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13 giugno 2011

Referendum sul nucleare:vince la democrazia energetica2)«Addio Nucleare» Berlusconi ora vira sulle energie rinnovabili 3)Nasa :E-Cat funziona

Tratto daTekneco.it

Referendum sul nucleare: ha vinto la democrazia energetica

“Gli italiani hanno dimostrato di essere più lungimiranti dei nostri governanti sulla politica energetica”. Così Enrico Cappanera, amministratore delegato di Energy Resources, realtà di spicco nel settore delle rinnovabili, commenta i risultati del referendum. “Siamo convinti che il no al nucleare non dipenda soltanto dall’onda emotiva seguita al disastro in Giappone, che pure ha manifestato con tutta la sua tragicità i rischi sproporzionati che questa tecnologia, al momento, comporta – sottolinea Cappanera – ma anche da una consapevolezza più ampia: i cittadini vedono nella quotidianità che le energie pulite ottenute da fonti rinnovabili stanno generando posti di lavoro, stanno migliorando la qualità dell’aria e in generale della loro vita; vedono che grazie al loro impiego non sono più spettatori passivi di strategie ‘geopolitiche’ ma diventano produttori/consumatori di energia.

È questa la grande rivoluzione delle rinnovabili.

È questa la democrazia energetica.

Certo, fotovoltaico, eolico e geotermico non possono soddisfare da soli i bisogni energetici del nostro Paese, ma la risposta non poteva essere, e non sarà, il nucleare. Almeno fino a quando la tecnologia per la fusione nucleare (sicura e pulita) non sarà una realtà.

L’alta affluenza, che segna il raggiungimento del quorum dopo molti anni – conclude Cappanera – dimostra quanto questo tema, accanto agli altri oggetto della consultazione, sia sentito dalla popolazione.

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Speriamo che alle parole seguano davvero i fatti.. Poichè serve .... una politica energetica seria improntata sulle rinnovabili con obiettivi a breve, medio e lungo termine».

«Addio Nucleare». Berlusconi ora vira sulle energie rinnovabili

Tratto da Finanza a tutto net
Il Referendum si è concluso con il raggiungimento del Quorum e la vittoria dei Sì , e già il Premier Silvio Berlusconi pensa al dopo nucleare, come si evince dalle sue parole in una conferenza a Villa Madama in compagnia del premier Israeliano, Benjamin Netanyahu:

Credo che lo sviluppo delle energie rinnovabili sia assolutamente importante anche per quanto riguarda l’Italia che, probabilmente, a seguito di una decisione che il popolo italiano sta prendendo in queste ore, dovrà dire addio all’opzione delle centrali nucleari. Quindi, ora dovremo fortemente impegnarci sul settore delle energie rinnovabili

Il blocco dello sviluppo verso il nucleare rende quindi di primaria importanza la ricerca, lo sfruttamento ed il miglioramento delle tecnologie rinnovabili.

A confermare la futura linea del Premier, il Ministra dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo:

L’energia pulita è un settore in grandissima espansione ed oggi occorre guardarla con un orizzonte che vada ben oltre il 2020, data che fissa gli impegni internazionali del nostro paese in materia di rinnovabili … Su questo tema esiste una vasta adesione bipartisan. Dobbiamo guardare lontano, rafforzando la strategia intrapresa dal Governo (nota di UPLS:????????) che vede nelle rinnovabili non solo un essenziale contributo ai bisogni energetici ma anche una fondamentale filiera di sviluppo imprenditoriale e occupazionale, affinchè l’Italia possa avere un ruolo da protagonista nell’economia del domani.


