Jeremy Rifkin chiude il Varenna Fisica Festival con un monito sull’energia
Tratto da Lecconotizie.com
di Valentina Sala
Come dare il via a una Terza Rivoluzione Industriale, in grado di
risollevare il pianeta dalla crisi attraverso un modello energetico che
sia sostenibile e responsabile. Questo il tema della serata conclusiva
del Varenna Fisica Festival che si è tenuta sabato 1 ottobre al Teatro della Società con la partecipazione straordinaria dell’economista Jeremy Rifkin, in collegamento video dagli Stati Uniti.A rendere questo concetto protagonista indiscusso della tavola rotonda è stato proprio Rifkin,il quale ha sin da subito esposto la sua teoria sulla Terza Rivoluzione Industriale. «Stiamo vivendo un momento complesso – spiega – che è il risultato di alcune scelte sbagliate. Tutta la nostra economia si basa attualmente sui combustibili fossili: qualsiasi cosa, dalle fibre sintetiche alla luce passando per i mezzi di trasporto, viene realizzata e resa possibile attraverso l’utilizzo di petrolio, carbone e gas. Conseguenze dirette di questa politica economica sono i ben noti danni all’ambiente, dall’inquinamento al surriscaldamento del pianeta, senza tralasciare il fatto che perseverare in questa direzione potrebbe portare all’estinzione di numerose specie presenti sulla terra».
«Abbiamo bisogno – risponde l’economista – di un piano nuovo, urgente, pragmatico e che al massimo in due generazioni possa cambiare drasticamente questa situazione»
Entrando nel vivo, Rifkin ha quindi illustrato ai presenti quelli che sono definiti i cinque pilastri del Piano di Sviluppo Energetico dell’Unione Europea,
sottoscritto dallo stesso studioso.
- «Ritengo che l’Europa – continua – possa farsi promotrice di una nuova e benefica Rivoluzione Industriale e che per farlo siano necessarie cinque azioni precise. Innanzitutto è bene porsi una scadenza: entro il 2020 l’Europa deve riuscire a produrre il 20% della propria energia da fonti rinnovabili. È una grossa sfida, di cui non possiamo, però, fare a meno.
- In secondo luogo bisogna riconvertire gli edifici, rendendoli in grado di raccogliere energia intorno a loro, dal sole al vento alla geotermia, così da dare vita a vere e proprie centrali di produzione energetica sostenibili.
- Il terzo punto fondamentale riguarda lo stoccaggio: il sole non splende sempre così come il vento non soffia in qualsiasi momento. Ecco perché c’è bisogno di conservare l’energia, di stoccarla, e per farlo possiamo utilizzare l’idrogeno.
- A questo punto diventa indispensabile – prosegue – creare una rete di milioni di persone, ognuna delle quali produce la propria “energia verde”, la immagazzina con il l’idrogeno, usa quella che serve e condivide con le altre le eccedenze. L’idea è quella di dare vita a una struttura simile a Internet, con alcuni nodi di riferimento collegati tra loro.
- Rimane il quinto e ultimo pilastro: i mezzi di trasporto e la logistica. In questo caso i veicoli elettrici sono un modo per risolvere molti problemi».
Tratto da salute Il sole24ore
Europa sempre più calda,
più morti entro il 2060
Il cambiamento climatico farà aumentare i decessi in Europa nei prossimi 50 anni. È quanto stimano gli esperti del progetto Climate-TRAP
dell’Umea University (Svezia) che hanno presentato dati poco
incoraggianti nel corso del Congresso della Società europea di Medicina
del respiro ad Amsterdam (Olanda). Secondo i ricercatori, Belgio,
Francia, Spagna e Portogallo dovranno aspettarsi un incremento dei morti
dovuti all’aumento dell’ozono nell’atmosfera stimato tra il 10 e il 14%
entro il 2060.
