Tratto da Peacelink
In difesa della nostra salute
Sono necessarie alcune premesse. L’Italia è un paese in cui l’emergenza ambientale e sanitaria legata all’inquinamento persiste ormai da decenni, soprattutto in particolari zone. Spesso, infatti, alla consistente urbanizzazione e industrializzazione di alcune aree si accostano caratteristiche geografiche del territorio tali da rendere l’inquinamento particolarmente persistente. Un esempio palese è la pianura padana, una delle regione più inquinate d’Europa assieme all’area dei Paesi Bassi, dove l’abbraccio delle Alpi rende l’aria del nord Italia decisamente “stagnante”; o l’area di Taranto, avvelenata dal suo polo industriale (Ilva, Cementir, raffineria Eni, inceneritore, ecc.) o la zona industriale siciliana di Augusta-Melilli-Priolo, il cosidetto "triangolo della morte".
L’Italia, infatti, è sotto procedura di infrazione europea per le elevate concentrazione di polveri sottili nell’aria per aver ignorato l’ennesimo ed ultimo avvertimento inviato dalla Commissione Europea il 5 maggio 2010 (link comunicato).
Il decreto legge, così come il precedente 152/2007, riguarda come detto diversi inquinanti: biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo, il particolato PM10 e PM2.5, ozono, arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene.
La campagna di PeaceLink si è concentrata su quest’ultimo, ma il ripristino della precedente normativa andrà ovviamente a coinvolgere tutti gli inquinanti citati.
Questi e altri sono i motivi per continuare a seguire e sostenere la campagna di PeaceLink per l’abrogazione di questa nefasta legge.
Aderisci alla campagna benzo(a)pirene di PeaceLink
Allegati
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Benzo(a)pirene, la posizione del Governo
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Tratto da Parmadaily.it
Se il giallo dell'inceneritore si tinge di blu Europa
Un esposto contro la costruzione dell'inceneritore di Parma è stato depositato presso la Commissione Europea dagli avvocati parmigiani Pietro De Angelis e Arrigo Allegri, che denunciano l'illegittimità degli atti amministrativi che hanno portato all'approvazione del progetto stesso.
Il nuovo missile contro l'ormai sgangherato edificio del camino inquinante è stato lanciato l'11 ottobre scorso, destinataria la Commissione delle Comunità Europee e riguarda alcuni inadempimenti nella procedura di assegnazione a Enia-Iren di tutto il Polo Ambientale Integrato, oggi in costruzione a Ugozzolo.
Le norme sulla concorrenzialità e sulla trasparenza sarebbero alla base del nuovo sviluppo legale della vicenda che ormai da mesi sta tenendo banco sulle prime pagine dei giornali locali, ma che ora sta assumendo un profilo transnazionale.
Il progetto dell'inceneritore da 130 mila tonnellate sembra ormai accerchiato da una serie di questioni legali dalle quali Iren non sembra più in grado di uscire: il piano economico finanziario, più volte chiesto da cittadini, associazioni, addirittura dal sindaco di Parma Vignali, non è ancora stato consegnato.
E pensare che proprio la trasparenza degli atti riguardanti il Pai è parte integrante della delibera del consiglio comunale che aveva dato il via al collocamento del forno nell'area dello Spip, un voto unanime che recitava senza mezze misure l'obbligo di Iren di fornire tutta la documentazione richiesta da cittadini e associazioni.
Questo rifiuto, che perdura ormai da 137 giorni, oltre 4 mesi, potrebbe anche configurare una nullità dell'atto, conseguente alla mancata adesione di Iren agli obblighi imposti dal massimo consesso cittadino.
Anche all'interno di Iren non sembrano avere le idee molto chiare visto che a seconda di chi scrive la versione cambia. Si passa da un piano economico finanziario che non può essere mostrato per questioni di Borsa, ad un Pef che non esiste nemmeno (clicca qui).
Poi il mistero sui costi dell'impianto: 180 milioni secondo le stime inserite nel progetto, 265 milioni secondo quanto dichiarato nella richiesta di finanziamento alla Bei, la banca europea degli investimenti, che ha concesso ad Iren cento milioni di euro di credito.
Possibile che li abbia concessi senza sapere nulla del piano economico finanziario?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
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Tratto da Borsa Italiana FINANZA ETICA
Il Governo cinese contro le aziende inquinanti
Imposto un blocco ai prestiti bancari per chi inquina troppo 18 Ott -
La Banca Centrale di Pechino a emanato un provvedimento a tutela dell’ambiente, secondo il quale è stato ordinato a tutte le banche locali di bloccare i prestiti alle aziende più inquinanti. Sarà anche divulgata una serie indicatori secondo i quali verrà valutato l’impatto ambientale delle compagnie.
Già il mese scorso il governo cinese ha intimato a più di 2000 compagnie che operano nei settori dell’ acciaio, carbone, cemento e alluminio di chiudere gli impianti obsoleti entro la fine di settembre, sempre minacciando un blocco al credito bancario.
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