"I NO COKE ESULTANO:LA CIMINIERA DEL QUARTO GRUPPO DI TIRRENO POWER DI TVS SARA’ SMANTELLATA"
Soddisfazione per il Movimento No Coke Alto Lazio per il rispetto della procedura a cui si è dovuta attenere Tirreno Power per il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale per la centrale di TVS.
"Per due anni - dichiara il movimento - abbiamo seguito l'iter burocratico del rilascio dell'Aia, presso il Ministero dell'Ambiente, partecipando più volte alle conferenze dei servizi che per legge devono intervenire prima del rilascio.
Due mesi fa avevamo scritto alla ministra Stefania Prestigiacomo chiedendo i motivi del ritardo nel rilascio dell'AIA, che consentiva a Tirreno Power di utilizzare il quarto gruppo, così inquinante e su cui si chiedeva la dismissione.
Il 20 Settembre, infatti l'assessore all'ambiente Roscioni, del comune di Civitavecchia aveva prodotto in sede di conferenza dei servizi, una delibera del consiglio comunale risalente ad Aprile del 2010 N.5 prescrivendo per motivi sanitari il divieto di funzionamento della sezione TV4 di Tirreno Power, ritenendo pericoloso per motivi sanitari anche il funzionamento seppure per un periodo transitorio della sezione medesima.
Da oggi, infatti, l'aria che respiriamo avrà una fonte in meno di emissioni inquinanti, ovvero l'antico quarto gruppo di Torre Sud, quello, per intenderci, con il camino più alto.
Secondo il provvedimento ministeriale, entro sei mesi Tirreno Power dovrà presentare un progetto per lo smantellamento di quella parte dell'impianto che da oggi, come si è detto, non è più autorizzata.
L'intervento del comune di Civitavecchia è stato determinante per ottenere questo ottimo risultato in termini di tutela ambientale e sanitaria.
Questo per dare il giusto risalto all'impegno dei cittadini che non hanno mai smesso di pretendere il rispetto della legalità in un territorio aggredito dalle servitù energetiche, ma anche per far riflettere sull'importanza ed il peso che ha un comune nella scelta di tutela di un comprensorio grande come l' Alto Lazio.
Da oggi, dal camino più alto di Torrevaldaliga Sud non potrà uscire più niente, se qualcuno lo vedrà uscire potrà segnalare alle autorità competenti che il quarto gruppo non è più autorizzato.
I cittadini ringraziano tutti coloro che hanno partecipato a questo importante risultato".
...Io ho un sogno. Realizzarlo si può
A Lünen si sta costruendo una centrale elettrica a carbone finanziata anche con 36 milioni dei nostri soldi. Il 5 giugno, tramite il voto, dovremo scegliere se mantenere questa partecipazione al progetto oppure ritirarci, come lo chiede l’iniziativa dei Verdi e come l’hanno fatto spontaneamente alcune “sorelle” svizzere di AET.Il 5 giugno è un giorno importante. La mia speranza è che questa votazione passi alla storia come una grande dimostrazione di libertà dalle energie fossili, come la svolta irreversibile del nostro paese verso un’economia ed una società improntata alla responsabilità sociale ed ambientale. Questo non è più il momento in cui ci si possa permettere di aspettare il domani e non è più il momento di assorbire il tranquillante del gradualismo – come proposto dal controprogetto del PPD - e di rimandare la salvezza del mondo a quando noi saremo già morti. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia elevando la salute degli uomini e dell’ambiente – qui come a Lünen – a diritto fondamentale ed inalienabile. Sarebbe la fine per questo Cantone se noi cittadini non riuscissimo a valutare appieno l’urgenza del momento, se non capissimo che il nostro destino è legato a quello di Lünen e a quello di tutti gli uomini che popolano questa terra.
Non possiamo camminare da soli. L’aria che respiriamo è quella che respira il mondo, cosi come la pioggia che ci bagna e l’acqua che beviamo.
Aspettare fino al 2035 come chiede il controprogetto non è più possibile! Le emissioni di CO2 devono essere ridotte subito! Il 5 giugno votiamo si al futuro
Michela Delcò Petralli
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Tratto da Greenreport
Fukushima: "meltdown" nel reattore 1. Sindrome cinese in Giappone?
