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Il carbone sul cielo della Spezia
I pericoli della centrale ENEL hanno quasi mezzo secolo e sono tuttora discussi
Quando nei primi anni Sessanta fu costruita la centrale, le ciminiere che sputavano scarichi tossici tra i monti e il magnifico golfo della Spezia erano quattro. Da qualsiasi punto del Golfo dei Poeti, così chiamato perché ispirò Shelley, Soldati e Montale, si vede il fumo salire lento e inesorabile dagli impianti ENEL. Il cielo sui parchi delle Cinque Terre e Portovenere è pieno di carbone: sono pubblicizzate in tutto il mondo come aree protette, ma le istituzioni non sono state capaci di proteggerle abbastanza.......
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In quegli anni La Spezia diventò la prima provincia italiana per danni alla vegetazione, a causa delle piogge acide liberate dai gas tossici presenti nell’aria.
I polmoni degli spezzini sono pieni di polveri ultrafini cancerogene, che i filtri dell’ENEL non sono in grado di trattenere. La pulizia dei tubi della caldaia, che rilascia una grande quantità di fuliggine, viene fatta di notte.
Negli anni Settanta la provincia della Spezia raggiunse il secondo posto in Italia per decessi
causati dai tumori dell’apparato respiratorio.
È difficile pensare che sia solo un caso se i maggiori tassi di inquinamento nella regione si riscontrano proprio attorno alle centrali della Spezia e Vado Ligure......
La centrale Eugenio Montale è, per di più, illegale: non ha ancora ottenuto l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), l’autorizzazione che una direttiva comunitaria aveva stabilito dovessero avere tutti gli impianti entro il 2007.
L’AIA viene rilasciata dal Ministro dell’Ambiente sulla base di un lavoro istruttorio svolto da una commissione tecnica, all’interno della quale il comune ha l’incarico di dare un parere sanitario.
Nelle prossime settimane la procedura di rilascio dell’AIA potrebbe concludersi, ed ENEL ottenere l’autorizzazione a bruciare carbone per altri 8 anni. Non solo: c’è la possibilità che la centrale sia autorizzata a bruciare anche biomasse e combustibile derivato dai rifiuti (CDR).

SpeziaViaDalCarbone: "Abbandonare il carbone: si deve, si può, se si vuole"
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Tratto da Valori.it
Ambiente, le banche limitano i finanziamenti alle centrali a carbone.........
Anche le banche cercano di allinearsi alla crescente sensibilità nei confronti delle problematiche ambientali.
A giorni verrà reso noto un “codice etico” che alcuni
istituti si sono auto-imposti, allo scopo di evitare di finanziare
impianti altamente inquinanti.

Non mancano, ad ogni modo, i punti critici. È lo stesso consulente di HSBC per le questioni ambientali, Francis Sullivan, ad ammettere che, nel momento in cui viene negato un finanziamento, «non si può mai essere sicuri del fatto che la scelta sia stata motivata soltanto dalla nostra politica ambientale o se a contribuire siano stati anche aspetti finanziari o altri elementi del progetto».
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