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26 dicembre 2009

2009/12/26 Inquinamento e polmoniti, fenomeni strettamente legati/Inquinamento, rifiuti e impatto sulla salute

Tratto dawww.stetoscopio.net

Inquinamento e polmoniti, fenomeni strettamente legati

L’inquinamento atmosferico può raddoppiare il rischio, per le persone anziane, di essere ricoverati di polmonite. Lo afferma una recente ricerca realizzata da scienziati della McMaster University in Canada che hanno compiuto un ampio studio sugli abitanti di una cittadina, Hamilton, nell’Ontario, ove sono installate grandi aziende per la lavorazione dell’acciaio. La ricerca voleva investigare a fondo se ci fosse una relazione tra il vivere in un ambiente a grande concentrazione di polveri sottili ed altri agenti inquinanti, ed il numero di ospedalizzazioni per problemi polmonari.
345 sono stati i pazienti di 65 anni di età coinvolti nello studio monitorati per due anni dopo essere stati ospedalizzati per disturbi ai polmoni.

I ricercatori hanno calcolato quali fossero i livelli di inquinamento medio annuo di polveri sottili e biossido di azoto, una sostanza inquinante prodotta soprattutto dal traffico automobilistico, nei dintorni delle case delle persone arruolate nello studio.

Si è scoperto che le persone che vivevano nelle zone della città con i più alti livelli di polveri sottili e biossido di azoto, avevano il doppio delle probabilità di subire un ricovero in ospedale per polmonite, rispetto a coloro che abitavano in altre aree della città, anche valutando eventuali cofattori di rischio come il fumo di sigaretta.

Sebbene sia stato verificato empiricamente, ancora non è chiaro il motivo per cui l’ambiente inquinato aumenta i rischi di ospedalizzazioni per polmonite, anche se precedenti ricerche su animali hanno verificato che sostanze inquinanti come il biossido d’azoto rendono più difficoltoso lo scambio di ossigeno nei polmoni, il che ne indebolisce la struttura, esponendoli maggiormente ad infezioni, influenze stagionali e polmoniti.

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Inquinamento, rifiuti e impatto sulla salute 1. Fonti Emissive

Bilancio ambientale della produzione di energia elettrica da carbone. ....
accurata revisione dei risultati di questi studi e ha individuato per i principali eventi sanitari .......
Leggi tutto :tratto dal RAPPORTO APAT ANNUALE DELLA REGIONE VENETO
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Tratto da" SenzaColonne.it"

No al carbone e al gas: corteo colorato per le vie della città


La Brindisi del NO è scesa in piazza. Un cordone umano per “salvare la città dall’assedio”. Dopo rimostranze pubbliche a suon di fischietti, silenziosi atti di accusa, lettere di protesta, i gruppi “No al carbone” e “Anti Cerano” hanno scelto la musica per farsi sentire. Un corteo di protesta culminato con un concerto in Piazza Santa Teresa per chiedere, in una fase delicata in cui si discute di nuove convenzioni energetiche, una drastica riduzione del quantitativo di carbone all’Enel, alle Amministrazioni locali di tutelare e rappresentare il diritto alla salute della cittadinanza brindisina e non. Associazioni ambientaliste, culturali e di volontariato, associazioni di categoria, sindacati, partiti, rappresentanti delle istituzioni, in migliaia si son dati appuntamento nel piazzale della Stazione ferroviaria. Insieme studenti e pensionati, assessori e comuni cittadini, hanno marciato fianco a fianco per un fine comune: pretendere il rispetto del territorio e dei suoi abitanti.
“La nostra provincia ha pagato e continua a pagare un tributo pesantissimo a un modello di sviluppo basato su mega impianti industriali di grande impatto per l’ambiente e la salute dei cittadini. I livelli di inquinamento raggiunti e il conseguente aumento di patologie tumorali non possono più essere tollerati - afferma il ventottenne Daniele Pomes, membro attivo del “Gruppo No al Carbone” - Non è più possibile indugiare oltre, occorre assumere provvedimenti che pongano un limite alle emissioni di sostanze inquinanti nel nostro territorio. Riteniamo che la questione energetica brindisina vada una volta per tutte affrontata e risolta”.
Precisi gli obiettivi a cui non rinunciare: una drastica riduzione del quantitativo di carbone non inferiore del 30% del quantitativo movimentato nel 2004 e risultati più congrui in termini di salvaguardia ambientale.
“Oltre alla quantità di carbone bruciato e le emissioni conseguenti, si dovrebbe anche tener conto della radioattività del carbone. Sebbene non sia risaputo è stato comprovato da molti studi scientifici come le centrali a carbone presentino livelli di radioattività molto alti. Da qui la necessità di una verifica in questo senso da svolgere a Cerano. In mancanza di risultati positivi su questi due punti fondamentali, dovrebbe essere negata da parte degli enti locali una firma ad una convenzione che comporterebbe una legittimazione politico-istituzionale in favore di una società elettrica che disattende da anni le istanze degli stessi enti territoriali e che mortifica diritti fondamentali della nostra comunità”.

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