PUGLIA, FALDE ACQUIFERE AVVELENATE Regione Puglia ammette: acqua di Taranto, cocktail di veleni.
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Dedicate un minuto e mezzo della vostra vita al filmato a fine articolo e traete le vostre conclusioni....
....Di che parla Lorenzo Nicastro, assessore pugliese all’ambiente? Nulla che giustifichi l’aria vagamente contrita: semplicemente l’acqua di Taranto è un cocktail che avrebbe surclassato i beveroni della strega di Biancaneve...e, trattandosi dell’acqua che sta nelle falde, la mistura continuerà ad esistere per molti decenni, si potrebbe addirittura immaginare qualche secolo, e a regalare quel sapore ben strutturato, quel bouquet di ARPA e quel retrogusto di genio italico che fanno dell’idrologia tarantina un orgoglio dell’intera nazione...........così l’acqua tarantina, da sana certificata che era si è trasformata nel giro di una notte in pozione infernale.
Impossibile – mi son detto: - l’ARPA non ha mai denunciato il problema, e se l’ARPA non denuncia il problema, il problema non c’è. E le mille e una altre istituzioni dei cui servigi lo Stivale gode per la protezione del suo ambiente e della sua salute? Nessuna voce. Dunque, nessuna preoccupazione.
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Si prendono il sindaco (massima autorità sanitaria del comune), l’assessore all’ambiente, il direttore dell’ARPA, il capo dell’ASL locale e, insomma, tutta la corte dei miracoli di chi, costandoci un patrimonio, si cura della purezza dell’acqua e delle eventuali ricadute della salute se quella purezza non fosse proprio senza macchia. Una volta reclutati, li si confina in un laboratorio e li si sottopone ad un mese di somministrazioni forzate.....dell’acqua di falda del sottosuolo locale. A fine esperimento, si vede. .....
Beh, la situazione tarantina era e resta lampante e l’inquinamento, non solo limitato all’acqua, origina principalmente da industrie che danno tradizionalmente pane alla classe operaia.
Che cosa pretendono in cambio le industrie? Sudore, ovviamente, e – ma senza fare troppa pubblicità - la salute. Solo quella degli operai? Ma no! Alla festa devono partecipare tutti, anche i bambini, anche chi non è ancora nato, anche chi non ce la farà a nascere. ......
In cambio del salario strappato in crescita, la ditta ha risparmiato miliardi conservando le strutture nelle condizioni che i decenni hanno generato e chi ha voglia di farci un giretto vicino vedrà che cosa voglio dire....
Leggi l'articolo integrale di Stefano Montanari
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Tratto da Peacelink
Ciò che chiediamo è che si conosca la verità e la verità non scaturisce da dati sciorinati unilateralmente
Lettera aperta al Prof. Pirro
"Egregio Professor Pirro, leggiamo la sua lunga e articolata lettera e ci sorge spontaneo qualche commento rispetto alle sue due osservazioni che sinceramente ci hanno fatto un bel pò sorridere. Per questo la ringraziamo. Di questi tempi, sa com'è con tutto questo allarmismo e questo catastrofismo ci vuole un bel sorriso
La sua lunga dissertazione sulle nostre 7343 firme ci parrebbe quasi una sterile analisi di numeriâ,tipica di una certa frangia (di cui lei certamente non fa parte) che vede le persone solo come dei numeri. La differenza tra costoro e noi è che dietro ogni numero noi sappiamo esserci un volto, una storia, un sorriso, forse anche una lacrima e quelle 7343 firme che per lei sono solo il 6% (ben meno della popolazione tarantina che lavora nell'area a caldo dell'Ilva, quella più inquinante) per noi sono 7343 volti di persone che soffrono, che hanno sofferto e che non hanno più voglia di farlo, ma soprattutto sono persone che chiedono essenzialmente una cosa:la VERITA!
E allora, caro professore, per quale motivo si agita così tanto dinanzi a questa richiesta, attribuendo a coloro che la chiedono l'appellativo di estremisti, catastrofisti, allarmisti?