La nuova linea dell’esecutivo fa esultare il mondo delle imprese che investono nelle rinnovabili. «Apprezziamo le parole di Berlusconi e della Prestigiacomo – commenta Gianni Chianetta, presidente di Assosolare, l’associazione nazionale dell’industria fotovoltaica – anche se tardive rispetto ai provvedimenti presi nei mesi precedenti che sono andati in direzione comletamente opposta. Adesso serve subito un tavolo permamente tra il governo e le associazioni industriali di settore, per attuare un monitoraggio di quelle che saranno le azioni da fare.
E va modificato il nuovo conto energia che ‘soffocà i grandi impianti di rinnovabili».
«Adesso ci auguriamo -continua- che questo cambio di rotta sia vero e quindi ci attendiamo dei provvedimenti e dei fatti veri, come ha fatto la Germania che punta a raggiungere l’80% di rinnovabili entro il 2050, attuando degli step ben precisi. Serve quindi una politica energetica improntata sulle rinnovabili con obiettivi a breve, medio e lungo termine».
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Gli scenari del prossimo futuro sembrano più rosei per l’equilibrio ambientale del pianeta, visto l’impiego sempre più massivo delle energie rinnovabili e della probabile introduzione nel mercato energetico dell’E-cat di Rossi e Focardi, dopo il recente parere positivo della Nasa sul corretto funzionamento del dispositivo dei due scienziati italiani.

Tratto da
Il Democratico

Fusione fredda/ Nasa: Dennis Bushnell ammette che l’E-Cat funziona


Dennis Bushnell scienziato capo della Nasa, ammette che l’invenzione di Andrea Rossi effettivamente funziona, ma corregge il termine fino ad ora utilizzato per designare il processo di funzionamento, non sarebbe fusione fredda, ma una reazione nucleare a bassa energia (LERN), le cui basi teoriche furono gettate più di 20 anni fa da due scienziati americani Widom e Larson.
La reazione probabilmente, è una reazione di decadimento beta a bassa energia – sostiene lo scienziato. .....
Le reazioni a bassa energia o LERN sono molto promettenti come energie alternative, infatti sono in cima alla lista di tecnologie emergenti assieme a pannelli solari super-efficienti, sorgenti geo-termiche, turbine eoliche ad alta quota e supercondensatori.
”La più interessante fra tutte è proprio questa” – dichiara – durante una intervista tenutasi qualche giorno fa via “Ev World PodCast”. Bushnell dichiara che la tecnologia LERN potrebbe risolvere potenzialmente tutti i problemi attuali legati alla produzione e distribuzione di energia, di smaltimento e di inquinamento.”Probabilmente se venisse utilizzato su scala mondiale, non ci sarebbero bisogno di altre fonti alternative, perché la nostra società potrebbe benissimo alimentarsi solamente tramite questo tipo di reattori”.

Una dichiarazione di questo tipo fatta da una persona dotata di tale credibilità è una ventata di aria nuova in un settore che ogni giorno deve sopperire al fabbisogno di una società tecnologica in continua crescita
..

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E Come al solito ....il treno passa e l' Italia lo vede passare

Tratto da Nuova Società.it

Fusione fredda: il 1° ottobre il primo reattore in Grecia

Il 1° ottobre prossimo verrà attivato il primo reattore a fusione fredda. Non in Italia però: sarà la Grecia a utilizzare per prima lo sfruttamento dell’invenzione che, pur fatta a Bologna, non ha trovato in Italia i finanziatori. Una società greca, la Defkalion green Tecnology, impresa di cui Christos Stremmenos, scienziato ed ex ambasciatore, è vicepresidente, dopo aver acquistato i diritti di sfruttare l’invenzione, metterà in funzione il primo reattore da 1 MW in collaborazione con gli Stati Uniti e la Cina a Xanthi, un paese nel nord della Grecia, con un investimento di 200 milioni di euro, per la creazione dell’unità industriale dove si produrranno apparecchiature per la produzione di energia termica ed elettrica a basso costo.

AMARA CONSTATAZIONE DI UNITI PER LA SALUTE.
IN ITALIA SI PREFERISCE INVESTIRE NEL CARBONE..... E NEI TERMOVALORIZZATORI!!!!! E IL TRENO PASSA ......
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Leggi su Trucioli Savonesi

IO NON VADO AL MARE !!!!
CENTRALI E REFERENDUM

Sabato, in Piazza Sisto, la manifestazione contro l’ampliamento della centrale a carbone di Vado, non ha visto la partecipazione di “piccole frange”, così come ultimamente le ha definite la dirigenza Tirreno Power. Non sembrava uno sparuto e anacronistico gruppo di persone quello che affollava la piazza, che assiepava i banchi delle associazioni che numerosissime hanno aderito insieme anche a realtà politiche presenti sul territorio.

Le adesioni all’iniziativa così come il sostegno alla battaglia contro l’ampliamento della centrale sono diventate sempre più sostenute e le rappresentanze dei diversi gruppi sostenitori non hanno voluto mancare a questo importante appuntamento.

