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25 luglio 2011

Disastro ambientale e sanitario a Taranto.Diossina:La Puglia vieta la vendita delle cozze a Taranto.2)IL PICCO DELLA SALUTE.

Tratto da Grnet.it
Disastro ambientale e sanitario a Taranto: sconcerto anche tra i militari


Taranto è probabilmente la città italiana con la maggior densità di cittadini militari. Ma è senza dubbio anche la città più inquinata d’Europa e quella dalla quale viene prodotto il 90% della diossina italiana. Basta questo per creare sconcerto fra i militari che svolgono servizio a Taranto in particolare nell’area portuale, che è di fatto all’interno della zona industriale. I Consigli della Rappresentanza Militare a livello di Base della Guardia di Finanza e a livello nazionale della GuardiaCostiera, attraverso specifiche delibere, hanno espresso "la loro preoccupazione per l’allarmante situazione ambientale" e le sue conseguenze.

I due Consigli di Rappresentanza chiedono ai loro rispettivi vertici, di avviare "indagini cliniche, nonché ambientali, più specifiche in modo tale da poter disporre di uno screaning sullo stato di salute dei militari che prestano servizio nell’ambito dell’area portuale". In particolare, sulla spinta della prima delibera della Guardia di Finanza, è intervenuto anche il Consiglio della Rappresenta militare a livello nazionale della Guardia Costiera al fine di chiedere all’ARPA Puglia e Enti locali, attraverso i propri Vertici militari, il "monitoraggio in continuo" in merito alla presenza nell’aria dei pericolosi agenti cancerogeni.

Il personale in servizio durante le notti, avverte un forte senso di bruciore agli occhi e alla gola. Solo per spirito di servizio i militari rimangono al proprio posto di lavoro e non ricorrono agli immediati accertamenti medici. Questo non vuol dire rimanere passivi. Gli orribili fumi che si vedono e che si respirano, anche filmati e fotografati reperibili su internet e le strade di color rosso, non sono certo frutto dell’immaginazione. Questi militari, insieme alla popolazione civile, sono esposti costantemente a rischio di inalazione anche delle polveri, scaricate giorno e notte, quale materia prima per il funzionamento degli altiforni dell’Ilva.

In considerazione che ormai da anni la questione si presenta sugli organi di informazione come un gravissimo caso ambientale e sanitario di portata nazionale, il personale della Guardia Costiera, in qualità di "uomini di Stato", rivendica verso le Istituzioni il preciso diritto di conoscere il livello di inquinamento presente nell’aria che si respira durante i servizi svolti.

I militari della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera di Taranto, come tutti i loro colleghi italiani in divisa, sono educati a svolgere attività di Polizia come "Forze" per proteggere i cittadini da chi commette atti di violenza, ciò fino all’estremo sacrificio. Anche in questo caso sono pronti a donare la propria vita, per difendere i cittadini, le loro famiglie e se stessi.


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Tratto dal "Blog del Comitato per Taranto"
ILVA: TARANTO; BONELLI (VERDI), ESPOSTO ALLA PROCURA DI ROMA SU AIA
GRAVISSIMO CHE NON SIA STATA PRESA IN CONSIDERAZIONE NOTA DEL NOE INVIATO ALLA COMMISSIONE IPCC IL GIORNO PRIMA DEL PARERE FAVOREVOLE ALL'AIA


"Ho presentato un esposto alla Procura di Roma affinché si verifichi se sono stati commessi reati di omissione in atti d'ufficio e falso nel rilascio dell'Aia (Autorizzazione Integrata ambientale) all'Ilva di Taranto". Lo dichiara il Presidente Nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che ha deciso di rivolgersi alla magistratura dopo aver appreso che il giorno precedente alla riunione che ha dato il disco verde all'autorizzazione il Noe (Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri) aveva inviato una nota al ministero dell'Ambiente in cui si segnalavano gravi irregolarità riscontrate nel corso dei 40 giorni di indagini e appostamenti riguardanti lo stabilimento dell'Ilva che non sarebbe stata presa in considerazione.
"Il non aver preso in considerazione i rilievi del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri ci preoccupa fortemente perché dimostra che si voleva concedere l'autorizzazione a prescindere da tutto, in questo caso anche dell'inquinamento e della salute dei cittadini di Taranto - conclude Bonelli -.
Ci saremmo aspettati che la Commissione IPCC e la Conferenza di servizi rinviassero la decisione in base alle gravi contestazioni e informazioni contenute nella nota dai Carabinieri.
Invece si è preferito chiudere il procedimento con un parere 'espresso' come se nulla fosse accaduto e per questa ragione noi Verdi abbiamo deciso di presentare un esposto a Giovanni Ferrara, capo della Procura di Roma alla Procura di Roma, affinché si accertino i fatti e si verifichi se ci sono stati reati".
"Quanto è accaduto con l'Autorizzazione integrata ambientale all'Ilva ha dell'incredibile - dichiara il presidente dei Verdi della provincia di Taranto Gregorio Mariggiò - Gli unici a pagare le conseguenze di quest'autorizzazione, che abbiamo contestato dal primo momento, sono i tarantini che da decenni devono fare i conti con l'inquinamento più alto d'Italia".


