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02 settembre 2011

1)Carbone Usa, dismissione anche per due centrali della Dominion 2)Manovra, colpito il settore energia: protesta il mondo delle rinnovabili.



Tratto da Greenreport

Carbone Usa, dismissione anche per due centrali della Dominion. ...


La Dominion Resources, la più grande utility energetica della Virginia, ha annunciato che dismetterà le sue più vecchie e più inquinanti centrali elettriche a carbone: quelle di Chesapeake e Yorktown, sulla costa della Virginia. Yorktown sarà completamente dismessa entro il 2016 e Yorktown nel 2015. L'annuncio arriva pochi giorni dopo che GenOn Energy aveva annunciato la graduale dismissione della sua Potomac Generating Station, una vecchissima e gigantesca centrale a carbone nella Virginia settentrionale.

Gli ambientalisti Usa esultano: «L'annuncio odierno del pensionamento delle centrali di Chesapeake e Yorktown è un'altra vittoria fondamentale per gli abitanti della Virginia - dice il direttore di Sierra Club, Michael Brune - Queste due impianti sono una delle principali fonti di inquinamento nelle zone costiere della Virginia e la decisione responsabile di Dominion di eliminarle gradualmente significa che i nostri ragazzi avranno l'opportunità di respirare aria più pulita. Gli attivisti locali che quotidianamente, per anni, hanno lavorato in Virginia per assicurare ch centrali come queste vengano ripulite o eliminato, oggi celebrano tutti questa vittoria».

Chesapeake e Yorktown sono davvero due mostri inquinanti: la sola Chesapeake ogni anno emette nell'atmosfera più di 3 milioni di tonnellate di CO2 e i due impianti vomitano decine di migliaia di tonnellate di sostanze inquinanti, fuliggine e smog, avvolgendo l'area in cui operano in una nebbia letale, provocando alti tassi di asma, malattie respiratorie e cardiache, cancro e altri disturbi.

La direttrice della campagna "Beyond Coal" di Sierra Club, Mary Anne Hitt, è molto soddisfatta per questa nuova vittoria: «Dominion ha mostrato con chiarezza che è il momento di allontanarsi da fonti di energia sporche e pericolose che incidono sulla vita di ogni virginiano .Fuliggine e smog minacciano ogni giorno la vita di bambini e impianti come questi sono una causa primaria dell'epidemia asma della nostra nazione.

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Tratto da Uomini Liberi

LA SALUTE? NON CI TANGE!!!!
Straordinaria smentita dell'ARPAL ligure alla notizia che oggi avrebbe presentato ai periti della Procura di Savona uno studio sugli effetti delle emissioni sulla salute nel comprensorio savonese!
l'Arpal si occupa dello stato dell'aria, dell'acqua e del suolo non dell'aspetto sanitario...leggi…ancora una conferma che siamo in buone mani e che dobbiamo nutrire fiducia nella regione Liguria, nell'ASL, nell'ARPAL, proprio come se vivessimo a Civitavecchia: e siccome da laggiù ci viene lo stimolo, eccovi… un sito… che elenca le competenze dell'Arpa Lazio e alcuni studi sulla mortalità nell'area delle centrali.....
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Tratto da La voce dell'Emergenza

Manovra, colpito il settore energia: protesta il mondo delle rinnovabili, Enel perplessa


«Una misura fuori luogo che mostra una scarsa conoscenza da parte del governo dei settori di sviluppo industriale del nostro Paese e che vede ancora una volta l’Italia muoversi nella direzione opposta rispetto agli altri Paesi europei che investono sulle energie pulite». Inoltre, «il taglio previsto all’eolico che l’esecutivo pensa di usare per ridurre i tagli ai Comuni, avrà l’effetto esattamente inverso in quanto, come noto a tutti meno che al governo, gli oltre 150 Comuni che ospitano parchi eolici ricevono delle royalties che vengono con questo provvedimento largamente ridotte o addirittura azzerate». Così Simone Togni, presidente dell’Anev, Associazione nazionale energia del vento, che ribadisce «il disappunto» del settore per la Robin Tax sulle rinnovabili «che, contrariamente al popolare eroe inglese, andrà a gravare su un settore già allo stremo, dimostrando di essere
l’ennesimo attacco alla fonte eolica
effettuato senza alcuna pianificazione». Negli ultimi anni, infatti, «il settore ha visto un taglio dei ritorni di oltre il 35%, con il conseguente stop di tutte le iniziative- segnala Anev- cui si va ad aggiungere una ulteriore riduzione per i prossimi 5 anni del 22% dei ritorni previsti introdotta con il decreto di recepimento della direttiva comunitaria sulle fonti rinnovabili». L’Anev richiede al governo che «la nuova tassa venga ripartita con gli altri comparti regolati e che abbia una gradualità di onere tra settori, minimizzando al massimo il peso su comparti in crisi come l’eolico». La soluzione potrebbe essere trovata «in un meccanismo che non sovraremuneri gli impianti, ma che garantisca una remunerazione dell’investimento con un livello di incentivazione coerente con il costo dell’energia, come fatto da altri Paesi Europei». Leggi tutto »

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