.........

Io sabato e domenica non sono andata al mare.

Ero con la mia famiglia e le mie figlie in Piazza a Savona e con la mia famiglia e le mie figlie andremo compatti a votare domenica, fieri di fare la cosa giusta, votando i nostri quattro SI', perché crediamo nella libertà di scelta di un popolo, crediamo nella libertà di un bene pubblico come l’acqua e crediamo che davanti alla Legge si debba veramente essere tutti uguali, anche un Presidente del Consiglio che, ignorando la forza e la legittimità democratica di una consultazione elettorale come il referendum, per la quale anche il presidente della Repubblica e il Papa hanno manifestato la loro volontà di espressione, ritorna anacronisticamente, come il suo amico Craxi, ad invitare la gente ad andare al mare.

Eravamo in Piazza Sisto e domenica nei seggi a votare, certi di fare la cosa giusta !!!

ANTONIA BRIUGLIA

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Leggi anche su Savona News:

Alle parole seguano i fatti. Il MODA al sindaco di Savona: chiudere i gruppi a carbone e metanizzare

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Tratto da Peacelink

Siamo al centro del mondo

di Alessandro Marescotti


Nasce dall'Italia una grande speranza e noi faremo la nostra parte. Per l'acqua e contro il nucleare militare e civile.

....Con noi c'era anche Philip Rushton, un docente universitario collegato ai movimenti antinucleari degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e dell'Australia. Rushton ci ha spiegato che in questo momento il mondo intero sta guardando l'Italia con ammirazione.
Negli Stati Uniti ad esempio i cittadini non possono organizzare un referendum per bloccare le centrali nucleari. Lì in tanti ci invidiano l'istituto referendario.

Con la vittoria referendaria l'Italia ha lanciato un
potente segnale internazionale.
Molti hanno guardato i referendum in una miope visione locale.
Oggi invece siamo al centro del mondo.
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09 maggio 2011

Nucleare, blitz di Greenpeace a Palazzo Venezia e la vita sospesa intorno a Fukushima

Tratto da Ecologiae

Nucleare, blitz di Greenpeace a Palazzo Venezia (video)

Nucleare: blitz di Greenpeace a Palazzo Venezia, sul terrazzo storico di Roma da cui si affacciava il duce per plagiare le masse. Alle prime luci dell’alba un gruppo di attivisti dell’associazione pacifista verde, celebre per le sue azioni dimostrative contro l’atomo, ha scalato per la prima volta il famoso edificio.

Aiutati da un camion-gru, i ragazzi si sono arrampicati sulla facciata e hanno raggiunto il balcone per srotolare un enorme striscione su cui non campeggiava la faccia di Benito Mussolini bensì quella del premier Silvio Berlusconi.
Accanto la scritta: Italiani, il vostro futuro lo decido io. Più giù l’invito: Sul nucleare si deve votare.

A Greenpeace, e non solo, non hanno evidentemente digerito le recenti affermazioni di Berlusconi che ha candidamente ammesso, nel corso del vertice con il presidente francese Nicolas Sarkozy, come quello di rinviare le decisioni sul nucleare con una moratoria altro non fosse (ma si era capito sin da subito) che un escamotage per prendere tempo, rimandando una decisione che sarebbe stata presa sulla scia degli eventi di Fukushima, influenzati dall’onda emotiva.

L’obiettivo, anche questo ahinoi noto, è di evitare l’affluenza alle urne per i referendum di giugno, fare in modo che non si avverta la necessità/urgenza di esprimersi sul nucleare perché al momento non rappresenta più un problema, per poi ripresentare la politica energetica fondata sull’atomo quando le acque si saranno calmate e l’opinione pubblica sarà distratta. ...

Una violazione dei diritti dei cittadini, di tutti i cittadini: quelli per il e quelli per il no. Entrambe le posizioni meritano infatti una soluzione democratica ad un dibattito che anima da tempo la coscienza collettiva, sin da quando si decise, per decreto, il ritorno all’atomo senza consultare Regioni, Comuni e cittadini stessi.