Tratto da
Affari italiani.it

Diossina: La Puglia vieta la vendita delle cozze a Taranto.

Lunedí 25.07.2011

"Divieto di movimentazione e commercializzazione delle cozze allevate nell'area del primo seno di mar Piccolo a Taranto". Lo ha stabilito il tavolo tecnico regionale istituito in Puglia per valutare il rischio di contaminazione da diossina e Pcb-diossino nei mitili allevati nel capoluogo jonico. A darne notizia è un comunicato della Regione.

La produzione del primo seno del mar Piccolo ammonta ad un terzo di quella complessiva. Valori nella norma sono stati riscontrati per le cozze allevate nel secondo seno e in mar Grande. All'incontro hanno partecipato esponenti della Regione Puglia - Assessorato alle Politiche della Salute e di Arpa Puglia, Osservatorio Epidemiologico Regionale di Puglia, Università degli Studi di Bari - Facoltà di Medicina Veterinaria, Asl di Taranto, Cnr di Taranto, Istituto Zooprofilattico di Foggia. La decisione, presa a tutela della salute pubblica in base al principio di massima precauzione, conferma l'iniziativa già presa il 22 luglio scorso dalla Asl di Taranto che ha disposto il blocco del prelievo dei molluschi bivalvi dal primo seno di mar Piccolo in base ai risultati di analisi condotte su campioni prelevati lo scorso giugno.

Il tavolo tecnico regionale ha inoltre disposto che sia assicurata continuità al piano straordinario per la valutazione e gestione del rischio diossina già avviato dalla Asl di Taranto per comprendere l'andamento dell'eventuale contaminazione; che siano intensificati i campionamenti e che sia predisposto un piano di approfondimento per identificare le fonti di inquinamento. È stato disposto, inoltre, di intensificare i controlli nei punti vendita per evitare l'eventuale commercializzazione di mitili non idonei....

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Tratto da il Blog di Beppe Grillo

Patrizia Gentilini

IL PICCO DELLA SALUTE


"Una delle più frequenti obiezioni che viene mossa a noi medici "allarmisti" è che, in barba ai rischi ambientali, la speranza di vita - almeno nei paesi occidentali - non solo è cresciuta, ma sta ulteriormente aumentando. Sembrerebbe quindi che i veleni ( metalli pesanti , agenti cancerogeni, diossine, particolato ultrafine, pesticidi, radiazioni...) per i quali tanto ci agitiamo, non fossero poi così pericolosi nè in grado di danneggiarci più di tanto.

Forse, ancora una volta, siamo invece proprio noi ad avere ragione: andate sul sito della Commissione Europea per la Salute e scegliete, come indicatore, l'aspettativa di vita alla nascita (Life expectancy at birth) e l'aspettativa di salute alla nascita (Health life years at birth), cliccate in corrispondenza di "Italia" ed i grafici che visualizzerete vi stupiranno non poco!

E' chiaro per tutti che nel nostro paese, a partire dal 2003 vi è un crollo dell'aspettativa di vita in salute, crollo che è ancora più repentino nelle donne che non nei maschi: la vita continua ad allungarsi ma la vita in salute si accorcia drasticamente come, tra l'altro, non aveva mai fatto prima. Cosa sta succedendo?

E' evidente che la nostra salute sta rapidamente deteriorandosi per l'aumentare di patologie cronico-degenerative fra cui, in primo luogo il cancro che, purtroppo, colpisce non solo gli anziani, ma sempre più spesso giovani e bambini. Il crollo della speranza di vita in salute è, del resto perfettamente coerente con l'aumento del 60%, nel consumo di farmaci di classe A nel nostro paese dal 2000 al 2009, dovrebbe suscitare estrema attenzione non solo fra cittadini e addetti ai lavori, ma ai più alti livelli istituzionali se non altro per i costi economici ed assistenziali che tutto ciò comporta. E' questo crollo della speranza di vita in salute che il Prof Ugo Bardi, ha definito, analogamente al picco del petrolio, il "picco della salute".

Le riflessioni che tutto ciò , in qualità di medico oncologo mi suscita sono tante, ma la prima è che mi sembra davvero paradossale che non ci si interroghi adeguatamente sulle cause di questo fenomeno, quasi che noi medici (ed in particolare noi oncologi che pure abbiamo sviluppato tanta sensibilità nei confronti della qualità della vita dei nostri pazienti), abbiamo di fatto dimenticato che la miglior qualità di vita si gode semplicemente quando non si ha bisogno di noi, nè delle nostre cure, esami o farmaci anche se sempre più "intelligenti"....

In questo periodo poi in cui da ogni dove siamo bersagliati da richieste di fondi per la ricerca sul cancro, vorrei fare a tutti una domanda: pensiamo davvero che sia questa la strada da battere per vincere questa malattia o non sarà che così facendo puntiamo a cronicizzare il cancro, ma non a debellarlo?

