Inceneritori e malformazioni fetali: studio francese conferma correlazione
“Maternal residence near municipal waste incinerators and the risk of urinary tract birth defects” è uno studio, l’ennesimo, condotto nella regione del Sud Est della Francia, Paese che nel 2000 ha incenerito 11 milioni di tonnellate di rifiuti, il 26% della produzione.
E’ stato condotto da una equipe Università di Lione, di Rennes e dal Registro delle Malformazioni del Rhone-Alpes, la zona dove sono emersi picchi di malformazioni nei nuovi nati, che non trovano giustificazione.
Si tratta di 304 neonati che hanno evidenziato difetti all’apparto genitale. In particolare problemi renali e di uropatia ostruttiva.
Sylvaine Cordier, Anne Lehebel, Emmanuelle Amar, Lucie Anzivino-Viricel, Martine Hours, Christine Monfort, Cecile Chevrier, Mireille Chiron, Elisabeth Robert-Gnansia, sono le donne scienziate che hanno approfondito con passione ed attenzione il problema, giungendo a delle conclusioni prevedibili quanto preoccupanti.
“Gli inceneritori dei rifiuti” recita il trattato “rilasciano una miscela di sostanze chimiche persistenti con un forte potenziale tossico per l’embrione, inclusi metalli pesanti e diossine/furani, nell’atmosfera”.
Stiamo parlando proprio degli inceneritori, quelli che fanno meno male di una grigliata, a sentire parlare la nostra scienziata locale, nonché assessore all’ambiente del comune di Parma.
“Abbiamo trovato una associazione tra il vivere in prossimità di un inceneritore e il rischio di difetti all’apparato urinario dei nuovi nati” è la lapidaria conclusione dello studio che sottolinea come anche il consumo di prodotti locali modifichi il rischio di malattie per la capacità di bioaccumulo per esempio nel latte vaccino e nei derivati (formaggi).
Un evidente monito a non consumare prodotti che sono cresciuti in prossimità di questi impianti.
Tra qualche anno allora occhio alle insalate made in Ugozzolo, salvo quella di nonno Allodi, che ancora ci tiene all’oscuro della localizzazione della sua nuova residenza all’ombra del camino.
Gli inceneritori sono i massimi responsabili dell’emissione di diossine nell’ambiente.
In Francia il primato è del 52% dell’emissione totale, con 202 grammi di dosi tossiche equivalenti (I-TEQ) all’anno. Oltre le diossine questi impianti emettono tutta una serie di composti estremamente pericolosi: policlorobifenili, policiclici aromatici, metalli pesanti come cadmio, arsenico, cromo, mercurio, particolati volanti come PM10, ossidi di zolfo, insomma la solita ricetta indigesta.
La zona censita ha attivi 21 inceneritori di rifiuti, mentre sono 70 gli impianti che dal 1988 haoo operato per almeno un anno nella regione.
Lo studio si è concentrato in un raggio di 10 km dal camino di emissione, considerato l’ambito più pericoloso e soggetto a ricadute.
Lo studio non ha sottovalutato le altre fonti emissive che sono state calcolate caso per caso.
I modelli emissivi sono stati condotti scientificamente in base alle dichiarazioni dei gestori, quindi sull’emissione media degli impianti.
Lo studio è disponibile sul nostro sito all’indirizzo: http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/maternal.pdf.
(Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma, tratto da: ParmaDaily)
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...........E’ dimostrato da studi del Ministero dell’Ambiente che con il CDR in centrali a carbone (trattandosi di impianti “non dedicati” ai rifiuti) si producono più diossine, furani e metalli pesanti, come “nanopolveri” che sfuggono ai sistemi di filtraggio, di quelli che vengono emessi dai “famigerati” inceneritori.
2009/11/05 "Centrali a Carbone e cdr "
Scritto da Virginio Fadda e Agostino Torcello |
Pochi dati per svelare la molto probabile chiusura del ciclo dei rifiuti urbani (RSU) in Provincia di Savona nella discarica del "Boscacccio" di Vado (Ecosavona) con la combustione di CDR (combustibile derivato dai rifiuti) da bruciarsi pericolosamente nei gruppi a carbone della vicina centrale T. Power di Vado.
