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05 marzo 2011

E' stato votato il decreto legislativo che penalizzerà il fotovoltaico e i relativi posti di lavoro..

Tratto da la repubblica

Imprese ancora in trincea
"Il decreto è incostituzionale"

La mobilitazione contro la norma approvata ieri dal governo chiama in causa il Quirinale: "Napolitano non firmi, viola l'articolo 76". Sostegno anche da una parte della maggioranza, banche in allarmedi VALERIO GUALERZI......... Il decreto legislativo2 voluto dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani potrebbe spostarsi al Quirinale. Il giudizio delle organizzazioni ambientaliste, dell'opposizione e soprattutto delle associazioni di categoria nei confronti del provvedimento che tra le altre cose ordina a iniziare dal prossimo giugno una ricontrattazione degli incentivi previsti per il fotovoltaico, legandoli a un massimale da stabilire di anno in anno, rimane fortemente negativo.

Vista però l'insensibilità del governo a modificare una norma che rischia di mettere in ginocchio l'unico settore economico cresciuto negli ultimi anni malgrado la crisi, creando migliaia di nuovi posti di lavoro, l'obiettivo si è spostato dal merito al metodo.

Tutte le principali associazioni di produttori di energia verde, Aper, Gifi Asso Energie Future, Assosolare, si sono riunite quindi oggi a Roma per denunciare l'incostituzionalità dell’articolo 25 del testo uscito ieri da Palazzo Chigi. "Il decreto legislativo sulle rinnovabili approvato dal Consiglio dei ministri - denuncia il presidente di Asso Energie Future, Massimo Sapienza - non tiene in alcun conto i pareri espressi dalle Commissioni Parlamentari; è in contrasto con la direttiva europea che fissa per l'Italia un obiettivo del 17 per cento di energia da fonti rinnovabili entro il 2020; non rispetta i criteri indicati dalla legge delega. Per questi motivi chiediamo al Presidente della Repubblica Napolitano di non firmare il decreto perché viola l'articolo 76 della Costituzione".

Nel corso della conferenza stampa convocata per lanciare la nuova battaglia, le associazioni hanno distribuito anche la lettera che verrà recapitata nelle prossime ore al Capo dello Stato. Un articolato documento che cita una lunga serie di precedenti giuridici a sostegno di questa interpretazione.

In allarme per i contraccolpi devastanti del decreto Romani sul tessuto economico legato alla produzione di energia rinnovabile è anche il settore bancario.

Tratto da Tuscia WEB
Giovedì 3 marzo, è stato votato il decreto legislativo sul fotovoltaico.

In merito a questo avvenimento molte discussioni e controversie: probabilmente siamo di fronte all’ennesimo fallimento annunciato. Quella che vuole essere messa in luce e promossa come una geniale e proficua innovazione altro non è che un modo per penalizzare in maniera velata non solo la produzione di energia ma anche molte persone impiegate in questo settore.

Questa è la mia visione, che si oppone, ricevendo approvazione sia da alcune cariche politiche che da molti cittadini comuni, ai tagli previsti entro il 2020 per i fondi destinati al fotovoltaico.

Queste sottrazioni previste dal nuovo decreto presentato dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani non solo mettono in luce forti carenze ma provocheranno anche e soprattutto la perdita del posto di lavoro per oltre 120 mila persone circa che lavorano, direttamente o indirettamente nel settore.

Anche le principali associazioni ambientaliste e le organizzazioni del settore delle rinnovabili sono scese in piazza per opporsi alle modifiche sull’energia “verde” e come me contestano la cancellazione del Conto energia nel 2014, il taglio degli incentivi sull’eolico e le restrizioni per gli impianti fotovoltaici a terra.

In quanto consigliere e occupandomi in prima persona dei rapporti con i giovani, non posso far finta di niente di fronte alle pesanti conseguenze che questo decreto produrrà non solo in termini economici ed energetici, ma anche e soprattutto per la perdita di forza lavoro.

A volte uno si può anche stancare di continuare a difendere l’ovvio. Un modo intelligente e sano per far risparmiare energia al nostro Paese e per produrne una discreta quantità sfruttando fonti alternative non solo più sane ma anche più economiche rimane un discorso scomodo per i petrolieri (nostrani e gli amici nordafricani) e i costruttori di centrali nucleari.

Come non opporsi ad un decreto che rema contro ogni principio di innovazione e di salvaguardia della salute e del mondo? Che ammazza il solare e l'eolico? Perché non sfruttare la possibilità di migliorare il tenore di vita deturpando il meno possibile l’ambiente ed ottenendo il massimo dei risultati?

A maggio/giugno avremo a che fare con un nuovo referendum sul nucleare: non perdiamo l’occasione per bloccare il delirio nuclearista e rilanciare tutte le fonti rinnovabili”.

Marco Gentili
Consigliere Pd dell’Università Agraria di Tarquinia delegato ai rapporti con le Università e al progetto Agraria Giovani

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Considerazioni di Uniti per la Salute

Ci permettiamo una piccola considerazione:Il governo italiano e il Ministero dello Sviluppo Economico (!!!!!!)hanno deciso di risolvere il nostro problema energetico nazionale e quello dei posti di lavoro con il solito vecchio e tecnologicamente superato oltre che deleterio per la nostra salute Carbone e con il nucleare

Questo per noi e' il futuro a cui ci vogliono condannare e queste sono solo le premesse di partenza .

Tanti auguri a noi tutti ne abbiamo tanto bisogno vista la lungimiranza della programmazione energetica.

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