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18 novembre 2011

Perizia per la Centrale Enel: i tecnici della procura "Sui terreni le polveri di carbone"

Tratto da Brundisium
Brindisi, 19/11/2011

Associazioni: "il carbone inquina, la politica intervenga"

......Le inchieste della Magistratura stanno quindi andando positivamente avanti ma è la politica che deve fare il suo dovere rendendosi conto di quanto sia grave a Brindisi l’inquinamento causato dal carbone. Abbiamo perciò in questi giorni lanciato una vera e propria “Vertenza Brindisi” sostenendo, con sempre maggiore determinazione, che occorre indurre l’Enel a operare una riduzione di almeno il 25% della quantità di carbone bruciato nella centrale di Cerano senza ricorrere a dilazionate e tattiche compensazioni.
Procedendo nel contempo alla più volte sollecitata chiusura di Brindisi nord, patrocinata anche da ampi settori delle forze politiche locali, previa l’adozione di misure idonee ad assicurare ai dipendenti corrispondenti posti di lavoro. Così come sosteniamo che è necessario potenziare e intensificare i controlli pubblici. Sul piano sanitario poi è necessario promuovere indagini rivolte a verificare se nelle aree di ricaduta del carbone si siano verificate patologie o decessi tra la popolazione residente con frequenza maggiore rispetto ad aree più lontane. E occorre anche effettuare nelle popolazioni interessate monitoraggi biologici, cioè ricerche di inquinanti nel sangue e nelle urine per avviare attività di sorveglianza sanitaria preventiva.
Le aziende elettriche non si illudano di poter piegare la protesta ponendo la città di fronte all'alternativa (ad esse in ogni caso favorevole) della firma delle convenzioni senza la predetta riduzione del carbone e con la perpetuazione dell’attuale situazione. Il nostro movimento intensificherà la protesta e terrà costantemente accesi i fari sulla questione carbone chiedendo che i competenti organi regionali facciano il possibile perché siano intensificati i controlli pubblici e richiamando, tutte le volte che sarà necessario, l’attenzione dell’Autorità Giudiziaria su comportamenti e fatti di possibile rilievo penale. Contro l’avvelenamento da carbone lotteremo ogni giorno per ridurre al massimo le cause che lo provocano e, in prospettiva, per eliminarle del tutto.
La “Vertenza Brindisi” non è solo il tema del convegno svoltosi il 9 novembre con l’intervento di padre Alex Zanotelli ma è un impegno che, insieme a tutte le espressioni responsabili della città, porteremo avanti nel prossimo futuro sollecitando le forze politiche e le istituzioni locali a intervenire con scelte ed atti concreti a tutela delle ragioni e dei diritti della nostra comunità.

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO:

Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, Forum ambiente salute e sviluppo, A.I.C.S., ARCI, ACLI Ambiente, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

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Tratto da La Repubblica

Centrale Enel, i tecnici della procura
"Sui terreni le polveri di carbone"

I risultati della perizia confermano la contaminazione dovuta alle ceneri disperse dal nastro trasportatore scoperto, che arrivano fin dentro le case. Dal 2007, a 60 aziende agricole è stato impedito di coltivare i 400 ettari di terreno attorno alla centrale. Dodici gli indagati

di SONIA GIOIA
Sono state le polveri di carbone della centrale disperse dai venti a contaminare i terreni di Cerano, a portare la cenere fin dentro le case, a far sì che i livelli di inquinamento fossero ben superiori a quelli dovuti al traffico. Lo dice il consulente della procura di Brindisi che indaga sulla dispersione di polveri di carbone intorno al nastro trasportatore e al deposito-carbonile, entrambi scoperti, della centrale Enel Federico II. Un'inchiesta arriva ormai al capolinea e partita dall'esposto degli agricoltori e delle associazioni ambientaliste brindisine, che chiedevano alla magistratura di accertare le cause dell'inquinamento.

Sarebbe la centrale elettrica, almeno secondo il consulente della procura, la fonte principale di contaminazione dei terreni sui quali un tempo germogliavano i frutti più generosi dell'agricoltura, prima che su sollecitazione del ministero dell'Ambiente l'ex sindaco di Brindisi vietasse categoricamente con una ordinanza del 28 giugno 2007 ogni forma di coltivazione, oltre che la distruzione dei frutti della terra: carciofi, uva, ma anche olive. La decisione del sindaco, che ha azzerato ogni forma di sostentamento per circa 60 aziende agricole, arrivò dopo che l'area era stata dichiarata Sito di interesse nazionale, e dopo che la caratterizzazione affidata a Sviluppo Italia aveva registrato una concentrazione di metalli pericolosa per l'ambiente e la salute pubblica.