Afferma il Sindaco di Vado Caviglia che al "Boscaccio" arrivano i rifiuti di 65 su 69 Comuni della Provincia di Savona (Savona & Ponente del 14 Luglio 2010) che la discarica è in via di saturazione.
Dichiara inoltre l’Ing. Pacitti Presidente di Ecosavona che è in programma l’ampliamento per 1,5 milioni di mc che permetterà almeno 10 - 15 anni di smaltimento con "trattamento a freddo" (Il Secolo XIX del 7/07/2010).
ECCO I NOSTRI CALCOLI
- E’ noto che un milione di tonnellate di rifiuti corrispondono in volume a circa 832.000 mc in discarica.(vedi)
- In Provincia di Savona nel 2007 si sono prodotti 203.562 tonnellate di rifiuti (Fonte Prov. Di Savona)
- Secondo i dati di cui sopra quindi 1,5 milioni di mc di ampliamento permettono di abbancare circa 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti complessivi
- Se l’ampliamento consente di smaltire i rifiuti per 10 – 15 anni, allora significa che
1,8 milioni di tonnellate : 10 anni = 180.000 tonnellate/anno (durata 10 anni)
1,8 milioni di tonnellate : 15 anni = 120.000 tonnellate/anno (durata 15 anni)
Ma se i rifiuti da smaltire in Provincia di Savona sono almeno circa 200.000 tonnellate ogni anno ciò significa che mancherebbero all’appello da 20.000 t/anno (200.000-180.000) a 80.000 t/anno (200.000 –120.000) se la durata prevista dall’ampliamento è rispettivamente di 10 o 15 anni.
Ma, guarda caso, tali quantità mancanti all’appello corrispondono precisamente alla stima di CDR ( da 40.000 a 60.000 tonnellate/anno) da prodursi prevalentemente nella discarica del Boscaccio di Vado come indicato nel Piano provinciale Rifiuti della Provincia di Savona che possono quindi essere bruciati nei vicini gruppi a carbone della centrale T. Power in sostituzione del carbone (pag. 170 Piano rifiuti).(vedi)
IL PERICOLO REALE E’ QUINDI L’ALTISSIMO RISCHIO DI BRUCIARE NOTEVOLI QUANTITA’ DI RIFIUTO CDR PRODOTTO NELLA DISCARICA DEL BOSCACCIO NEI GRUPPI A CARBONE DELLA VICINA CENTRALE T. POWER CON PRODUZIONE DI DIOSSINE E METALLI PESANTI NELL’ARIA PERICOLOSISSIMI PER LA SALUTE IN QUANTITA’ BEN SUPERIORI A QUELLE CHE SAREBBERO PRODOTTE IN UN PUR PERICOLOSO MODERNO INCENERITORE IN AGGIUNTA AI FUMI DEL CARBONE.
QUESTO POTREBBE ANCHE AIUTARE A CAPIRE PERCHE’ NON PARTE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA IN PROVINCIA DI SAVONA CHE SOTTRARREBBE "PREZIOSE" QUANTITA’ DI RIFIUTO COME CDR.
IN ALTERNATIVA ALLA SQUALLIDA E OBSOLETA SCELTA DI SMALTIRE I RIFIUTI IN DISCARICHE O PEGGIO DI BRUCIARLI COME CDR PER FAVORIRE I LUCRO DI POCHI MA DANNI ALLA SALUTE DI MOLTI, RIBADIAMO ANCORA UNA VOLTA "RIFIUTI ZERO" COME ATTUATO DAL PROF. CONNETT IN CALIFORNIA CHE NON PREVEDE NE’ COMBUSTIONE DI RIFIUTI NE’ DISCARICHE.
Savona, 7 Agosto 2010
Virginio Fadda (biologo)
Agostino Torcello (medico pneumologo)
MODA Savona
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