COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE.

QUESTO BLOG UTILIZZA COOKIES ,ANCHE DI TERZE PARTI.SCORRENDO QUESTA PAGINA ,CLICCANDO SU UN LINK O PROSEGUENDO LA NAVIGAZIONE IN ALTRA MANIERA ,ACCONSENTI ALL'USO DEI COOKIES.SE VUOI SAPERNE DI PIU' O NEGARE IL CONSENSO A TUTTI O AD ALCUNI COOKIES LEGGI LA "COOKIES POLICY DI UNITIPERLASALUTE".

26 novembre 2011

Conferenza di Durban, è così difficile capire il legame tra la salute del pianeta e la salute di chi ci vive?

Tratto da Greenreport

Verso Durban, è così difficile capire il legame tra la salute del pianeta e la salute di chi ci vive?


Ci stiamo rapidamente avvicinando alla 17° Conferenza delle Parti della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici che avrà luogo a Durban, in Sud Africa, dal 28 novembre al 9 dicembre. Purtroppo non sembra proprio che la comunità internazionale stia finalmente convergendo su un significativo impegno di riduzione dei gas serra che modificano la composizione chimica dell'atmosfera e incrementano il riscaldamento globale.
E questo nonostante il fatto che sono numerosi e ripetuti i richiami all'azione urgente che provengono dal mondo scientifico.
La cruda verità è che non possiamo più aspettare. Perdere tempo adesso, temporeggiare, dilazionare, rimandare, vuol dire solo rendere tutto, dopo, maledettamente più difficile da risolvere.
L'idea che si chiuda nel 2012 l'orizzonte temporale indicato dal protocollo di Kyoto e si resti dunque senza un nuovo Protocollo che sancisca una seria regolamentazione internazionale per ridurre le emissioni di gas serra, è veramente insensato e folle e la dice lunga sulle profonde difficoltà culturali che ancora abbiamo nel collegare la salute dei sistemi naturali del pianeta con la nostra salute, il nostro benessere e le nostre economie. Così come la dice lunga sullo straordinario potere delle lobby che desiderano il mantenimento dello status quo che ancora interferiscono pesantemente sui negoziati......
Nel frattempo, prima di Durban, il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) ha rilasciato il suo rapporto "Bridging the Emissions Gap" (aggiornando ed  ampliando quello che aveva prodotto nel novembre dello scorso anno  http://www.unep.org/publications/ebooks/bridgingemissionsgap/Portals/24152/UNEP_bridging_gap.pdf ).

Il rapporto, a conferma di quanto ripetutamente detto e scritto dai più grandi climatologi internazionali, mostra chiaramente che se non si intraprendono ora delle azioni decisive, il mondo si avvia verso cambiamenti climatici molto pericolosi.  
 Nonostante tutto anche l'UNEP conferma un messaggio positivo. 
 Possiamo ancora farcela, se ci impegniamo subito per fermare la deforestazione e creare un futuro basato su efficienza energetica e fonti rinnovabili....


Autorevoli ricerche scientifiche sul ruolo del forcing radiativo sono condotte da anni dal grande climatologo James Hansen, direttore del Goddard Institute for Space Studies (GISS) della NASA con diversi altri climatologi e dimostrano chiaramente che la Terra ormai a causa dell'attività antropogenica, come riassunto dall'IPCC; assorbe più energia dal Sole di quanto riesca a reimmetterne nello spazio, modificando quindi l'intero sistema energetico del clima e incrementando quindi i fenomeni meteorologici estremi....

 Leggi tutto su Greenreport

________________

  GUARDA IL VIDEO   DURBAN L'APPELLO DEL PAPA :"TENETE CONTO DEI POVERI"

In Sudafrica la conferenza Onu sul clima. L'auspicio di Benedetto XVI all'Angelus

 __________

Tratto da Il Cambiamento

Verso Durban: serve un accordo globale sul clima


Fra pochi giorni inizierà la diciassettesima conferenza internazionale sul clima. Dal 28 novembre al al 9 dicembre, sotto l'egida dell'Onu, i grandi della terra si ritroveranno a Durban, Sud Africa, per discutere dei cambiamenti climatici e cercare di raggiungere un accordo vincolante sulle emissioni serra. Nello specifico, l'obiettivo sarà quello di ridurre a due gradi l'entità del riscaldamento globale, invece dei quattro e più previsti da diversi studi scientifici – ad esempio lo studio four degrees and beyond finanziato dal governo britannico – entro la fine del secolo.

