Tratto da Ticino News
Claudio Zanini: La bufala del carbone
Dopo aver letto di tutto e di più, forse è bene che, senza fare troppa demagogia, i ticinesi riflettano sulle realtà di un tale investimento energetico.
Non voglio qui ritornare sulle ragione etiche, quali lo sfruttamento del lavoro minorile nelle miniere di carbone colombiane, le pesanti emissioni di CO2 non solo nell’utilizzo del carbone ma anche nella sua estrazione e trasporto tra 2 continenti, la non creazione di posti di lavoro in Ticino, l’inquinamento atmosferico e i problemi di salute che si creano agli abitanti di Lünen, che da sole, se realmente comprese, basterebbero ad opporsi ad un tale investimento.
Da parte dei sostenitori del controprogetto leggo di argomentazioni basate su ragioni finanziarie ed opportunistiche: “non possiamo permetterci di far perdere ai ticinesi i soldi pubblici investiti “! Orbene è proprio dal punto di vista finanziario che i ticinesi rischieranno di trovarsi un bel “sacco di carbone” al posto del famigerato fondo per le energie rinnovabili.
Per chi infatti conosce lo sviluppo energetico della regione del Nord Reno Westfalia, dove si trova Lünen, sa bene che il nuovo governo regionale rosso-verde ha approvato nel novembre del 2010 un piano energetico regionale che mira ad eliminare sistematicamente ogni produzione da fonte energetica fossile ed in particolare dal carbone, spingendo per un massiccio investimento nel settore delle rinnovabili e in particolare nell’eolico (visto che la regione a Nord di Lünen usufruisce di condizioni particolarmente favorevoli): obiettivo un drastico taglio delle emissioni di CO2 ed energia eolica al 15% entro il 2020 (oggi al 3%)!!.
A livello legislativo nazionale ricordiamo che la Germania ha in consultazione la modifica della legge sulle energie rinnovabili (EEG) che , al capitolo gestione carico della rete,già oggi prevede, di dare la precedenza alla messa in rete di energia prodotta e delocalizzata da fonti rinnovabile rispetto a quella fossili centralizzate (carbone).
Conseguenze per le tasche dei ticinesi?
Un maggior costo di produzione che sarà appesantito da ulteriori tasse sul CO2 (già annunciate a livello nazionale) che rischia seriamente di portare alla parziale chiusura dell’impianto a medio-lungo termine.
Ora tenuto conto che anche dal punto di vista finanziario tale operazione risulta un vero salto nel buio, non si capisce come questo controprogetto possa evitare che da una possibile perdita quantificabile, si possa passare ad una perdita molto più pesante e nemmeno oggi determinabile.
Claudio Zanini
Consiglio direttivo Suisse Eole
Tratto da Ticino libero.ch
ENERGIA DAL CARBONE: I CONTI NON TORNANO
Pierluigi Zanchi, titolare d’azienda Gerra Piano
Pertanto il prossimo 5 giugno voterò un chiaro sì all’iniziativa per un’AET senza carbone
Diciamolo chiaramente: il Ticino e i suoi abitanti hanno bisogno dell’energia prodotta nella centrale a carbone di Lünen? L’investimento è una pura speculazione, come lo sono stati altri investimenti che AET ha fatto nel gas in Albania (una decina di milioni persi) o quello nell’olio di palma in Malesia (altri milioni buttati al vento). ... Lo sbaglio dovrebbe però consigliarmi maggiore prudenza. Dunque la questione della perdita di soldi, tutto sommato, non è una grande ragione per appoggiare il controprogetto. Mentre votare sì all’iniziativa permette di mandare un segnale politico forte: errori come quelli commessi all’estero da AET non se ne devono più fare; e le ragioni per uscire dall’investimento nel carbone sono molte. Eccone alcune:
- il prezzo del carbone continua ad aumentare e dal 2013 aumenteranno pure i certificati d’emissioni di CO2; ciò renderà l’energia prodotta più cara di quello che i fautori e sostenitori del controprogetto vogliono far credere;
- se l’energia dovesse servire ai ticinesi ci sono da considerare le perdite di energia dovute al trasporto in rete (8-10%) e il costo non indifferente caricato dai gestori delle reti da Lünen fino in Ticino; una centrale a carbone “moderna” che rende solo il vantato 45% è un insulto per una tecnologia che viene spacciata per moderna.....
- i costi ambientali e sociali (inquinamento e aumento dei costi sanitari, sfruttamento minorile e minatori sottopagati) dovrebbero far riflettere se dal punto di vista umano e sindacale sia una scelta pulita e coerente. Le soluzioni alternative (efficienza ed energie rinnovabili) sviluppate nel nostro cantone danno più sicurezza in posti di lavoro (e a lungo termine), ci rendono più indipendenti dall’estero e migliorano la nostra e altrui qualità di vita.
Se ad AET, al Governo Ticinese e al Gran Consiglio stanno a cuore un vero futuro energetico per il nostro Cantone, con meno implicazioni negative, i soldi proposti nel controprogetto ci sarebbero comunque; è una questione di buon senso e di volontà ad agire e a voltare pagina verso un modo nuovo di investire, di fare economia, come pure quello di fare politica.
Pertanto il prossimo 5 giugno voterò un chiaro sì all’iniziativa per un’AET senza carbone e NO al controprogetto ingannevole dei fautori del carbone.
Pierluigi Zanchi
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