Non andare a votare, cercare di impedire il raggiungimento del quorum altro non è che un vicolo cieco per tutti, pro e contro nucleare, acqua pubblica, legittimo impedimento. La verità è che spaventa la possibilità che il 12 ed il 13 giugno prossimi prevalga il buon senso… civico, possibilità sempre più concreta.
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Guarda il video: IL VOSTRO FUTURO LO DECIDO IO

Tratto da La voce dell'emergenza

Giappone: la vita sospesa intorno a Fukushima

Nelle vicinanze della centrale, ai confini della zona evacuata, gli abitanti vivono in un limbo: la paura è tanta, la speranza di tornare presto alla normalità poca
Yoshitoshi Sewa, di professione contadino, abita a Tenei, che dista circa 65 km da Fukushima. In teoria il posto è sicuro, in pratica i suoi nipoti non escono più a giocare in giardino, riferisce il New York Times. “anche se il governo dice che va tutto bene, nessuno di noi vuole rischiare di prendere radiazioni.” Il Signor Sewa dice che dovrà distruggere la produzione di quest’anno perché non troverà compratori. Chi comprerebbe I prodotti agricoli di Fukushima?

RISCHIO – Le persone che abitano nelle immediate vicinanze della zona evacuata non sanno cosa fare. Si sentono sospese in un limbo, esposte a un livello di radiazioni molto al di sopra della norma, ma non così elevato da essere rischioso per la salute. O meglio, non abbastanza rischioso da generare allarme immediato. A lungo termine non si sa, anche perché gli esperti non sono in grado di fornire risposte certe sui danni a lungo termine che potranno causare le radiazioni, che da quasi due mesi vengono immesse nell’atmosfera dalla centrale di Daiichi. Ma chi vuole prendersi il rischio di far uscire i nipotini a giocare?

SENZA PRECEDENTIIn realtà è difficile per gli esperti giapponesi stabilire in modo preciso quale sia una distanza dalla centrale che si possa definire “sicura”. Insomma, ci sono intere città che non sono state avacuate, ma che non possono essere ritenute a una distanza “di sicurezza” dal disastro. “Si tratta di una situazione senza precedenti, che non corrisponde a nessuno degli studi in nostro possesso...

BAMBINI IN CLASSE – Molte critiche vengono dalla Commissione Internazionale di Protezione Radiologica, che sostiene che i livelli di radiazione consentita sarebbero troppo elevati e che ciò comporterebbe un’eccessiva esposizione dei bambini, che sono molto più vulnerabili alla radioattività degli adulti. Il governo dice che il rischio non c’è, ma come si fa a essere sicuri, giacché appunto gli scienziati stessi non sono sicuri su quale sia il livello di guardia dello Iodio 131 e del Cesio 137? Il Ministero dell’Educazione ha rilevato alte percentuali di elementi radioattivi in scuole elementari e materne nella prefettura di Fukushima. Nella città di Fukushima, che si trova a 35 miglia dall’impianto, le scuole hanno vietato ai bambini di giocare in guardino. Sarà una misura sufficiente?

50 MIGLIA DAL DISASTRO – Molti cercano di sminuire il problema, ma l’assenza di dati certi non aiuta a stare tranquilli...Il governo giapponese ha provveduto a evacuare circa 78.000 persone in un raggio di 12 miglia (20 chilometri) dalla centrale, ma vuole ampliare questa zona, sebbene l’International Atomic Energy Agency statunitense raccomandi l’evacuazione entro 50 miglia dal disastro... (Giornalettismo)



Tratto da La voce dell'Emergenza

Worldwatch Institute: il nucleare era già morto prima di Fukushima

Il nuovo rapporto del Worldwatch Institute,Nuclear Power in a Post-Fukushima World – 25 Years After the Chernobyl Accident“, dimostra che «Anche prima della catastrofe a Fukushima, l’industria nucleare mondiale era in evidente declino». Infatti il rapporto, commissionato al Worldwatch mesi prima della crisi nucleare ancora in corso a Fukushima, dipinge un quadro preoccupante di un settore in invecchiamento e non in grado di tenere il passo con i suoi concorrenti dell’energia rinnovabile.

Alcune delle principali conclusioni della relazione sono: Gli aumenti annuali della produzione di energia rinnovabile hanno superato i nuclear start-ups da 15 anni. Negli Usa la quota di energie rinnovabili aggiuntive dal 2% del 2004 al 55% nel 2009, senza che ci sia stata nessuna aggiunta di energia nucleare......

