo dell’oncologia e dell’epidemiologia.
Pubblicato da no al carbone brindisi
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Promemoria per oggi 7 ottobre
Alla "libreria Ubik di Savona"da venerdì 25 settembre a venerdì 9 ottobre presso la Sala “Pavese”:
Esposizione mostra fotografica di
GREENPEACE ITALIA
Carbone Pulito? Una Sporca Bugia"
La prima minaccia per il clima del Pianeta
A cura di FRANCESCO TEDESCO
Responsabile Campagna Energia e Clima di GREENPEACE ITALIA.
Nell'ambito dell'esposizione oggi Mercoledì 7 ottobre, alle 18, si svolgerà l'incontro con il responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace Italia, Francesco Tedesco, che illustrerà come il carbone sia il primo nemico dell’equilibrio climatico del Pianeta e come incentivare l'utilizzo di energie rinnovabili.
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