Ciò che chiediamo è essenzialmente che si conosca la VERITA'; e la verità non scaturisce da dati sciorinati unilateralmente, che trascurano altri dati e fattori, non meno sensibili nè meno importanti (tutt'altro): quelli, per esempio, delle decine e decine di mamme che tutti i giorni vegliano i propri figli sul letto del dolore, delle centinaia di uomini e donne che ogni mese si affidano a medici e a terapie rincorrendo la speranza, delle migliaia che hanno visto ammalarsi e morire i propri cari o che vivono nell'angoscia che questo possa accadere.
Professor Pirro, questi dati sono importanti non meno dei "numeri" che ci avete elencato nell'ultima conferenza; e lei che rappresenta un membro del "comitato scientifico del Centro Studi Ilva" dovrebbe ringraziarci per quanto chiediamo, dandovi l'opportunità di allargare e approfondire, così, le vostre conoscenze in tema di impatto ambientale (che si descrive attraverso rilevazioni chimiche e sanitarie)¦
Ci dovrebbe ringraziare, in quanto, se questo studio dovesse rivelare che i Tarantini sono sani come i pesci (che al contrario non godono proprio di ottima salute, soprattutto quelli vicini agli scarichi industriali), allora sarebbe la dimostrazione che state facendo un ottimo lavoro.
Rifletta, professore, e si rilassi: la verità alle persone serie non dovrebbe suscitare paura, nè irritazione. E' per questo che noi non proviamo paura nè irritazione nel cercarla.
La seconda osservazione è decisamente più esilarante della prima: lei fa notare che noi del Comitato non solo chiediamo di conoscere lo stato di salute della città ma abbiamo niente di meno la pretesa di chiedere la chiusura degli impianti ritenuti responsabili dell'insorgere delle patologie, qualora si dovesse definire la correlazione tra inquinamento e impianti industriali. certo questa è davvero una cosa strana. Queste donne e mamme di Taranto non sanno più cosa inventarsi! Ci chiediamo quale mente possa partorire una conclusione così...logica.
Insomma lei auspicherebbe che noi, se proprio questa indagine si deve fare (ci vengono in mente i Bravi di don Rodrigo: questo matrimonio non s'ha da fare!), la chiedessimo solo per il gusto di chiederla. Come dire ad una mamma. "se proprio vuoi metti pure il termometro al tuo bambino, poi se ha la febbre a 40 mandalo tranquillamente a giocare a calcetto!"
Si direbbe quasi che a lei, e non solo a lei, questa eventualità spaventi davvero. Se non fosse così, perchè il bisogno di evocarla sin da ora? Se lei, egregio professore, fosse così certo che dall'indagine epidemiologica risultasse una città sana (come i pesci di prima) non si preoccuperebbe affatto della nostra richiesta successiva, non crede?
E invece fa già i conti con l'insorgenza, finanche, delle patologie correlate alla perdita del lavoro, qualora questo dovesse accadere¦ non considerando però che quelle patologie che lei ha ben specificato sono esattamente le stesse (o una parte) che insorgono quando una madre va a ritirare un referto di leucemia del suo bambino, o quando accerta che suo figlio di tre anni è autistico, quando in qualche modo l'orizzonte si riduce ad un punto, professore, e si guarda in faccia la morte, in senso fisico o interiore- sono esattamente le stesse patologie: insonnia, ansia, disturbi psichici, ecc.. ecc..
Allora diciamo a lei e ai responsabili delle varie industrie presenti sul territorio: suvvia state tranquilli. Voler mettere il termometro alla città (da un punto di vista sanitario) non è poi la fine del mondo!!!
Bravo professore, ripetiamo: prenda pace, accadrà ciò che deve. Noi dobbiamo salvare la vita nostra e dei nostri figli. Che ci vuole fare noi donne siamo così strane" ad avere certe "pretese"!
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