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18 maggio 2010

Polveri sottili, i nuovi limiti e la salute/ Picco di ipertensione per chi vive in ambienti inquinati

Tratto da "Villaggio globale"

Il convegno Ispesl/Iss

Polveri sottili, i nuovi limiti e la salute
Cosa succede a seguito delle nuove determinazioni legislative. La situazione ambientale degli ultimi dieci anni in Italia. Gli effetti biologici delle polveri. I link delle varie relazioni
Pasquale Avino, Ispesl

Dopo la nube del vulcano islandese che ha turbato l'aviazione mondiale e pare anche il clima con un ritorno d'inverno, l'interesse per le particelle sottili (le nano polveri) è aumentato esponenzialmente riempiendo l'Aula Bovet dell'Istituto superiore di sanità (Iss) gremita in ogni ordine di posto sul tema «Nuovi Limiti per il Materiale Particellare Sospeso: Problematiche e Prospettive». L'evento, organizzato congiuntamente dall'Istituto superiore per la sicurezza e la prevenzione del lavoro (Ispesl) e dall'Iss, ha visto la partecipazione di studiosi del settore confrontarsi sulla tematica del materiale particolato e i suoi effetti sulla salute esacerbati da Ash che pone nuovi problemi e "non solo per la sicurezza dei motori aerei". La giornata, partendo dalla prossima uscita del recepimento della Direttiva europea 2008/50/CE sul particolato PM2,5, ha ripercorso sia dal punto normativo sia tecnico-scientifico quelle che sono le attuali conoscenze nel settore.
Dopo i saluti di benvenuto degli organizzatori e dei direttori di dipartimento dei due enti organizzatori, Giorgio Cattani (Ispra) ha aperto la giornata illustrando la situazione ambientale degli ultimi 10 anni in Italia riguardo il PM10 e PM2,5 prima dell'entrata in vigore della nuova Direttiva: il ricercatore ha illustrato la situazione che verrebbe a crearsi a seguito delle nuove determinazioni legislative. Questa relazione ha permesso ai successivi relatori di inquadrare il problema nella sua ottica scientifica analizzando il rapporto del materiale particolato con altre sostanze presenti in atmosfera (Giuseppe Viviano, Iss) o in relazione alle dimensioni granulometriche (Maurizio Manigrasso, Ispesl), alla composizione chimica (Cinzia Perrino, Cnr), all'esposizione in microambienti diversi (Giorgio Buonanno, Università di Cassino) e all'importanza dello strato di rimescolamento sulla relativa concentrazione dei PM (Ezio Bolzacchini, Università di Milano Bicocca).
Due relazioni sugli effetti biologici delle polveri (Pierpaolo Mudu, Organizzazione mondiale della Sanità, e Francesco Forastiere, Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio) hanno illustrato quelli che sono gli effetti sanitari e le relative evidenze riscontrate negli studi su questo complesso inquinante.....
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Tratto da Ecologiae

Picco di ipertensione per chi vive in ambienti inquinati

Di Marco Mancin

Le persone che vivono in aree urbane dove l’inquinamento da particolato nell’aria è elevato tendono ad avere la pressione arteriosa superiore a quelli che vivono nelle aree meno inquinate, secondo i ricercatori dell’Università di Dusiburg-Essen in Germania. I ricercatori hanno usato i dati provenienti dall’Heinz Nixdorf Recall Study, uno studio effettuato su una popolazione di quasi 5.000 persone che si concentra sullo sviluppo di malattie cardiache. Essi hanno analizzato gli effetti dell’esposizione all’inquinamento atmosferico sulla pressione arteriosa tra il 2000 e il 2003.

Mentre alcuni studi precedenti hanno dimostrato che un aumento acuto del particolato atmosferico, come le fluttuazioni giorno per giorno, può aumentare la pressione sanguigna, poco era noto nell’esposizione a medio e lungo termine.

I nostri risultati mostrano che chi vive in aree con livelli più elevati di inquinamento dell’aria hanno associata una più alta pressione sanguigna

ha spiegato Barbara Hoffman, capo dell’Unità di Epidemiologia Ambientale e Clinica dell’Università di Duisburg-Essen, e autore senior dello studio. I risultati sono stati presentati alla Conferenza Internazionale 2010 ATS a New Orleans.

