Tratto da Savona News
Nel numero di settembre del mensile diocesano “Il Letimbro”, in edicola da oggi, un’editoriale firmato dalla redazione esprime la posizione del giornale sulla vicenda della Tirreno Power, dopo il dibattito di questi giorni sollevato dalle domande della libreria Ubik.(omissis)
Di seguito il testo dell’editoriale
Tutela della vita umana, dell’ambiente e del lavoro. Correttezza e amore per la verità. Crediamo fermamente che un giornale cattolico come il nostro non debba mai dimenticare questi principi. Questo è il primo essenziale presupposto per affrontare il delicato tema legato alla centrale Tirreno Power di Vado Ligure. Ulteriore premessa è che il nostro mensile mai si è lasciato trasportare da posizioni preconcette o strumentali, in nessun caso e neppure in questo. Abbiamo sempre dato voce alle opinioni di tutti: cittadini, comitati, politici, sindacati, industriali, medici e la stessa azienda di cui, tempo fa, abbiamo anche ospitato un’inserzione pubblicitaria.
Ma dopo mesi di dibattiti e tante parole, riteniamo giusto far sentire anche la nostra voce.
Il tema è di estrema attualità per noi, in primis perché proprio il primo settembre la chiesa italiana ha celebrato la “quinta giornata per la salvaguardia del creato”, quindi perché nei giorni scorsi la questione del potenziamento della centrale termoelettrica è tornata prepotentemente alla ribalta.
una clamorosa iniziativa di contrasto al progetto infatti, la libreria Ubik ha raccolto numerose firme di personalità nazionali e del territorio in calce a una articolata lettera con dieci domande indirizzata all’ingegner De Benedetti (azionista della centrale). L’impatto mediatico è stato notevole: ripresa da molti quotidiani nazionali, la notizia ha suscitato enorme sensazione.
Le risposte non sono arrivate.
Le risposte non sono arrivate.
La direzione della centrale è intervenuta dichiarando, ancora una volta, che pur con il potenziamento a carbone è in grado di ridurre le emissioni. Un’affermazione duramente contestata dagli oppositori, tra cui il referente scientifico dell’Ordine dei medici. Non pretendiamo, non avendo conoscenze mediche e tecniche specifiche, di dare giudizi inappellabili a riguardo neppure di entrare nel dettaglio delle argomentazioni.
Tuttavia constatiamo che alle domande, pur con tono polemico, non è seguita alcuna spiegazione dettagliata, ma il solito refrain, che sa molto di slogan.
Inoltre prendiamo atto che, a fronte di un progetto di ulteriore considerevole utilizzo del carbone, le amministrazioni locali, in primis molti Comuni del territorio e la Regione Liguria, si sono già fermamente pronunciati con delibere formali contro il potenziamento. Pare evidente che il parere delle amministrazioni locali in una società civile e democratica debba avere peso determinante.Vero che il Ministero dell’ambiente ha espresso un parere positivo, ma il ministero è a Roma mentre il problema è qui, sul nostro territorio.
E proprio contro quella pronuncia ministeriale hanno prodotto formale ricorso la Regione Liguria, i Comuni di Vado e Quiliano, un’associazione di cittadini e, ad adiuvandum, il Comune di Savona.
Questa è la considerazione civile e sociale a cui, come anticipato, aggiungiamo anche quella più legata ai nostri valori introducendo il concetto di “prudenza”, necessaria davanti a una scelta così impattante su tanti cittadini e sul territorio.
Nella dottrina cattolica la prudenza è la prima delle virtù cardinali e consiste, con l’aiuto dello Spirito Santo, nella capacità di discernere il giusto dall’ingiusto, il bene dal male.Un concetto cristiano che trova singolare riproposizione in chiave di ordinamento civile. Nella stessa Costituzione Europea c’è un preciso richiamo al “principio di precauzione: la politica dell'Unione in materia ambientale mira a un elevato livello di tutela ed è fondata sui principi della precauzione e dell'azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all'ambiente.
Non solo. Benedetto XVI , nell’enciclica “Caritas in veritate” ha posto in evidenza che lo sviluppo umano integrale è strettamente collegato ai doveri derivanti dal rapporto dell’uomo con l'ambiente naturale, il cui uso comporta una comune responsabilità verso l’umanità intera, in special modo verso i poveri e le generazioni future.
Non solo. Benedetto XVI , nell’enciclica “Caritas in veritate” ha posto in evidenza che lo sviluppo umano integrale è strettamente collegato ai doveri derivanti dal rapporto dell’uomo con l'ambiente naturale, il cui uso comporta una comune responsabilità verso l’umanità intera, in special modo verso i poveri e le generazioni future.
E nel messaggio del gennaio 2010 il Papa scrive: “Pur evitando di entrare nel merito di specifiche soluzioni tecniche, la Chiesa si premura di richiamare con forza l'attenzione sulla relazione tra il Creatore, l'essere umano e il creato…il degrado ambientale è spesso il risultato della mancanza di progetti politici lungimiranti o del perseguimento di miopi interessi economici, che si trasformano, purtroppo, in una seria minaccia per il creato”.
E ancora: “Auspico l'adozione di un modello di sviluppo fondato sulla centralità dell'essere umano, sulla promozione e condivisione del bene comune, sulla responsabilità, sulla consapevolezza del necessario cambiamento degli stili di vita e sulla prudenza, virtù che indica gli atti da compiere oggi, in previsione di ciò che può accadere domani”.
La prudenza dunque, come cristiani e come cittadini, impone di non sottovalutare, ma anzi di approfondire le problematiche evidenziate con i quesiti posti da tante personalità del mondo scientifico, politico, religioso e medico sulla pericolosità del carbone, sul possibile uso della centrale come inceneritore, sulla misurazione dell’inquinamento definita “insufficiente” e sulla effettiva quantità degli inquinanti previsti con il potenziamento.
Non dimentichiamo certamente le obiezioni di chi vede nel potenziamento un’occasione – pur da verificare – di posti di lavoro, ma proprio la prudenza ci impone di mettere davanti all’importante valore dell’occupazione quello assolutamente primario della tutela della vita umana.
Prudenza infatti non vuol dire passività o accettare compromessi, ma significa valutare con la massima attenzione i problemi e i rischi che riguardano il presente ed il futuro di tutto un territorio. prudenza, in ultima istanza, significa fare la scelta forse meno facile, ma anche meno pericolosa.
Venerdì 03 Settembre 2010
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