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17 maggio 2010

2010/05/17 Rossano : Riconversione della centrale Enel: per l'Amministrazione tutti devono sentirsi coinvolti


Tratto da www.sibarinet.it
Rossano / Riconversione della centrale Enel: per l'Amministrazione tutti devono sentirsi coinvolti

Riportiamo il molto interessante commento di un
lettore ,(collegamento all'articolo sopra citato),perchè contiene spunti molto interessanti e perfettamente condivisibili non solo a Rossano ....
di cui evidenziamo un passaggio fondamentale
"Vorrei ricordare al Sindaco di Rossano, in qualità di Autorità Sanitaria datagli e riconosciutagli dagli art. 216 e 217 del R.D. 27 luglio 1934 nr. 1265, che è suo dovere TUTELARE LA SALUTE DEI CITTADINI. Spesso i sindaci dimenticano questo importante strumento legislativo che hanno a disposizione e non lo utilizzano per impedire la realizzazione di tante scelte sbagliate che si fanno sui territori."
"No alla centrale di Rossano"

Mi stavo chiedendo se l'amministrazione comunale e i vari enti territoriali coinvolti sia nei procedimenti amministrativi che dagli impatti ambientali, abbiano calcolato il carico ambientale che la riconversione della centrale avrà sui territori sia in termini economici che in termini di salute per i cittadini.

Mi chiedo anche, se si siano fatti i conti con la necessità di ridurre le emissioni della CO2 (se non si rispetta il trattato europeo poi l’Italia deve pagare le multe alla comunità europea come già dovrà fare quest’anno), perchè non penso che una centrale a carbone possa in nessun modo ridurre tali emissioni.
Questo tipo di centrale produrrà inquinamento (e non solo CO2) che non deriverà esclusivamente dalla centrale, ma anche da tutto l’indotto che ci sarà intorno (navi che trasportano il carbone, camion per il trasporto del carbone e dei rifiuti e tutto quello che nell’articolo è descritto): quanto costerà produrre energia elettrica in questo modo?
Quanta energia non calcolata se ne andrà in “fumo” per produrre gli 800MWe finali? Quanto costerà in termini di salute la convivenza con questo tipo di centrale ai cittadini che risiedono nei territori circostanti la centrale, che già avranno pagato molto cara questa convivenza visto il tipo di impianto già presente?
Inoltre la richiesta di energia elettrica è in calo, la stessa Terna lo attesta con i resoconti ufficiali dei consumi energetici, questo trend negativo lo avevamo già nel 2008 (i dati sono pubblicati) ma già si sta annunciando che per il 2009 sia stata la stessa cosa (-6.7% rispetto all’anno precedente).

Vi vorrei segnalare l’interessante articolo pubblicato sul sole24ore di una settimana fa in cui è stato pubblicato uno studio effettuato dalla "fondazione per lo sviluppo sostenibile",dove sono prospettati 2 scenari di consumi energetici per i prossimi 20 anni : in entrambi gli scenari analizzati, si vuole indicare, che per raggiungere gli obbiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 e continuare comunque a produrre l'energia elettrica necessaria, il parco termoelettrico dovrà essere in buona parte sostituito con le energie rinnovabili, per cui non ha senso continuare ad installare nuove centrali termoelettriche o continuare ad investire in questo settore, perchè l'energia dovrà inesorabilmente essere prodotta puntando sul solare ed eolico, in primis, oltre al geotermico, idrico e biomasse. Questo è possibile, non parliamo di fantascienza, basta iniziare sin da ora a fare progetti e realizzazioni che si incamminino su questa via.
Bisogna riconoscere ad ENEL che ha proposto un progetto che utilizzerà anche il solare, ma la caldaia da 800 Mwe sarà comunque alimentata a carbone e biomasse e le 4 turbogas saranno comunque alimentate a metano.
Non è innovazione, oggi, proporre interventi di questo tipo, perchè questi impianti funzioneranno per 30 anni dalla loro prima accensione, per cui, verranno dismessi almeno fra 35-40 (2045-2050) anni da oggi, se nel periodo temporale si comprende sia l'iter autorizzativo che il tempo per la costruzione.
Altro dato che vorrei sottolineare è il falso deficit di produzione di energia elettrica nazionale: l'Italia non ha nessun deficit di produzione, siamo autosufficienti, la stessa ENEL lo dichiarava in un'interrogazione parlamentare fatta ai rappresentanti ENEL nel gennaio del 2002, dove la società attestava già all’epoca che la capacità installata era sufficiente a garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale e che le centrali venivano utilizzate in misura largamente inferiore alla loro potenzialità.
Nel mentre è intervenuta la Legge 55/02 che ha liberalizzato il mercato della produzione elettrica, incentivando il potenziamento del parco di produzione,(sotto la bandiera di un falso deficit di produzione dell’energia elettrica e per la necessità di abbattere i prezzi) ma nonostante questo, il costo dell'elettricità non si è mai abbassato.
Al momento ci troviamo nella condizione di avere una capacità produttiva superiore alla domanda, con centrali che vengono spente per il 57% del tempo (lavorano 3500 ore/anno invece che 8100 ore/anno) ....E CONTINUIAMO A FARE NUOVE CENTRALI TERMOELETTRICHE (anche se questa centrale verrà depotenziata di 480 MWe).
Se a queste circostanze si aggiunge il fatto che le fonti fossili, a secondo del tipo, si è già in grado di stimare quando i giacimenti si esauriranno, ad oggi si può già calcolare che nel futuro queste fonti, saranno sempre più preziose (perché rare) e quindi sempre più costose, va da sé che anche per questa ragione non è conveniente investire in questo tipo di centrale.

Da parte mia, condivido la scelta di ENEL di convertire la vecchia centrale ad olio combustibile e gas naturale riducendone la potenza, ma non posso assolutamente condividere la scelta progettuale proposta, per tutte le ragioni che ho sopra indicato.
Apprezzabile sarebbe stata la scelta di ENEL di convertire l’impianto con uno totalmente ecosostenibile, che non impattasse l’ambiente con strutture mastodontiche ( camini da 150 mt., pontili, 3 silos del diametro di 55 mt. e 65 mt. di altezza, una caldaia dell’altezza di 105 mt.) e non producesse inquinamento proprio e collaterale causato dal traffico veicolare e dallo smaltimento delle ceneri, del gesso e quant’altro.

Vorrei ricordare al Sindaco di Rossano, in qualità di Autorità Sanitaria datagli e riconosciutagli dagli art. 216 e 217 del R.D. 27 luglio 1934 nr. 1265, che è suo dovere TUTELARE LA SALUTE DEI CITTADINI. Spesso i sindaci dimenticano questo importante strumento legislativo che hanno a disposizione e non lo utilizzano per impedire la realizzazione di tante scelte sbagliate che si fanno sui territori.

Vorrei anche ricordare all’ Amministrazione comunale di Rossano e a tutte le Amministrazioni che saranno interessate dai procedimenti autorizzativi dell’impianto, che la salvaguardia del territorio, della salute, della proprietà, non è un”affare di partito”,
ma il DOVERE di ogni pubblico amministratore e dovrebbe essere la ragione per la quale gli stessi si sono canditati: per rappresentare e difendere le volontà dei cittadini e dei territori che amministrano.

Perché quando ci sono progetti palesemente sbagliati che non potranno mai essere compatibili nè con i territori in cui si vuole realizzarli,nè con le reali necessità della nazione, le Amministrazioni (maggioranza e minoranza insieme) devono esprimere un NO fermo e deciso e combattere unite fino all’ottenimento di questo risultato.

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