VOLTIAMO PAGINA.SI' all'
AET SENZA CARBONE
Francesco Maggi, granconsigliere Verdi
L’impegno del WWF contro la partecipazione di AET alla centrale a carbone di Lünen non è una battaglia estemporanea e locale. L’organizzazione internazionale, leader nell’ambito della conservazione della natura è attiva in tutto il mondo contro il carbone e a favore di una politica energetica sostenibile. Secondo un recente studio commissionato dal WWF Internazionale il mondo potrebbe utilizzare il 100% di energie rinnovabili già nel 2050.
Ma per fare questo bisogna investire da subito nell’efficienza e nelle energie rinnovabili. L’urgenza e l’importanza di questa svolta epocale in materia di politica energetica è dettata dai cambiamenti climatici, i cui ‘guasti’ sono ormai quotidiani (pensiamo quanto successo in Russia, Pakistan, Australia, Brasile ma anche ai recenti tornado negli USA e alla siccità che attanaglia la Svizzera).
Ogni franco di carbone venduto nel mondo causa 1.2 franchi di danni all’ambiente (Ce Delft, 2008). Si tratta di una stima prudenziale, il dato finale è certamente peggiore. Investire nel carbone è insensato anche da un punto di vista economico.
Il Governo federale ha ribadito di voler rispettare gli impegni sottoscritti a Kyoto in materia di riduzione del CO2, ma si tratta di una politica ipocrita in quanto permette alle grandi aziende produttrici di energia di investire nel carbone all’estero, caricando sui paesi vicini il CO2 emesso in grandi quantità.
Il WWF Svizzera ha dichiarato guerra a questi investimenti e si sta impegnando contro le partecipazione di aziende svizzere a centrali a carbone, come quella di Lünen.
L’azione del WWF non è rimasta inascoltata. Già quattro aziende hanno rinunciato ai previsti investimenti (Gruyère Energie, Groupe E, Romande Energie e Elektro Basel Münchenstein). Contro altre partecipazioni sono in corso raccolte firme, come ad esempio nel canton Grigioni (partecipazioni di Repower in Germania e Italia). Meno aziende parteciperanno nelle centrali a carbone e meno centrali si costruiranno!
In Ticino la raccolta firme ha avuto successo (quasi dodicimila le firme raccolte). Il prossimo 5 giugno le cittadine e i cittadini ticinesi avranno, per la prima volta, l’occasione di dire la loro sulla politica energetica di AET.
Il WWF ribadisce la sua opposizione alla partecipazione di AET al carbone, invita a votare un convinto Sì all’iniziativa.
Il controprogetto, presentato dai fautori dell’investimento nel carbone (PLR, PPD e UDC), non rappresenta un’opzione valida. Anzi, esso costituisce un alibi per rimanere ancorati alle vecchie energie ritardando per altri decenni la svolta energetica che il WWF chiede da tempo a grande voce.
E’ ora di voltare pagina!
Francesco Maggi, granconsigliere Verdi
SEMPRE DALLA SVIZZERA
Tratto da Swiss info.ch
SVIZZERA:No all'atomo, una scelta coraggiosa
Il 25 maggio il governo svizzero ha deciso di non temporeggiare e di uscire progressivamente dal nucleare. Una determinazione accolta positivamente dalla stampa svizzera, che si interroga tuttavia sul futuro dell’approvvigionamento energetico.
«È una scelta forte e coraggiosa», scrive il quotidiano ticinese La Regione, che analogamente a molti giornali, sottolinea la svolta storica decisa dal Consiglio federale.Una scelta che fa della Svizzera uno dei primi paesi al mondo a optare per un futuro senza atomo, rileva il vodese 24 Heures. «Per un paese così cauto - osserva Le Matin - si tratta di una sorta di rivoluzione».
«È anche una prova che le donne in Consiglio federale hanno a cuore l’interesse della Svizzera, senza farsi influenzare dalle potenti lobby del nucleare».
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Tratto da Greenreport
ANCORA PROBLEMI PER IL CARBONE:ANCHE IN AUSTRALIA
"The Critical Decade" del cambiamento climatico
La Climate Commission di scienziati istituita dal governo australiano ha reso noto il rapporto "The Critical Decade" che evidenzia i terribili effetti che il cambiamento climatico potrebbe avere sull'Australia, e chiede che il settore energetico, dominato dal carbone, diventi "green" e che il governo cerchi di ottenere subito il sostegno parlamentare per il "carbon price", come una delle soluzioni per ridurre l'inquinamento.
Il rapporto evidenzia che le città costiere australiane sono minacciate dall'innalzamento del livello del mare, in Sydney, mentre l'acidificazione dell'oceano, causata dall'assorbimento della CO2 prodotta dai combustibili fossili, non risparmierà la Grande Barriera Corallina.
Le regioni costiere vicine alle più grandi città australiane, come Sydney e Melbourne, sono estremamente vulnerabili all'aumento del livello del mare, ad alluvioni e maree. Secondo la Climate Commission australiana "Il livello del mare potrebbe aumentare da 0,5 a 1 metro (da 1,64 piedi e 3,3 piedi) entro il 2100", minacciando le aree più abitate dell'Australia. Anche un aumento del livello del mare di 0,5 metri, che potrebbe avvenire entro il tempo di vita medio di un essere umano, potrebbe portare al susseguirsi di eventi climatici estremi e il riscaldamento degli oceani e dell'atmosfera, lo scioglimento dei ghiacci marini, potrebbero comportare "Enormi rischi" per l'economia australiana.(E NON SOLO!!!!)
"Questo è il decennio critico. Le decisioni che prenderemo da ora al 2020, determine
ranno la gravità dei cambiamenti climatici...."
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Tratto da TMnews
Micronesia fa causa a Praga per centrale troppo inquinante
Roma, 26 mag. (TMNews) - La Federazione delle Isole della Micronesia (uno Stato arcipelago, costituito da circa 600 isole dell'Oceania) ha annunciato l'avvio di una azione legale contro la Repubblica Ceca per impedire il prolungamento della vita di una singola centrale a carbone, quella di Prunérov-2, per la quale il ministero dell'Ambiente ceco ha recentemente approvato la valutazione di impatto ambientale per lavori di ammodernamento che consentiranno di evitarne la chiusura. Nel corso della "Conferenza delle nazioni insulari minacciate dai cambiamenti climatici" tenutasi (23-25 maggio) a New York, la Micronesia ha presentato il documento base dell'azione legale internazionale, elaborato dal proprio Governo in collaborazione con Greenpeace e con l'Associazione ceca Environmental Law Service. ....."L'idea che la responsabilità delle decisioni di uno Stato si estende oltre i suoi confini non è un concetto nuovo. Tuttavia - ha dichiarato Jan Srytr, responsabile di Environmental Law Service - configurando questa responsabilità in relazione agli impatti del cambiamento climatico, in particolare nel contesto di un progetto specifico, si crea un nuovo precedente legale". La speranza coltivata attraverso questa iniziativa - ha osservato Maketo Robert, ministro della Giustizia della Micronesia - è di aumentare, sul piano del diritto internazionale, il peso politico delle nazioni più esposte ai rischi dei cambiamenti climatici in ordine alle decisioni da assumere in campo energetico che abbiano un'incidenza significativa sulla progressione del riscaldamento globale terrestre.
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