La Cartina della Liguria è tratta dal Piano di risanamento della Qualità dell'aria della Regione Liguria del 2006 e mostra gli effetti dell'inquinamento atmosferico mediante mediante
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Vado Ligure Genova La Spezia
Tratto da Città di Genova
Dossier Legambiente sulle emissioni inquinanti:"Pessima performance per la Liguria"
Riceviamo e pubblichiamo una nota di Legambiente Liguria in merito al dossier sulle emissioni inquinanti industriali. “L’Unione Europea approva la nuova direttiva sulle emissioni industriali, purtroppo ancora una volta piena di deroghe per le industrie italiane, che avranno per ancora molti anni licenza di inquinare.
Infatti, come ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente “Nonostante la nuova direttiva limiti in parte le possibilità di deroga, gli impianti industriali e le centrali a carbone che finora hanno potuto inquinare senza adeguarsi alle BAT potranno continuare a farlo per almeno un altro decennio, mentre i cittadini italiani dovranno continuare a pagare i costi ambientali e sanitari provocati dall’attività inquinante di questi impianti. Nella nuova direttiva, inoltre, i criteri di applicazione delle BAT continuano a mantenere la forma di ‘linee guida’ e non di criteri legalmente vincolanti, lasciando spazio a possibili abusi da parte degli Stati membri e rendendo più difficile la funzione di controllo della Commissione”.
Anche nella nostra regione saranno oggetto di questa direttiva importanti impianti produttivi come la Italian Coke di Bragno a Cairo Montenotte e centrali termoelettriche a carbone di Genova e La Spezia ( Enel) e Vado Ligure ( Tirreno Power).
Ebbene, nel dossier nazionale di Legambiente sulle emissioni industriali presentato a Roma il 7 Luglio 2010 la nostra regione fornisce una performance purtroppo negativa su questo tema, sia in termini di emissioni clima alteranti come la CO2 che per le altre tipologie, che sono dannose per la salute dei cittadini e per l’ambiente.
In particolare l’impianto dell’Italian Coke di Bragno (SV) è risultato primo in Italia nelle emissioni di Benzene con 16,6 t/a emesse in aria.
Non se la cavano meglio le centrali termoelettriche liguri: nella classifica stilata da Legambiente la Centrale Enel di Genova sotto la Lanterna è 7a su 101 ( questo è il numero di centrali termoelettriche e altri impianti industriali che hanno dichiarato le emissioni di Ossidi di Zolfo) con 8280 t/a mentre è 11a (su 287 industrie che hanno dichiarato le emissioni di Ossidi Azoto) con 3560 t/a.
Bassa performance(N.b con bassa performance intendono Bassa performance ambientale) anche per la Centrale Termoelettrica di Vado Ligure della Tirreno Power che è 13a per gli SOx con 4960 t/a e 15a per gli NOx con 3030 t/a; leggermente più su la Centrale Enel della Spezia è 25° per gli SOx con 2830 t/a e 23° per gli NOx con 2600 t/a.
Di fronte a questi dati è del tutto evidente che la Liguria deve uscire dalla produzione energetica e dalle fonti di emissioni industriali basate sui combustibili fossili e puntare sulle rinnovabili. E’ un impegno che chiediamo venga preso davvero sul serio dalla Regione, e su questo chiamiamo direttamente in causa il Presidente Claudio Burlando, commenta Stefano Sarti, presidente regionale ligure di Legambiente.
Chiudere la centrale Enel di Genova, opporsi all’ampliamento della centrale di Vado Ligure, e più in generale chiudere con la produzione a carbone nelle tre centrali termoelettriche –dove dovrà essere usato come combustibile di transizione il Metano - in favore di risparmio efficienza e fonti rinnovabili questo dovrà essere l’impegno concreto di Regione; Province e Comuni e sarà sulla base di questo che le giudicheremo e denunceremo ogni ambiguità e ritardo.