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Fukushima, radioattività marina alle stelle


Fukushima: l’acqua radioattiva raggiungerà le coste USA

01 luglio 2010

SILVIO BERLUSCONI CONTRO LA STAMPA LIBERA No Bavaglio Day: oggi manifestazioni in tutta Italia contro bavaglio ddl intercettazioni

Tratto da Unonotizie

SILVIO BERLUSCONI CONTRO LA STAMPA LIBERA

No Bavaglio Day: oggi manifestazioni in tutta Italia contro bavaglio ddl intercettazioni

Attacco di Silvio Berlusconi alla stampa anche nel recente viaggio in Brasile. Pronta replica della FNSI, manifestazioni in tutta Italia per oggi, giovedì primo luglio

Duro attacco di Silvio Berlusconi alla stampa italiana, colpevole, secondo il premier, di aver totalmente stravolto la realtà dei fatti degli ultimi giorni.

Berlusconi mette in guardia gli italiani su quella che sarebbe un'autentica disinformazione perpretata ai danni della maggioranza in maniera sistematica e, addirittura, invita i lettori a non comprare più i giornali per punire i responsabili: "Bisognerebbe fare uno sciopero degli italiani per insegnare ai giornali a non prendere in giro i loro lettori".

Non si è fatta attendere la risposta della categoria giornalisti. Su tutti Vittorio Feltri che sul "Giornale" scrive: "Caro presidente Berlusconi, leggo sulle agenzia che lei è favorevole ad uno sciopero degli italiani contro i giornali perchè disinformano e prendono in giro i lettori.
Sarebbe una buona idea se non presentasse un rischio che gli italiani poi la applichino anche contro i politici. I quali nel nostro Paese sono i soli più bravi dei giornalisti a prendere in giro i cittadini, lettori ed elettori".

03 dicembre 2009

2009/12/04 "Vi siete mai chiesti quanto è grande una tonnellata di CO2?ROMA, AZIONE DIMOSTRATIVA di Greenpeace Verso il Vertice di Copenhagen"

Tratto da Ecoblog

Vi siete mai chiesti quanto è grande una tonnellata di CO2?L’architetto Christophe Cornubert e l’artista Alfio Bonanno se lo sono chiesto e hanno trasformato la risposta in una installazione.

Il cubo di CO2 rappresenta una tonnellata di CO2 ed è la raffigurazione concreta dell’impatto medio mensile di una persona nel mondo e di un cittadino americano in due settimane. L’installazione è già a Copenaghen e aspetta l’arrivo delle delegazioni internazionali per mostrare ai leader dei vari Paesi e ai cittadini la rappresentazione fisica dell’impatto di ogni persona sull’ambiente.

Si stima che circa 420 milioni di persone nel mondo vedranno il cubo e sapranno quanto è grande una tonnellata di CO2. Se ve lo siete chiesto, ora conoscete la risposta, diffondetela.

Considerazione di Uniti per la Salute

Apat :INES EPER Ricerca Inquinanti per complesso
Nome complesso:
Centrale termoelettrica di Vado Ligure
Inquinante Aria
Anidride carbonica (CO2)
Anno 2005 Mg/a (MEGAGRAMMI ANNO ) 3703245,7
Anno 2006 Mg /ANNO 3913612,000
Vi siete mai chiesti quanto siano enormi 3703245,7 Megagrammi di co2 relativi al 2005 aggiunti a Mg /ANNO 3913612,000 del 2006 e........a quelli degli anni successivi non ancora a nostra conoscenza.
E quale sia l'impatto sull'ambiente globale e sul nostro futuro di una centrale a carbone di tali dimensioni .Altro che potenziamento..............
Diffondiamo anche questo quando pensiamo al futuro del nostro pianeta e dei suoi abitanti
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Tratto da "IL Corriere.it"
ROMA, AZIONE DIMOSTRATIVA DEGLI AMBIENTALISTI Verso il Vertice di Copenhagen
Da Greenpeace un Berlusconi di ghiaccio
Ma gli attivisti vengono denunciati

ROMA - Un uomo di ghiaccio: non per la saldezza di nervi, bensì in senso letterale. Una statua di ghiaccio che raffigura il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stata posizionata giovedì mattina da attivisti di Greenpeace ai Fori Imperiali a Roma, a fianco delle statue degli imperatori.