Gli autori hanno utilizzato un modello di dispersione e di trasporto chimico per stimare l’esposizione a lungo termine alle polveri sottili. Per la misurazione della pressione del sangue, hanno utilizzato un dispositivo automatico oscillometrico che rileva il movimento del sangue attraverso l’arteria brachiale e converte i movimenti in un segnale digitale.

Hanno trovato che la pressione arteriosa media è aumentata di 1,7 mmHg per un aumento di 2,4 mg / m³ nel livello di esposizione alle particelle sottili (meno di 2,5 micron), che proviene principalmente da fonti di combustione nelle aree urbane (traffico, riscaldamento, industria, impianti energetici).Hanno trovato una associazione simile per le particelle più grosse al di sotto dei 10 micron, che contengono più materiale come particelle di crosta terrestre e l’inquinamento stradale.


Sia la pressione arteriosa sistolica che diastolica sono più alte nelle persone che vivono nelle zone più inquinate, anche se prendiamo in considerazione importanti fattori che influenzano la pressione sanguigna come età, sesso, fumo, peso, ecc. L’aumento della pressione sanguigna era più forte nelle donne che negli uomini

ha aggiunto il dottor Hoffman. La pressione alta aumenta il rischio di aterosclerosi, un indurimento delle arterie, che porta a malattie cardiovascolari come infarto e ictus.

I nostri risultati potrebbero spiegare perché le persone che vivono nelle zone più inquinate sono ad un rischio maggiore di soffrire e morire per queste malattie.

E’ stato anche dimostrato che l’esposizione al rumore cronico, per esempio nei residenti in prossimità delle strade principali, è associato con la pressione arteriosa elevata o con le malattie cardiache.

Nel nostro studio, i livelli di inquinamento atmosferico rappresentano una media di concentrazioni di fondo che non erano collegate alla vicinanza con strade trafficate. Pertanto, l’aumento osservato della pressione sanguigna non è probabilmente dovuto all’esposizione al rumore. Questa conclusione sull’inquinamento atmosferico non si limita ad individuare un rischio per la vita con eventi come infarti e ictus, ma può anche influenzare i processi di base che portano alle malattie cardiovascolari croniche. E’ pertanto necessario promuovere i nostri tentativi di evitare l’esposizione cronica all’inquinamento atmosferico elevato quanto più possibile.

Fonte: [Sciencedaily]

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Leggi tratto da Terra

L’adorazione del dio petrolio che ha generato la marea nera

Massimo Cavallini da Miami
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MONDO. Il Golfo del Messico è colpito da una delle catastrofi ecologiche più gravi della storia. Ma come è stato possibile?Dietro le quinte, storie di controllori che diventano di colpo controllati in una incredibile “revolving door”, società che confondono i proprio ruoli in nome delle trivellazioni, interessi che dominano sulla sicurezza e che con i presidenti Bush si sono insediati negli anni scorsi addirittura nella Casa Bianca....

Alcune ricostruzioni
Ma forse è meglio esemplificare. È toccato in questi giorni al Wall Street Journal - non esattamente un nemico giurato del capitalismo - offrire ai suoi non propriamente sovversivi lettori , con il più ricco elenco di nomi e di circostanze, la più ampia descrizione di questa “intima relazione”. Intima, prolungata e - specie a fronte dell’apocalittica realtà della tragedia provocata - anche molto banalmente “normale”. Per parafrasare la più celebre battuta del celeberrimo film “Grand Hotel”: funzionari che vanno, funzionari che vengono. E tutti con una ragione ben precisa: quella di fare, senza riserve, gli interessi dell’industria petrolifera...
Nuove leggi, nuove speranze, nuovi movimenti. La tragedia del Golfo sembra invece, al momento, soltanto aver privato d’un elemento - per l’appunto, la recente decisione, annunciata da Obama, di riaprire parte delle coste Usa alla trivellazione petrolifera - il compromesso raggiunto per far passare al Senato una nuova legge energetica.
Come andrà finire? Sarà quello che sapremo - forse - alla prossima puntata. Ma fino a dove sarà arrivata in quel momento - se mai quel momento arriverà - la nera marea del petrolio?

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