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24 febbraio 2011

1)LIBIA:GREENPEACE,più rinnovabili riducono impatto crisi geopolitiche2)Solare: entro 20 anni potrebbe fornire il 100% dell’energia al mondo

Tratto da Libero news.it

LIBIA:GREENPEACE,più rinnovabili riducono

impatto crisi geopolitiche

Roma, 23 feb. - (Adnkronos) - La crisi in Libia e le sue ripercussioni nelle forniture di petrolio e gas al nostro Paese "dimostrano, ancora una volta, quanto le energie rinnovabili siano fondamentali anche per migliorare la sicurezza negli approvvigionamenti energetici in Italia". Così Greenpeace interviene sull'attuale scenario della Libia sottolineando come le energie verdi possano ridurre l'impatto delle crisi geopolitiche. "Le fonti rinnovabili sono le uniche in grado di aumentare l'indipendenza dall'estero e ridurre l'impatto di possibili crisi politiche nei Paesi produttori", sottolinea Domenico Belli, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.

Quasi tutto il petrolio e il gas, ricorda l'associazione ecologista, provengono dall'estero e ancora nel 2010 la bolletta energetica ha pesato per oltre 51 miliardi di euro nelle tasche dei cittadini italiani. E questo vale del resto anche per l'uranio che dovrebbe alimentare le centrali nucleari previste dal Governo.

"Questa situazione rende ancor più assurda la campagna contro le rinnovabili in corso nel nostro Paese. Il Governo - continua Belli - dovrebbe rivedere, anche per questo motivo, la sua proposta di Decreto sulle rinnovabili che, di fatto, renderà molto difficile lo sviluppo di una filiera nazionale dell'energia solare fotovoltaica ed eolica.

Fonti energetiche che, in questi ultimi anni, sono finalmente decollate anche in Italia".

Tratto da Ecologiae

Solare: entro 20 anni potrebbe fornire il 100% dell’energia al mondo

Ray Kurzweil è forse il futurista più famoso del mondo. Tra i suoi successi si annoverano la legge dei ritorni acceleranti, in cui si afferma che la tecnologia migliora a ritmi esponenziali; alcune previsioni sui computer negli anni ’80 (più precisamente che un computer avrebbe battuto un uomo a scacchi entro il 1998), e che il mondo potrebbe collegare le reti in un qualche sistema globalmente connesso a metà degli anni ’90, quello che oggi chiamiamo internet.

Ora, Kurzweil parla del solare. In un’intervista a Grist spiega perché non è affatto preoccupato per il cambiamento climatico, e come le fonti energetiche rinnovabilidiventeranno dominanti molto prima di quanto pensiamo. E speriamo abbia ragione anche stavolta.

Una delle mie tesi principali è che le tecnologie dell’informazione crescono in modo esponenziale nella capacità, potenza, larghezza di banda e così via. Se si acquista un iPhone oggi, è due volte più buono di com’era due anni fa per la metà del costo. Questo sta accadendo con l’energia solare – si raddoppia ogni due anni. E non è stata avviata due anni fa, ma 20 anni fa. Ogni due anni, abbiamo il doppio dell’energia solare nel mondo. Oggi, il solare è ancora più costoso rispetto ai combustibili fossili, e nella maggior parte delle situazioni, ha ancora bisogno di sovvenzioni o di circostanze particolari, ma i costi stanno scendendo rapidamente. Ci sono solo pochi anni di distanza dalla parità.

Adesso l’energia solare corrisponde a circa mezzo punto percentuale di energia del mondo. Le persone tendono a respingere le tecnologie, quando sono così poco diffuse. Ma raddoppiando ogni due anni, questo significa che mancano appena otto bienniprima di soddisfare il 100% dell’energia mondiale di cui abbiamo bisogno. In pratica appena 16 anni. Potremo aumentare il nostro utilizzo di energia elettrica nel corso di tale periodo, in modo da aggiungere un altro paio di bienni (anche se i sostenitori del risparmio energetico non sarebbero d’accordo), e dunque in appena 20 anni il nostro fabbisogno energetico verrà soddisfatto solo con il solare.