«OMAGGIO» - «Si tratta di un omaggio a Silvio Berlusconi per la decisione di partecipare ai lavori del vertice delle Nazioni Unite sul clima di Copenhagen», spiega l'associazione ambientalista precisando che la statua di ghiaccio dovrebbe sciogliersi in circa quattro giorni, esattamente all'apertura del vertice di Copenhagen, il prossimo 7 dicembre.

IL SEQUESTRO - Ma la polizia, fa sapere Greenpeace, «ha sequestrato gli striscioni e ha portato via uno degli attivisti, impegnato nella protesta». Secondo quanto si è appreso, oltre al sequestro di due striscioni la polizia ha proceduto a denunciare sei attivisti di Greenpeace per manifestazione non autorizzata. «Negli striscioni non c'era nulla di offensivo: averli sequestrati è un atteggiamento autoritario che ricorda altre epoche. In democrazia manifestare è un diritto», commenta Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. «Siamo pronti - aggiunge - a passare la notte sul posto se il presidente del Consiglio non risponde positivamente alle richieste contenute nella lettera che gli abbiamo inviato qualche giorno fa: chiediamo all'Italia di abbandonare le posizioni di retroguardia sia in sede europea che a Copenhagen dove deve essere raggiunto un accordo legalmente vincolante e non un banale accordo politico».

NIENTE IRONIA - L'iniziativa degli attivisti, spiegano, è una critica costruttiva: «Andare a Copenhagen è sicuramente una decisione positiva - spiega Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace -. Tuttavia, oltre a partecipare alle "vetrine" internazionali, occorrerebbe perseguire politiche coerenti qui in Italia, politiche che al momento non vediamo. Sul clima, Berlusconi rischia di essere dunque un leader che si scioglie».
L'ITALIA INQUINA - Per l’occasione Greenpeace diffonde giovedì il rapporto «Energy [R]evolution – Uno scenario energetico sostenibile per l’Italia», il primo studio che mostra i potenziali di crescita delle fonti rinnovabili in Italia per i settori della generazione elettrica, produzione di calore, e trasporti. Ancora oggi in Italia oltre il 93% dell’energia proviene da fonti fossili inquinanti.
Il Rapporto descrive un percorso che trasforma l’attuale situazione in un sistema energetico sostenibile. Le fonti rinnovabili saranno in grado di coprire oltre il 60% della domanda di energia primaria del Paese, riducendo le emissioni di gas serra del 71% al 2050, rispetto ai livelli del 1990.

LA POLITICA DEL GOVERNO - Negli ultimi giorni, molti Paesi nel mondo hanno annunciato di essere disposti a introdurre nuovi impegni per la riduzione dei gas serra, spiega Greenpeace, «l’Italia continua invece in una folle politica di ritorno al nucleare e al carbone che impedirà di centrare gli obiettivi internazionali ed europei». Secondo gli ambientalisti «il nucleare non servirà a ridurre le emissioni entro il 2020, e le tre centrali a carbone autorizzate dal ministero dell’Ambiente la scorsa estate aggiungeranno altri 30 milioni di tonnellate di CO2 alle emissioni che l’Italia deve invece ridurre». E nel ricordare che «un vero leader non si scioglie», Greenpeace conclude: «Il governo Berlusconi sta dunque programmando l’aumento delle emissioni, cosa che esporrà il Paese a nuove sanzioni, con costi per lo Stato e per i contribuenti».
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Tratto da"NO all'Abruzzo petrolizzato dalla California"
Una Boccata d'ARIA PURA DALLA CALIFORNIA e una lezione di vita " di Maria Rita D'ORSOGNA

La mia California
Ma prima di chiudere il mio computer oggi ho visto questo articolo della Repubblica sulla California e ho avuto voglia di parlarne perche' in questo momento mi sento felice di avere fatto di questo posto la mia casa.
Qualche giorno fa un giornalista di Roma, Hermes Pittelli che ha pazientemente seguito la faccenda petrolio venendo a sentire le mie conferenze in mezza Italia (Brianza, Corropoli, Vasto, Chioggia e Chieti - deve esserselo imparato a memoria!) mi ha chiesto perche' io facessi tutto questo e perche' da due anni a questa parte io mi sia dedicata anima e corpo alla lotta al petrolio in Abruzzo.