Chiediamo anche un impegno concreto per risolvere la questione dell’Italian Coke di Bragno che, come dicono i dati nazionali, è molto grave per quel territorio, impegno che deve essere pressante anche e soprattutto per il Comune di Cairo Montenotte".
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Tratto da Noalcarbone
Ecco quello che il carbone della Federico II scarica nelle acque di Brindisi
In una cosa i dirigenti di Arpa Puglia, al cospetto dei dirigenti Enel,sono stati chiari: le falde acquifere della provincia di brindisi sono «inquinate e compromesse al 90%». In pratica sono tossiche. Allo stesso tempo, però, la stessa agenzia regionale precisa che la causa non è da attribuirsi all'Enel, bensì è da ricercare nel petrolchimico e nelle industrie farmaceutiche del territorio. Anche in questo caso non mettiamo in dubbio la parola di nessuno, saranno i cittadini a giudicare, ci prendiamo semplicemente la briga di sottolineare quanto riportato dai dati degli autorevoli registri europei, di pubblico dominio, quali Registro Europeo delle Emissioni Inquinanti (EPER, fino al 2005) e Registro Europeo Emissioni e Trasferimenti di Sostanze Inquinanti (E-PRPT) istituito dal parlamento europeo nel 2006.
Anche per le falde acquifere, facendo riferimento esclusivamente agli scarichi della centrale a carbone Federico II, le scoperte sono sorprendenti.
Anche per le falde acquifere, facendo riferimento esclusivamente agli scarichi della centrale a carbone Federico II, le scoperte sono sorprendenti.
Partiamo dai floruri, altamente tossici: Enel ne ha scaricato
nel 2005 più di 6,5 tonnellate, mentre gli ultimi dati attestano 5,3 tonnellate: in qualche anno sono centinaia le tonnellate riversate dall'impianto a carbone.
nel 2005 più di 6,5 tonnellate, mentre gli ultimi dati attestano 5,3 tonnellate: in qualche anno sono centinaia le tonnellate riversate dall'impianto a carbone.
L'arsenico, vero e proprio veleno prodotto dalla combustione del carbone,dovrebbe essere scaricato per una quantità massima di 5 kg l'anno secondo gli organi europei: una quantità che comunque ha degli effetti pesanti sulla salubrità dell'acqua. Nel 2005 Enel ne ha versato 134,4 kg, mentre oggi ne versa circa 42,2 kg l'anno.
Il mercurio ha degli effetti terrificanti: con una soglia massima di un chilo l'anno, nel 2005 sono stati versati 2,7 kg, ad oggi sappiamo che vengono scaricati 3,8 kg di mercurio l'anno.
Ecco altri dati interessanti: Nichel, con una soglia massima di 20 kg, nel 2005 ne sono stati versati 120 kg, gli ultimi dati riportano 75,7 kg l'anno;
Cadmio, nel 2005 15 kg versati, ad oggi 7 kg l'anno;
Rame, con una soglia di 50 kg, viene riversato per quasi 80 kg l'anno;
Zinco, con una soglia di 100 kg, viene riversato per 150 kg l'anno;
quasi 40 kg di piombo l'anno; quasi 70 kg di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA).
Stiamo parlando di sostanze altamente tossiche e cancerogene, le cui soglie massime stabilite definiscono comunque delle quantità pesantissime per la salute. Tali soglie vengono abbondantemente e costantemente superate da Enel ormai da decenni.
Se il il petrolchimico è molto inquinante, la centrale a carbone di brindisi non ci sembra un miracolo sanitario, come sanno bene i reparti oncologici degli ospedali pugliesi.
Le falde acquifere della sibaritide non saranno avvelenate dal carbone per il solo profitto di Enel e dei suoi faccendieri.
Il carbone pulito non esiste, il futuro della nostra terra si.
Flavio Stasi
Forum Ambientalista Calabrese
Coordinamento Nazionale Contro il Carbone
Flavio Stasi
Forum Ambientalista Calabrese
Coordinamento Nazionale Contro il Carbone
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