TRATTO DA LA REPUBBLICA
Il cigno nero e la diaspora dal nucleare
(Teleborsa) - Roma, 17 mar - E chi se l'aspettava! Certo che la mente umana è strana; influenzabile per induzione fino al paradosso.Quella italiana poi va oltre ogni ragionevole limite, connotando atteggiamenti a dir poco sorprendenti. I funesti eventi giapponesi in tema di energia nucleare, hanno rispolverato la vecchia diatriba tra "Nucleare SI o Nucleare NO".
La strada della produzione di energia per mezzo della tecnologia nucleare è stata intrapresa definitivamente 50 anni fa, con un'accelerazione spiccata negli anni 70, nel bel mezzo dello shock petrolifero. Paesi come la Francia ne hanno fatto un credo assoluto, arrivando a soddisfare circa il 77% della produzione di energia del paese transalpino che in parte è rivenduta ai paesi confinanti, Italia compresa.(nota di Uniti per la salute:"in compenso noi in Liguria corriamo "seri rischi per la vicinanza delle loro centrali nucleari e in più subiamo gli...... influssi........ della centrale a carbone TIRRENO POWER di cui lo STATO FRANCESE E'UNO DEI
GLI AZIONISTI di MAGGIORANZA:Gdf Suez)
La Gran Bretagna ha diversificato in funzione della disponibilità di altre fonti energetiche, così come la Russia che ha in casa risorse petrolifere a sufficienza. La Spagna si è aggregata senza tanta convinzione arrivando a costruire 4 centrali, spostando poi l'attenzione su altre fonti di energie alternative. In sintesi, l'universo mondo, in misura più o meno marcata, ha intrapreso la strada del nucleare in ordine sparso.
Il sistema Italia ha invece fallito tutti gli appuntamenti, rimanendo adesso in mezzo al guado, schiacciato tra l'urgente affrancamento dalle fonti fossili e l'avvio di progetti per energie alternative ancora nel cassetto.
Di fatto l'Italia non ha nulla su cui sviluppare una progettualità chiara e di lungo termine. Se non un potenziale know how mediaticamente sbandierato dalla politica.
E adesso tutti si guardano indietro. Il dramma giapponese è stato una mazzata sulle aspettative dei filo nucleari a tutti i costi come l'Italia e un elemento di riflessione per altri paesi, come la Germania, che invece di centrali nucleari ne hanno e si rendono conto di cosa significa sostenerne i costi in termini di sicurezza.
Non sorprende la Francia, che le centrali oramai le ha messe anche in chiesa; tornare indietro adesso equivarebbe al suicidio energetico, come non soprende il fatto, però, che non se ne costruiscano più ma si preferisce aggiornare tecnologicamente le vecchie centrali. Da qui la diaspora ideologica da un sistema che mostra le sue falle ogni qualvolta ci si mette mano.
I Tedeschi dicono STOP a sette delle loro centrali, ritenute non sicure, sviluppando contestualmente altre tecnologie come l'energia solare termodinamica.
La Spagna ne ha già pronta una costruita in 18 mesi da 14.000 MW.
In italia invece non si sa nemmeno dove costruire gli impianti e come smaltire le scorie, non si è consapevoli del fatto che per realizzare una centrale occorrono almeno dieci anni, così come cinque o dieci centrali non risolvono il problema.
Se non si affrontano questi interrogativi risulta difficile anche solo discuterne di nucleare.
Tutto il mondo marcia verso il sole e noi ci guardiamo ancora intorno.Oggi nel 150° anniversario della nostra Italia, sarebbe bello fare qualche domanda a Cavour e Garibaldi al riguardo. Che tristezza stare a guardare
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CONSIDERAZIONI DI UNITI PER LA SALUTE
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Che tristezza stare a guadare quando in Italia siamo famosi per il nostro sole,quando potremmo essere i primi a sfruttarne le risorse,ed invece mandiamo le nostre menti ad operare altrove(VEDASI CASO del PREMIO NOBEL RUBBIA).
Ma noi IN ITALIA ,A CAUSA DELLA LUNGIMIRANZA DEI NOSTRI GOVERNI,ABBIAMO le centrali a CARBONE DA POTENZIARE ED AUTORIZZARE ,AUMENTANDO ULTERIORMENTE LE PROBLEMATICHE ,ANCHE A LIVELLO RADIOATTIVO,PER LE PERSONE ESPOSTE ,PER NOI CITTADINI CHE,nostro malgrado ,VI VIVIAMO SOTTO NELL'INDIFFERENZA PIU' TOTALE DI TANTI...TROPPI DECISORI POLITICI
LEGGI UNO STALCIO:TRATTO DA SAVONA NEWS
ALTRI 150 DI QUESTI ANNI?
........Ma sarà un rischio MINIMO rispetto a quello che corriamo ogni giorno, a Savona, a causa dell’inquinamento da carbone: che non solo libera nell’aria e nell’acqua una lunga serie di sostanze cancerogene (per chi avesse bisogno di ripassare: polveri, in particolare PM 2.5; Benzopirene, Diossine e Benzene; Microinquinanti inorganici come Cadmio, Cromo, Manganese, Nichel, Piombo, Rame, Cobalto, Mercurio, Arsenico, Vanadio, Silicio), ma è a sua volta radioattivo (da Scientific American:
“le ceneri volatili emesse da una centrale elettrica come sottoprodotto della combustione del carbone emettono nell'ambiente circostante radiazioni 100 volte maggiori di una centrale nucleare che produca la stessa quantità di energia”).
Certamente, la radioattività è limitata ad un perimetro piuttosto ristretto intorno alla fonte (ovvero, si riscontra nelle immediate vicinanze della centrale(CIOE' NOI !!!!!!!!!!)........
Ma ricordiamo che la centrale di Vado ligure è PIAZZATA PROPRIO IN MEZZO ALLE CASE, quindi ANCHE LA RICADUTA RADIOATTIVA INTERESSA PARTE DELLA POPOLAZIONE (mentre le polveri, lo ricordiamo, interessano un raggio di 50 km intorno alla centrale, quindi praticamente tutta la provincia).
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