Nonostante l'emergenza climatica, il summit non parte sotto i migliori auspici. Le potenze mondiali vi arrivano a ranghi sciolti, con vedute anche molto diverse sul futuro accordo. Pesa, eccome, il fallimento del vertice di Copenaghen del 2009, che doveva sancire l'intesa definitiva e invece si è concluso nel caos, con un accordo di forma raggiunto sul finire giusto per nascondere la totale assenza di intenti comuni.
Sebbene l'incontro di Cancun dell'anno passato abbia iniziato a riassemblare i cocci, mettendo le basi per futuri accordi, ci sono fin troppi elementi che si oppongono ad un patto definitivo sul clima. Se l'Europa appare ben disposta a fare la sua parte, a patto che anche gli altri paesi facciano la loro, gli Stati Uniti sono di tutt'altro avviso.....

Si è creata così una situazione di stallo dalla quale è difficile uscire. Nessuno dei paesi più inquinanti - Cina, Usa, Giappone, Russia e India - sembra disposto a fare il primo passo verso un futuro più sostenibile, per paura di perdere posizioni sullo scacchiere internazionale. Solo l'Europa presenta condizioni più concilianti. "L'Ue è pronta da anni a siglare un trattato globale a Durban, ma la realtà è che altre economie, come Usa e Cina, non lo sono” ha sottolineato il commissario Ue per il Clima, Connie Hedegaard

Ma cosa frena i grandi della terra a raggiungere un accordo vincolante sul clima? “Non si rendono conto della gravità della situazione?” viene da chiedersi. 
Secondo Greenpeace, la responsabilità è da ricercarsi non tanto fra governi e amministrazioni, quanto piuttosto nella rete delle grandi aziende inquinatrici.  
Il rapporto “Who’s holding us back?”, svela come un manipolo di multinazionali – tra cui Eskom, BASF, ArcelorMittal BHP Billiton, Shell e le industrie Koch -, le associazioni di categoria e le corporazioni di cui fanno parte stiano condizionando pesantemente i governi e i negoziati politici riguardo alle leggi per la protezione del clima.

“Se i Governi vogliono scongiurare le conseguenze irreversibili dei cambiamenti climatici, devono ascoltare i cittadini, prima ancora dei mercati, e agire nell'interesse della collettività”, ha dichiarato Salvatore Barbera, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. 
“A Durban è giunto il momento di dar voce alla gente, non alle multinazionali dell'inquinamento”.
Gli fa eco Mariagrazia Midulla, responsabile Policy Clima ed Energia del WWF Italia, quando sostiene che “Durban deve riportare il mondo alla realtà scientifica del cambiamento climatico e delle sue conseguenze, eliminando anche le scappatoie esistenti. Le soluzioni alla crisi ambientale saranno anche un’importante opportunità per rilanciare l’economia verso un futuro più sostenibile, equo e sicuro”.....

Insomma, il quadro complessivo delle nazioni che si apprestano a partecipare al summit non sembra dei più confortanti
. Ma il tempo stringe ed un accordo globale è quanto mai urgente. Proprio ieri la World meteorogiical organization ci ricordava che le concentrazioni di gas serra in atmosfera hanno praticamente raggiunto il punto di non ritorno.
Leggi l'articolo integrale 
________________________

Tratto da Il Corriere della sera

Zagrebelsky: politica sotto tutela tecnocratica

La sfida del futuro Il costituzionalista: ora dobbiamo pensare alle generazioni future


ROMA ....il presidente emerito della Corte Costituzionale, G. Zagrebelsky, che ha parlato di società votate all' autodistruzione, di politica egoista con le prossime generazioni, di miopia davanti alle catastrofi tecnologiche, ambientali e finanziarie....  
Davanti al Capo dello Stato - che ha partecipato, assieme al presidente del Senato Renato Schifani e alla vicepresidente della Camera Rosy Bindi, al seminario annuale della Consulta dedicato al tema «Dallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicana» - Zagrebelsky rompe gli schemi. E con una relazione che scava nel profondo dell' anima del pensiero occidentale gela l' uditorio: «Pensate alla storia dell' isola di Pasqua, situata a 3.700 chilometri dalle coste del Cile che nei secoli fu sempre rigogliosa, con ananas che pendevano a volontà dagli alberi e animali in grande quantità. Insomma, un posto magnifico dove bastava alzare la mano per cogliere un frutto. Un luogo ricco. Che però, agli inizi del ' 700, quando fu scoperta dagli europei, si rivelò desertificato perché ogni generazione lì si comportò come fosse l' ultima. 
Nell' isola di Pasqua l' uomo ha agito libero da ogni debito nei confronti della generazione successiva. E alla fine ha autodistrutto la sua stessa società». 
Ecco qual è il punto di questo mondo globalizzato, insiste Zagrebelsky, pensando forse a uno Stato che si dovrebbe comportare come il buon padre di famiglia che riceve in eredità beni per custodirli temporaneamente e mantenerli in buone condizioni per trasmetterli ai suoi figli: 
«La vita dei viventi oggi non può essere onesta se non guarda alle generazioni future, se non si comporta come la madre fa con il figlio...  
Dino Martirano 
Leggi tutto

Nessun commento: