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Un risultato non scontato, ottenuto grazie alla costante azione portata avanti sin dal 2008 dalla Procura di Civitavecchia, che vogliamo ringraziare pubblicamente, e che non solo rende merito alle tante delle denunce dei comitati,ma soprattutto rende palese ancora di più, semmai ce ne fosse bisogno, l’illegittimità del Consorzio per la gestione dell’Osservatorio istituito dai Sindaci del comprensorio, su spinta del Sindaco Moscherini, nel 2009.
I cittadini continueranno nella loro azione di denuncia delle tante carenze ed omissioni amministrative ed autorizzative e chiederanno ai competenti organi di controllo, quali ad esempio la Corte dei Conti, di verificare la correttezza delle modalità e finalità di utilizzo dei fondi ENEL destinati all’Osservatorio.

Tratto da Il Corriere del mezzogiorno.it
Inquinamento, voto unanime: il Comune fa causa alle industrie
Chiederà il risarcimento per danni ambientali. Decisione del Consiglio: «L'Ilva non ha rispettato gli impegni»
TARANTO - Il Comune di Taranto brucia i tempi e passa direttamente alla richiesta di risarcimento danni all’Ilva. La strategia annunciata appena dieci giorni fa dal sindaco Ezio Stefàno è cambiata. Non più un esposto alla procura per avviare l’indagine e identificare gli inquinatori ai quali poi indirizzare la richiesta di indennizzo, ma azione diretta contro Emilio Riva.Nell’ottobre del 2005 fu condannato in Cassazione con sentenza definitiva perché riconosciuto colpevole di «getto pericoloso di cose e imbrattamento». La magistratura, quindi, un inquinatore l’ha già identificato e sanzionato. La svolta s’è avuta avant’ieri sera, alla vigilia del consiglio comunale chiamato a decidere sull’azione contro Ilva, quando l’ufficio legale del Comune ha informato il sindaco di aver predisposto «gli atti finalizzati all’azione di risarcimento del danno correlati alla sentenza della corte di cassazione». Ieri mattina, nell’aula del Consiglio, Stefàno ha annunciato questa iniziativa e l’ordine del giorno presentato dal consigliere Mario Laruccia (Riformisti) proprio per sollecitare l’assemblea a chiedere a Riva l’indennizzo è subito apparso superfluo e superato dall’iniziativa legale dell’amministrazione....
I professori Uricchio e Triggiani e il giudice Acquaviva hanno dichiarato «ammissibile nella sua interezza il quesito numero tre, cioè la richiesta di risarcimento dei danni per inquinamento ambientale. Trova fondamento oltre che sull’articolo 2043 del codice civile anche nelle specifiche previsioni normative contenute nell’articolo 18 della legge 249 del 1986 che legittimano all’azione risarcitoria per danno ambientale anche gli enti territoriali sui quali incidono i beni oggetto del fatto lesivo».
Al termine del dibattito il consiglio all’unanimità ha approvato un documento che «impegna l’amministrazione ad iniziare entro i termini di prescrizione l’azione civile tesa ad ottenere il risarcimento del danno patrimoniale da parte dell’Ilva, quanto meno sotto l’aspetto della violazione degli obblighi assunti nei confronti del Comune di Taranto con gli atti d’intesa sottoscritti, e comunque ad iniziare entro dieci giorni da oggi (ieri, ndr) un atto interruttivo dei termini di prescrizione».L’amministrazione comunale, quindi, lega l’azione risarcitoria al mancato rispetto degli atti d’intesa da parte dell’Ilva... E’ prevalsa la tesi che sostiene: è vero, il Comune ritirò la costituzione di parte civile nel processo ma solo perché l’Ilva garantì che avrebbe attuato le migliori tecnologie possibili per abbattere l’inquinamento.
Poiché non lo ha fatto adesso i tarantini chiedono un indennizzo.
Cesare Bechis
19 maggio 2010
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