Lo studio ha simulato i cambiamenti futuri
dell'atmosfera confrontando la salute attuale del Vecchio Continente con
quella dei periodi passati (1960 e 1990). I dati dicono che Belgio,
Irlanda, Olanda e Regno Unito hanno avuto finora il maggior numero di
morti collegate all’ozono, mentre i Paesi baltici dovrebbero avere un
miglioramento nei prossimi anni.
"L'ozono è un
inquinante altamente ossidante, collegato con ricoveri e decessi a causa
di problemi all’apparato respiratorio - spiega Hans Orru, esperto di
inquinamento atmosferico -. La formazione di ozono al suolo è dovuta
all’aumento delle temperature del cambiamento climatico. I risultati del
nostro studio - continua - hanno rivelato gli effetti potenziali che il
cambiamento climatico può avere sui livelli di ozono e sull’impatto che
avrà sulla salute degli europei”.
L’Organizzazione
mondiale della sanità (Oms) stima che il riscaldamento del Pianeta
abbia provocato da solo dal 1970 al 2004 oltre 140.000 vittime all’anno.
I danni ecologici ad aria, acqua e all’agricoltura, si vanno a sommare,
infatti, all’incremento di casi di malaria e di malattie intestinali
croniche che sono legati a doppio nodo con il clima più caldo.
di Cosimo Colasanto (03/10/2011)
Tratto da La Repubblica
Sono passati ormai cinque anni dallo studio Oms che ha calcolato 8.200 morti all’anno nelle 13 principali città italiane per colpa delle polveri sottili, un inquinante a cui il traffico dà un contributo determinante. Ma la ripetizione di questo dramma, invece di far crescere l’indignazione, rischia di creare un pericoloso fenomeno di adattamento psicologico, come se l’unica risposta possibile fosse far buon viso a cattivo gioco e rassegnarsi all’inevitabile.
Nel frattempo però, mentre gli amministratori pubblici hanno rivolto altrove le risorse disponibili, la ricerca è andata avanti e ha affinato tecnologie per spostarsi senza diminuire la speranza di vita dei passanti. Le auto a smog zero e a basse emissioni serra sono un’alternativa ormai sul mercato........Gli stessi paesi (dalla Germania alla Scandinavia) che hanno retto meglio alla prova della crisi economica perché hanno puntato su tecnologie molto innovative, con buona capacità di penetrazione dei nuovi mercati.
Continuare a morire di smog non dipende dal fato. Dipende dall’arretratezza del modello culturale.
________________________
Omicidi con il silenziatore
Ha messo il silenziatore. Lo smog continua a uccidere in un’indifferenza quasi generalizzata. Oggi, per il nono giorno consecutivo, a Milano è stato superato il limite di concentrazione delle polveri sottili. Se entro martedì i valori non miglioreranno il Comune dovrà cominciare una serie di blocchi del traffico.Sono passati ormai cinque anni dallo studio Oms che ha calcolato 8.200 morti all’anno nelle 13 principali città italiane per colpa delle polveri sottili, un inquinante a cui il traffico dà un contributo determinante. Ma la ripetizione di questo dramma, invece di far crescere l’indignazione, rischia di creare un pericoloso fenomeno di adattamento psicologico, come se l’unica risposta possibile fosse far buon viso a cattivo gioco e rassegnarsi all’inevitabile.
Nel frattempo però, mentre gli amministratori pubblici hanno rivolto altrove le risorse disponibili, la ricerca è andata avanti e ha affinato tecnologie per spostarsi senza diminuire la speranza di vita dei passanti. Le auto a smog zero e a basse emissioni serra sono un’alternativa ormai sul mercato........Gli stessi paesi (dalla Germania alla Scandinavia) che hanno retto meglio alla prova della crisi economica perché hanno puntato su tecnologie molto innovative, con buona capacità di penetrazione dei nuovi mercati.
Continuare a morire di smog non dipende dal fato. Dipende dall’arretratezza del modello culturale.
Nessun commento:
Posta un commento