Acqua radioattiva in mare: «Ispezioni insufficienti»Dopo le anticipazioni di una fusione delle barre e le voci che sono iniziate a circolare ieri in tarda serata, stamattina la Tokyo Electric Power Company (Tepco) ha dichiarato: «Crediamo che il reattore numero 1 della centrale nucleare di Fukushima Daiichi sia in uno stato di "meltdown"». La crisi nucleare quindi non sarebbe affatto finita, ma appena iniziata e pericolosissima.
Come avevamo riferito ieri, la Tepco aveva detto che la maggior parte delle barre di combustibile potevano essere fuse e precipitate sul bottom del reattore. All'inizio del 12 maggio si era scoperto che l'acqua di raffreddamento nel reattore è a un livello così basso che avrebbe completamente esposto le barre di combustibile nucleare se fossero state nella loro posizione normale. La Tepco ritiene che «Il combustibile fuso sia raffreddato, a giudicare dalla temperatura della superficie del reattore». Ma il sospetto fortissimo è che il "meltdown", la fusione, abbia prodotto uno o più "buchi" nel bottom, la parte inferiore del reattore, causando la fuoriuscita di acqua nel containment vessel, che starebbe sversando anche nell'edificio del reattore.
La cosa non solo è particolarmente grave, ma mette in serio dubbio e a rischio il progetto della Tepco di riempire completamente di acqua, aumentandone la quantità iniettata, il containment vessel, un'operazione che già molti esperti ritenevano rischiosa e che ora sembra impossibile in un contenimento del reattore che potrebbe essere ulteriormente indebolito dalla fusione delle barre e dai "fori".
I "liquidatori" che sono entrati nell'edificio del reattore 1 non sembrano aver raccolto buone notizie e gli indicatori del livello dell'acqua installati ne hanno confermate di pessime: quella che sembrava un'ipotesi di qualche no-nuke catastrofista si sta rivelando purtroppo la cruda realtà: «L'intero nocciolo del reattore potrebbe essere stato esposto per lunghi periodi di tempo, con una maggiore probabilità di gravi danni», come ammette l'insospettabile World Nuclear News, l'agenzia stampa delle multinazionali nucleari pubbliche e private.
Il basso livello dell'acqua solleva anche un altro problema: dove è finita l'acqua iniettata negli ultimi due mesi per raffreddare il nocciolo del reattore?
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Tratto da "La Voce dell'emergenza"
Nucleare, salta accordo su stress test per le centrali europeeNon c’è accordo a Bruxelles sugli stress test per le centrali nucleari.
E’ quanto si apprende al termine della’ultima riunione nella sede dell’Unione europea. I rappresentanti delle 27 autorità nazionali responsabili della sicurezza, infatti, hanno deciso di continuare la discussione nel prossimo incontro, il 19 e 20 maggio a Praga. Dunque non arriva ancora l’intesa per realizzare le prove di rischio sulle 143 centrali nucleari presenti della Ue....L’allungamento dei tempi non deve preoccupare, secondo la Ue. Oettinger ha spiegato che le centrali europee devono essere testate anche di fronte ad attacchi terroristici, come aerei kamikaze, oltre a considerare il fattore umano, le catastrofi naturali e la possibilità di incidenti.
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Le associazioni a tutela dell'ambiente possono proporre ricorso in materia d'ambiente.
Nella comunità europea le associazioni a tutela dell'ambiente hanno il diritto di proporre ricorso in sede giurisdizionale o dinanzi ad un altro organo indipendente e imparziale istituito dalla legge, per contestare la decisione di autorizzazione di progetti che possono avere un "impatto ambientale importante".
E se anche spettasse allo Stato membro stabilire i diritti la cui violazione può dar luogo a un ricorso in materia d'ambiente, le associazioni a tutela dell'ambiente non possono essere private del ruolo riconosciuto dalla convenzione di Arhus.
Lo afferma la Corte di giustizia europea sulla questione della Trianel e la Federazione per l'ambiente.
La Trianel ottiene l'autorizzazione per la costruzione di una centrale elettrica alimentata a carbone a Lünen vicino alla quale (per la precisione nel raggio di 8 chilometri), si trovano cinque zone speciali di conservazione ai sensi della direttiva «habitat». Di risposta la Federazione per l'ambiente propone un ricorso ai fini dell'annullamento all'Oberverwaltungsgericht für das Land Nordrhein-Westfalen invocando la violazione della direttiva habitat.
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