La Sentenza del Consiglio di Stato sulla conversione a Carbone della centrale di Porto Tolle ,che è analoga alla nostra, costituisce un precedente importante anche per la PROBLEMATICA AMPLIAMENTO CENTRALE A CARBONE Tirreno Power sul nostro territorio e potrebbe avere ripercussioni senz'altro positive anche per noi.
ORA I CITTADINI hanno una certezza in più : SANNO come la pensa e come ha deliberato il CONSIGLIO DI STATO .
Per cui anche se il TAR,come successo per la centrale di Porto Tolle in primo grado, ci dovesse dar torto possiamo confidare e sperare nel secondo grado del giudizio.
IL MOMENTO E' DELICATISSIMO ,ORA ATTENDIAMO CON UNA MAGGIOR FIDUCIA GLI EVENTI ......MA NON DEMORDIAMO NEL PORTARE AVANTI CON TENACIA LA NOSTRA AZIONE A TUTELA DEL NOSTRO TERITORIO E DELLA NOSTRA SALUTE.
Tratto da Il Gazzettino.it
Il progetto dell’Enel si è arenato invece sulla mancanza (o insufficienza) di valutazione alternativa al carbone che i pareri di Valutazione di Impatto Ambientale avrebbero dovuto contenere...
ROVIGO :Che la causa d’appello in Consiglio di Stato si stesse mettendo bene, l’avvocato rodigino Matteo Ceruti lo aveva capito il 10 maggio scorso quando, al momento della discussione in aula, ha ricevuto dal presidente Rosanna De Nictolis e dal relatore l’invito a soffermarsi su un aspetto. I giudici volevano che la discussione vertesse soprattutto sulla mancata valutazione - nella riconversione della centrale - dell’uso del gas-metano (molto meno inquinante) in alternativa al carbone.
Ed è su questo punto che l’avvocato Ceruti sembra aver vinto la causa che ieri si è sintetizzata in un dispositivo laconico. Viene annullato il decreto del 29 luglio 2009 del Ministero dell’Ambiente che aveva dato parere positivo alla Via, "Valutazione di impatto Ambientale" per la nuova opera. «Di conseguenza viene travolto anche il provvedimento del ministero dello Sviluppo economico con cui si autorizza la costruzione dell'impianto» spiega il legale.
Contro il Tar del Lazio, il ricorso aveva ricordato come «la legge regionale veneta istitutiva del Parco del Delta del Po del 1997 - a tutt’oggi inottemperata - prescrive l’alimentazione a gas metano, ovvero a combustibile minor impatto ambientale» per la Centrale di Porto Tolle. Ma il "decreto incentivi" del 2009 aveva fornito un appiglio per derogare a quella legge e aveva consentito ai giudici amministrativi laziali di confutare tutte le censure avanzate dagli ambientalisti.
Il progetto dell’Enel si è arenato invece sulla mancanza (o insufficienza) di valutazione alternativa al carbone che i pareri di Valutazione di Impatto Ambientale avrebbero dovuto contenere. Ovvero sui progetti di approvvigionamento con il gas-metano, disponibile in grandi quantità visto che al largo del Polesine è stato costruito il più grande rigassificatore europeo, con una conduttura che consente il trasferimento in terraferma.
E sull’importanza del gas-metano come alternativa al carbone avevano speso parole decisive, nei loro pareri, anche la Regione Veneto e l’Arpav, pur appoggiando poi la tesi del carbone. La "Commissione Via" regionale aveva scritto: «Lo studio di impatto ambientale dell’Enel presenta carenze approfonditive nel confronto tra la riconversione a carbone e le altre soluzioni alternative. E’ del tutto evidente che le emissioni in atmosfera di un impianto alimentato a gas naturale di pari potenza sarebbero decisamente inferiori rispetto a quello proposto».
Quelle considerazioni poi non avevano avuto seguito. E il Tar del Lazio era incorso in una topica, quando aveva ammesso la preferibilità del metano «solo se fosse stato già esistente e funzionante alla data del parere o, perlomeno, in via d’una realizzazione tanto avanzata da prevederne in tempi certi l’entrata in funzione» una struttura in loco per l’approvvigionamento. Il fatto è, ha rilevato l’avvocato Ceruti, che il gasdotto era già stato inaugurato dal premier Berlusconi e dall’emiro del Qatar.
Mercoledì 18 Maggio 2011
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Anche da noi c'è disponibilità di Gas perchè abbiamo un grande gasdotto che arriva direttamente in centrale .
ALLORA PERCHE' ANCHE QUI SI VUOLE IL CARBONE A TUTTI I COSTI POCO CONSIDERANDO LE LEGITTIME ASPETTATIVE DEI CITTADINI DI POTER VIVERE IN UN AMBIENTE QUALITATIVAMENTE TUTELATO!!!!!
Tratto da Blogeko
Stop alla conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle
......In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, Enel annuncia controricorsi e minaccia di portare all’estero baracca e burattini, cioè gli investimenti.Però secondo me c’è da chiedersi cosa è è più utile: se investire per produrre energia o se investire invece per risparmiarla. Avete idea di quanto inquina una centrale a carbone? E di come si potrebbero utilizzare, in alternativa, i soldi che sarebbero necessari per realizzarla?
La conversione a carbone della centrale di Porto Tolle prevedeva un investimento di circa 2,5 miliardi di euro, e l’applicazione della tecnologia Ccs finora sperimentale (impianto pilota a Brindisi) che ha l’obiettivo di abbattere le emissioni di anidride carbonica, il principale gas dell’effetto serra.
Il carbone infatti è il più inquinante dei combustibili fossili e quello che produce le più alte emissioni di anidride carbonica....
Non ci sono però solo le emissioni di anidride carbonica. Come ricorda il Wwf, la Procura di Rovigo ha disposto una consulenza-perizia sulla riconversione a carbone della centrale, che fu inviata anche al Ministero dell’Ambiente e che ha evidenziato “numerose e gravi carenze” relative all’impatto ambientale del progetto.
Il progetto di Porto Tolle ha un costo dichiarato di 2,5 miliardi. Siamo in Italia: supponiamo che, a cose fatte, la stima iniziale raddoppi? Ecco, con 5 miliardi sarebbe possibile coibentare circa 100.000 edifici residenziali, abbattendone drasticamente i consumi energetici.
E fare a meno di una centrale a carbone.
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