
Vi siete mai chiesti quanto è grande una tonnellata di CO2?L’architetto Christophe Cornubert e l’artista Alfio Bonanno se lo sono chiesto e hanno trasformato la risposta in una installazione.
Il cubo di CO2 rappresenta una tonnellata di CO2 ed è la raffigurazione concreta dell’impatto medio mensile di una persona nel mondo e di un cittadino americano in due settimane. L’installazione è già a Copenaghen e aspetta l’arrivo delle delegazioni internazionali per mostrare ai leader dei vari Paesi e ai cittadini la rappresentazione fisica dell’impatto di ogni persona sull’ambiente.
Si stima che circa 420 milioni di persone nel mondo vedranno il cubo e sapranno quanto è grande una tonnellata di CO2. Se ve lo siete chiesto, ora conoscete la risposta, diffondetela.
Considerazione di Uniti per la Salute
Apat :INES EPER Ricerca Inquinanti per complesso
Nome complesso:
Centrale termoelettrica di Vado Ligure
Inquinante Aria
Anidride carbonica (CO2)
Anno 2005 Mg/a (MEGAGRAMMI ANNO ) 3703245,7
Anno 2006 Mg /ANNO 3913612,000
Vi siete mai chiesti quanto siano enormi 3703245,7 Megagrammi di co2 relativi al 2005 aggiunti a Mg /ANNO 3913612,000 del 2006 e........a quelli degli anni successivi non ancora a nostra conoscenza.
E quale sia l'impatto sull'ambiente globale e sul nostro futuro di una centrale a carbone di tali dimensioni .Altro che potenziamento..............
Diffondiamo anche questo quando pensiamo al futuro del nostro pianeta e dei suoi abitanti _
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Tratto da "IL Corriere.it"
ROMA, AZIONE DIMOSTRATIVA DEGLI AMBIENTALISTI Verso il Vertice di Copenhagen
Da Greenpeace un Berlusconi di ghiaccio
Ma gli attivisti vengono denunciati
ROMA - Un uomo di ghiaccio: non per la saldezza di nervi, bensì in senso letterale. Una statua di ghiaccio che raffigura il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stata posizionata giovedì mattina da attivisti di Greenpeace ai Fori Imperiali a Roma, a fianco delle statue degli imperatori.
«OMAGGIO» - «Si tratta di un omaggio a Silvio Berlusconi per la decisione di partecipare ai lavori del vertice delle Nazioni Unite sul clima di Copenhagen», spiega l'associazione ambientalista precisando che la statua di ghiaccio dovrebbe sciogliersi in circa quattro giorni, esattamente all'apertura del vertice di Copenhagen, il prossimo 7 dicembre.
IL SEQUESTRO - Ma la polizia, fa sapere Greenpeace, «ha sequestrato gli striscioni e ha portato via uno degli attivisti, impegnato nella protesta». Secondo quanto si è appreso, oltre al sequestro di due striscioni la polizia ha proceduto a denunciare sei attivisti di Greenpeace per manifestazione non autorizzata. «Negli striscioni non c'era nulla di offensivo: averli sequestrati è un atteggiamento autoritario che ricorda altre epoche. In democrazia manifestare è un diritto», commenta Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. «Siamo pronti - aggiunge - a passare la notte sul posto se il presidente del Consiglio non risponde positivamente alle richieste contenute nella lettera che gli abbiamo inviato qualche giorno fa: chiediamo all'Italia di abbandonare le posizioni di retroguardia sia in sede europea che a Copenhagen dove deve essere raggiunto un accordo legalmente vincolante e non un banale accordo politico».
NIENTE IRONIA - L'iniziativa degli attivisti, spiegano, è una critica costruttiva: «Andare a Copenhagen è sicuramente una decisione positiva - spiega Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace -. Tuttavia, oltre a partecipare alle "vetrine" internazionali, occorrerebbe perseguire politiche coerenti qui in Italia, politiche che al momento non vediamo. Sul clima, Berlusconi rischia di essere dunque un leader che si scioglie».
L'ITALIA INQUINA - Per l’occasione Greenpeace diffonde giovedì il rapporto «Energy [R]evolution – Uno scenario energetico sostenibile per l’Italia», il primo studio che mostra i potenziali di crescita delle fonti rinnovabili in Italia per i settori della generazione elettrica, produzione di calore, e trasporti. Ancora oggi in Italia oltre il 93% dell’energia proviene da fonti fossili inquinanti.
Il Rapporto descrive un percorso che trasforma l’attuale situazione in un sistema energetico sostenibile. Le fonti rinnovabili saranno in grado di coprire oltre il 60% della domanda di energia primaria del Paese, riducendo le emissioni di gas serra del 71% al 2050, rispetto ai livelli del 1990.
LA POLITICA DEL GOVERNO - Negli ultimi giorni, molti Paesi nel mondo hanno annunciato di essere disposti a introdurre nuovi impegni per la riduzione dei gas serra, spiega Greenpeace, «l’Italia continua invece in una folle politica di ritorno al nucleare e al carbone che impedirà di centrare gli obiettivi internazionali ed europei». Secondo gli ambientalisti «il nucleare non servirà a ridurre le emissioni entro il 2020, e le tre centrali a carbone autorizzate dal ministero dell’Ambiente la scorsa estate aggiungeranno altri 30 milioni di tonnellate di CO2 alle emissioni che l’Italia deve invece ridurre». E nel ricordare che «un vero leader non si scioglie», Greenpeace conclude: «Il governo Berlusconi sta dunque programmando l’aumento delle emissioni, cosa che esporrà il Paese a nuove sanzioni, con costi per lo Stato e per i contribuenti».