Il Presidente Nixon firmò nel 1971 il National Cancer Act, un solenne atto con cui dichiarava di voler sconfiggere il cancro, e Gaylord Nelson fu l'unico membro del Senato a votare contro, quando gli fu chiesto ragione di ciò disse: "semplicemente non riuscivo a vedere quale era la logica; pensavo che stessimo promettendo alla gente cose che non saremmo mai stati in grado di mantenere". Oggi, nel 2011, dopo 40 anni a chi dobbiamo dare ragione?

Proprio in questi giorni è comparso sui giornali di Brescia che in quella città vi sono state in un solo anno ben 60 nuove diagnosi di cancro fra bambini ed adolescenti, con un aumento dell'8% rispetto all'anno precedente: chi non si preoccuperebbe davanti a tali numeri? Certo, per alcuni tipi di tumore, anche in stadi avanzati, qualche miglioramento della sopravvivenza è stato raggiunto: ma a che prezzo, sia in termini di effetti collaterali che economici? Un articolo recente ha valutato che a New York negli anni '90 si poteva prolungare di 11,5 mesi la vita di un paziente affetto da tumore al costo di 500 $, nel 2004, per lo stesso tipo di cancro e nel medesimo stadio, erano disponibili cure in grado di prolungare la vita di 22,5 mesi al costo di 250.000 $. Il ricercatore R.W Clapp che riporta questi dati si spinge oltre ed afferma: "C'è uno straordinario profitto dell'industria farmaceutica in generale e la chemioterapia attualmente in uso o all'orizzonte è uno dei campi più promettenti....[...] La "target therapy" ( terapia mirata o intellligente n.d.r.) come descritta da Hanahan e Weinberg è il Santo Graal delle multinazionali del farmaco e ci si aspetta che il numero di persone affetta da cancro in U.S.A raddoppierà nelle due prossime decadi".

Davvero possiamo onestamente pensare di poter sostenere questi costi e, soprattutto, che così facendo si apra un reale spiraglio nella guerra contro il cancro? Siamo in tanti fra "addetti" e "non addetti" ai lavori a ritenere che questo approccio sia perdente e vorremmo che si invertisse al più presto la rotta, o che per lo meno la ricerca di efficaci terapie fosse accompagnata da pari investimenti per la rimozione delle cause del cancro: in U.S.A. il National Cancer Institute investe meno del 3% per la reale prevenzione della malattia e l'America Cancer Society addirittura meno dello 0.1 %...Qualcuno può onestamente ritenere che nel nostro paese siamo messi meglio?

E' davvero sensato puntare tutta l'attenzione sulla ricerca di nuovi farmaci, senza di fatto mai puntare l'attenzione sulle cause di queste malattie, evitando fra l'altro di fornire ai cittadini informazioni scientificamente corrette, chiare, complete e dettagliate sui tanti agenti cancerogeni presenti nel nostro habitat?

E' ora di passare dalle parole alle azioni: guardiamoci intorno, chiediamoci che ruolo hanno pesticidi, diossine, nichel, cadmio, cromo, piombo, mercurio, benzene, PCB, IPA ... e gli altri numerosissimi veleni presenti ormai stabilmente non solo in aria, acqua, cibo, ma nel nostro stesso corpo e perfino nel latte materno.E' ora di intraprendere azioni decise per ridurre la presenza di tali sostanze nell'ambiente, evitando ad esempio, di bruciare rifiuti o di inzuppare le nostre terre di pesticidi. Non sto inventando nulla di nuovo: nella lettera al Presidente Obama del 10 Aprile 2010 che accompagna il Report commissionato dal governo americano ad un Panel di Oncologi "Reducing Environmental Cancer Risk, what we can do now"" troviamo scritte queste parole: "il popolo americano, ancor prima di nascere, è bombardato continuamente da una miriade di combinazioni di esposizioni tossiche. Il Panel La esorta [ Presidente Obama] ad esercitare con forza tutto il potere della Sua carica per rimuovere le sostanze cancerogene e gli altri agenti tossici dal nostro cibo, dall'acqua e dall'aria, perché tutto ciò aumenta a dismisura i costi per la sanità, danneggia la produttività della nostra Nazione e devasta la vita degli Americani"

Non mi sembrano cose difficili da capire; di certo, senza tema di smentita, posso affermare che il cancro da cui certamente -nel 100% dei casi -si guarisce è quello di cui NON ci si ammala!Riscopriamo quindi la Prevenzione Primaria, investiamo risorse per ridurre l'esposizione delle popolazioni agli agenti inquinanti e difendiamo una informazione rigorosa, indipendente, scientificamente corretta sui rischi ambientali, solo così potremo sperare di invertire la rotta, risalire la china, riconquistare la salute soprattutto quella dei nostri bambini"

Patrizia Gentilini

Medico Oncologo ed Ematologo, Presidente ISDE Forlì

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