Non me la faccio quasi mai questa domanda perche' sono cosi impegnata a scrivere, a leggere, a fare, a rompere le scatole che non ho quasi mai il tempo di riflettere. Lo faccio e basta, perche' e' giusto cosi' e perche' tutti dovrebbero farlo.

Ma pensadoci un po di piu', la risposta piu' vera e piu' breve che sono riuscita a trovare a queste domande e' che e' perche' sono americana e ancor di piu' californiana, dopo undici anni di vita qui.

Lo so che in Italia questo paese viene visto come il luogo cattivo dove ti lasciano morire in strada se non hai l'assicurazione, dove c'e' la pena di morte e dove mangiano le fettuccine Alfredo - che e' vero, sono orrende.

Ma e' anche - per me - il posto dove tutti si sentono artefici del proprio destino, dove basta volerle le cose, e volerle di piu' di chi ti ostacola, dove se insisti ed insisti ed insisti ancora non potrai che arrivare alla meta che vuoi, e dove tutti possiamo contribuire al bene della societa'.

Questo articolo della Repubblica dice cose che io vedo tutti i giorni.
Qui la gente vernicia le case con pitture speciali per risparmiare energia, la mia scuola mette pannelli solari sui tetti dei parcheggi, le emissioni di CO2 le mandiamo alla foresta tropicale. Smantellano parcheggi per farci campi di calcio, la gente pianta giardini che consumano meno acqua. Per moda ecologica nessuno qui piu' usa sacchetti di plastica, San Franisisco e Los Angeles si fanno la guerra a chi ricicla di piu', a chi diventera' per prima la citta' a zero rifiuti. Nessuno fuma. Il polistirolo in alcune citta' e' vietato. Abbiamo il vuoto a rendere dal 1986 che porta soldi allo stato e ci fa reciclare oltre l'85% delle lattine e del vetro.
Facciamo referendum per decidere che le galline d'allevamento devono avere lo spazio sufficiente per allungare le ali nella gabbia o per obbligare le ditte fornitrici di energia a distribuire entro il 2010, il 20% di energia rinnovabile. La gente compra macchine ibride e sul mercato ci sono gia' macchine elettriche al 100%. La Chevron e' obbligata ad andare sui giornali che dire che le estrazioni di petrolio fanno venire il cancro a chi gli sta vicino.

Ricordo la storia di un signore sul Los Angeles Times di qualche anno fa che regalo' il sistema fotovoltaico alla sua parrocchia per renderla al 100% solare e perche' diceva era giusto cosi'. Siamo lo stato dove Arnold Schwarzenegger ha portato in causa il governo Bush perche' non consentiva alla California di abbassare i limiti delle emissioni delle macchine.

Nessuno dice che non si puo'. Tutti dicono che ci dobbiamo provare e lavorarci sodo.

E' contagioso. Io ho imparato qui a reciclare tutto, a fare il compostaggio, a comprare verdure prodotte solo dai contadini della zona, a non usare l'asciugatrice, a chiudere il rubinetto quando non serve e solo perche' attorno a me si respira un clima secondo il quale e' la cosa giusta da fare, e tutto dipende da ciascuno di noi. E non sono cosi' speciale. Lo fanno in tanti.

E' bello e mi fa sentire che tutti possiamo fare qualche cosa di buono per il pianeta e che se le cose partono dal basso e le moltiplichiamo per tutti noi, il mondo cambia. E questo vale anche per l'Italia.

E' questo spirito che ha animato tutte le cose che ho fatto in Abruzzo. L'idea che se tutti facciamo qualcosa, un email, una parola, una lettera, un po di tempo, non possiamo che vincere, per il petrolio e per ogni altra cosa che ci riporta la nostra dignita' di cittadini, di persone e non di succubi della Casta, dell'ENI, della Petroceltic di una giunta regionale inutile e anacronistica.
Ogni cosa che abbiamo fatto, l'abbiamo fatta tutti noi, insieme, e io spero che alla fine di questa storia resti nella societa' d'Abruzzo il profumo dell'idealismo, del fare le cose perche' e' giusto cosi, del volere il bene della nostra terra, della nostra gente e niente altro.