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Una Boccata d'ARIA PURA DALLA CALIFORNIA e una lezione di vita " di Maria Rita D'ORSOGNA
La mia California
Ma prima di chiudere il mio computer oggi ho visto questo articolo della Repubblica sulla California e ho avuto voglia di parlarne perche' in questo momento mi sento felice di avere fatto di questo posto la mia casa.
Qualche giorno fa un giornalista di Roma, Hermes Pittelli che ha pazientemente seguito la faccenda petrolio venendo a sentire le mie conferenze in mezza Italia (Brianza, Corropoli, Vasto, Chioggia e Chieti - deve esserselo imparato a memoria!) mi ha chiesto perche' io facessi tutto questo e perche' da due anni a questa parte io mi sia dedicata anima e corpo alla lotta al petrolio in Abruzzo.
Non me la faccio quasi mai questa domanda perche' sono cosi impegnata a scrivere, a leggere, a fare, a rompere le scatole che non ho quasi mai il tempo di riflettere. Lo faccio e basta, perche' e' giusto cosi' e perche' tutti dovrebbero farlo.
Ma pensadoci un po di piu', la risposta piu' vera e piu' breve che sono riuscita a trovare a queste domande e' che e' perche' sono americana e ancor di piu' californiana, dopo undici anni di vita qui.
Lo so che in Italia questo paese viene visto come il luogo cattivo dove ti lasciano morire in strada se non hai l'assicurazione, dove c'e' la pena di morte e dove mangiano le fettuccine Alfredo - che e' vero, sono orrende.
Ma e' anche - per me - il posto dove tutti si sentono artefici del proprio destino, dove basta volerle le cose, e volerle di piu' di chi ti ostacola, dove se insisti ed insisti ed insisti ancora non potrai che arrivare alla meta che vuoi, e dove tutti possiamo contribuire al bene della societa'.
Questo articolo della Repubblica dice cose che io vedo tutti i giorni.
Qui la gente vernicia le case con pitture speciali per risparmiare energia, la mia scuola mette pannelli solari sui tetti dei parcheggi, le emissioni di CO2 le mandiamo alla foresta tropicale. Smantellano parcheggi per farci campi di calcio, la gente pianta giardini che consumano meno acqua. Per moda ecologica nessuno qui piu' usa sacchetti di plastica, San Franisisco e Los Angeles si fanno la guerra a chi ricicla di piu', a chi diventera' per prima la citta' a zero rifiuti. Nessuno fuma. Il polistirolo in alcune citta' e' vietato. Abbiamo il vuoto a rendere dal 1986 che porta soldi allo stato e ci fa reciclare oltre l'85% delle lattine e del vetro.Facciamo referendum per decidere che le galline d'allevamento devono avere lo spazio sufficiente per allungare le ali nella gabbia o per obbligare le ditte fornitrici di energia a distribuire entro il 2010, il 20% di energia rinnovabile. La gente compra macchine ibride e sul mercato ci sono gia' macchine elettriche al 100%. La Chevron e' obbligata ad andare sui giornali che dire che le estrazioni di petrolio fanno venire il cancro a chi gli sta vicino.
Ricordo la storia di un signore sul Los Angeles Times di qualche anno fa che regalo' il sistema fotovoltaico alla sua parrocchia per renderla al 100% solare e perche' diceva era giusto cosi'. Siamo lo stato dove Arnold Schwarzenegger ha portato in causa il governo Bush perche' non consentiva alla California di abbassare i limiti delle emissioni delle macchine.
Nessuno dice che non si puo'. Tutti dicono che ci dobbiamo provare e lavorarci sodo.
E' contagioso. Io ho imparato qui a reciclare tutto, a fare il compostaggio, a comprare verdure prodotte solo dai contadini della zona, a non usare l'asciugatrice, a chiudere il rubinetto quando non serve e solo perche' attorno a me si respira un clima secondo il quale e' la cosa giusta da fare, e tutto dipende da ciascuno di noi. E non sono cosi' speciale. Lo fanno in tanti.
E' bello e mi fa sentire che tutti possiamo fare qualche cosa di buono per il pianeta e che se le cose partono dal basso e le moltiplichiamo per tutti noi, il mondo cambia. E questo vale anche per l'Italia.
E' questo spirito che ha animato tutte le cose che ho fatto in Abruzzo. L'idea che se tutti facciamo qualcosa, un email, una parola, una lettera, un po di tempo, non possiamo che vincere, per il petrolio e per ogni altra cosa che ci riporta la nostra dignita' di cittadini, di persone e non di succubi della Casta, dell'ENI, della Petroceltic di una giunta regionale inutile e anacronistica.
Ogni cosa che abbiamo fatto, l'abbiamo fatta tutti noi, insieme, e io spero che alla fine di questa storia resti nella societa' d'Abruzzo il profumo dell'idealismo, del fare le cose perche' e' giusto cosi, del volere il bene della nostra terra, della nostra gente e niente altro.
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