Si legge un certo ottimismo nelle parole di Kurzweil, anche se non è l’unico a sostenere che la tecnologia presente oggi stesso sia già sulla buona strada per essere quella del futuro. Purtroppo però se quel ragionamento si è dimostrato corretto per quanto riguarda le tecnologie informatiche, è difficile che possa essere confermato in quelle energetiche, dato che le scoperte e la diffusione sono molto meno frequenti che per quanto riguarda i computer. Inoltre, a differenza del mondo informatico, attualmente c’è una certaopposizione al mondo delle energie pulite, proveniente dalle lobby del petrolio, del nucleare e del carbone, le quali potrebbero ostacolare questo processo di transizione verso un mondo “solare”. Di certo vent’anni fa le lobby delle macchine da scrivere non si sono opposte alla nascita dei computer, altrimenti probabilmente questi terminali si sarebbero diffusi con molto più ritardo. Speriamo ugualmente che Kurzeil ci possa smentire.

Tratto da Rinnovabili.it

Un documento pubblicato da Greenpeace Spagna

Greenpeace: con "La battaglia delle reti" un futuro a base di rinnovabili

Un futuro 100% rinnovabile è possibile. Lo descrive Greenpeace Spagna in un documento redatto per sollecitare i governi ad abbandonare la produzione da carbone e nucleare lasciando spazio a smart grid e fonti alternative

(Rinnovabili.it)Greenpeace Spagna ha pubblicato, a dimostrazione che l’Europa è oramai pronta a produrre la propria energia da fonte rinnovabile, un rapporto intitolato La battaglia delle reti rendendolo pubblico oggi e ribadendo come la rigidità degli impianti nucleari presenti nel continente e le centrali a carbone siano attualmente il vero ostacolo alle rinnovabili.

Nel rapporto viene per questo evidenziata la necessità, per arrivare al 2050 alimentati esclusivamente da fonti green, di eliminare gli impianti a carbone e le centrali nucleari entro il 2030, riuscendo per quella data ad ottenere il 68% dell’energia generata sfruttando esclusivamente fonti energetiche alternative.
Ne “La batalla de las redes”, questo il nome originale del documento, viene per la prima volta descritto il panorama europeo, come potrebbe essere il continente con una smart grid europea in grado di mettere in collegamento tutte le aree del continente: una attenta gestione della rete, una idonea tecnologia di controllo e una rete che collega le reti di trasmissione potrebbe infatti, secondo l’associazione ambientalista, bilanciare efficacemente la fornitura energetica anche nei momenti in cui vento e sole non sono al massimo della disponibilità.

Presto, quindi, la produzione da fonte alternativa entrerà in conflitto con la produzione da fonte fossile, che a tutt’oggi, nei momenti di massima produzione, hanno la priorità di immissione in rete.
Secondo Jan Vande Putte, responsabile della campagna energia di Greenpeace International “i politici europei dovrebbero prendere le distanze dal carbone e dal nucleare, che stanno bloccando il progresso verso un sistema del futuro ad energia pulita, moderna ed efficiente. Lo scorso anno è stato deciso lo stop a migliaia di turbine eoliche per favorire la continuazione delle centrali nucleari e a carbone”.
Prestando particolare attenzione al caso della Spagna la relazione illustra una situazione in cui le rinnovabili hanno avuto una rapida ascesa e stanno contribuendo attivamente al fabbisogno del paese con un apporto che nel 2010 è stato del 35% per quanto riguarda l’energia prodotta da fonte green, il 21% da nucleare e l’8% da carbone.
In grado a volte di contribuire anche ad un terzo dell’energia necessaria al paese le rinnovabili in Spagna hanno spesso dovuto arrestare la propria produzione mediante lo spegnimento degli impianti, come nel sopracitato caso dell’eolico, facendo in modo che l’eccessiva produzione non andasse perduta in momenti in cui il vento era particolarmente favorevole e senza la possibilità di arrestare la produzione da atomo.
“Il problema dell’energia nucleare non è solo il pericolo. L’ostacolo è nella rigidità nel favorire l’integrazione delle energie rinnovabili su vasta scala," ha detto José Luis García Ortega, responsabile per la campagna del cambiamento climatico e l’energia di Greenpeace Spagna. “Se vogliamo sfruttare tutta la potenza rinnovabile, pulita e indigena che abbiamo, abbiamo bisogno di un sistema flessibile, di reti intelligenti centrali che possano modulare l’output, in modo che noi possiamo pianificare l’abbandono e dei pericoli e dell’inflessibilità del nucleare”.

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