Oggi i risultati delle analisi confermano i sospetti degli agricoltori. Lapidarie le conclusioni del consulente tecnico Claudio Minoia, direttore del laboratorio di misure ambientali e tossicologiche della Fondazione Maugeri di Pavia, nonché responsabile della scuola di specializzazione in Medicina del Lavoro dell'ateneo pavese. Scrive il perito incaricato dai pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Cristina Fasano: "In conclusione, si ritiene che in aree prospicienti la centrale si siano determinate, anche se non con carattere di continuità ma piuttosto come diretta conseguenza di fenomeni eolici, dispersioni significative di polveri di carbone dal deposito carbonile. 
Gli effetti di tali eventi, protratti nel tempo, hanno contribuito a elevare i livelli aerodispersi di elementi in traccia a valori diversi da quelli normalmente rilevabili in aree urbane caratterizzate da elevata densità di traffico veicolare, nonché a produrre direttamente o indirettamente una contaminazione indoor presso le abitazioni dei soggetti residenti in aree prospicienti la centrale.
All'alba del deposito della perizia, non si è fatta attendere la presa di posizione dei "No al carbone" il movimento a difesa dell'ambiente .....
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Tratto da Brundisium
"No al Carbone "sulla dispersione di polveri a Cerano

COMUNICATO STAMPA NO AL CARBONE 

Abbiamo appreso dalla stampa che con il deposito della consulenza tecnica del Prof. Claudio Minoia si può quasi considerare conclusa l’indagine sulla dispersioni delle polveri di carbone intorno la centrale di Cerano.
Da tale perizia sembrerebbe evidenziarsi un quadro drammatico. Nei campionamenti effettuati in prossimità delle abitazioni di cittadini autori dell’esposto si sono riscontrate “dispersioni significative di polveri di carbone dal deposito carbonile“ inoltre il Prof. Minoia rileva che “ la polvere di carbone con tutti i metalli pesanti che la caratterizzano influenza la contaminazione superficiale di frutti e colture vegetali.” E che “tale contaminazione ha sicuramente rappresentato la via prevalente di contaminazione delle aree prospicienti “.
Come No al Carbone anche noi avevamo presentato un esposto in Procura nel dicembre del 2009 chiedendo alla Procura di accertare le cause e le responsabilità per l’inquinamento dei terreni intorno al nastro trasportatore della centrale di Cerano. Inquinamento che aveva indotto nel 2007 il Sindaco Mennitti ad emettere una ordinanza sindacale per inibire la coltivazione in tali terreni.
Oggi arrivano le prime risposte che sembrano confermare ciò che il buon senso avrebbe indotto tutti a pensare. Può un gigantesco carbonile scoperto, in grado di stoccare centinaia di migliaia di tonnellate di carbone, esposto quindi ai venti che con notevole frequenza spazzano le nostre terre, non inquinare rilasciando polveri di carbone estremamente pericolose per la salute?
A questa semplice domanda non hanno mai voluto rispondere né i politici né i sindacati che spesso vediamo genuflessi dinanzi alle esigenze del padrone. Avevamo chiesto all’ex Sindaco Mennitti se come primo responsabile della salute dei brindisini, dopo aver emesso la citata ordinanza, per motivi cautelativi non sarebbe stato giusto sequestrare il carbonile di Cerano. Ne ottenemmo un secco rifiuto.
Chiediamo oggi a Vendola, Ferrarese e Pezzuto ma di fronte a tali notizie cosa pensate di fare? Vogliamo ancora raccontare le favolette ai brindisini?
Noi le idee le abbiamo chiare; pensiamo che questo territorio e la nostra salute meritino il rispetto che non hanno mai avuto. Dopo oltre trent’anni di carbone si ponga fine a questo scempio.

Si chiuda la centrale Edipower con il passaggio del personale all’Enel come previsto dagli accordi più volte presi. Si attui una immediata riduzione del consumo del carbone a Brindisi, si proceda alla conversione entro tre anni della centrale di cerano a gas e si sequestri il carbonile scoperto con l’obbligo nel frattempo come per l’Edipower di rifornirsi di carbone direttamente senza sito di stoccaggio.
Alla Magistratura chiediamo di accertare le responsabilità e punire i colpevoli, Brindisi aspetta da anni giustizia.

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Tratto da Agoramagazine

Taranto :Lettera del Comitato Taranto lider ai periti epidemiologi

E’ in corso il lavoro richiesto dalla Procura di Taranto ai periti per stabilire le responsabilità nelle ipotesi di disastro ed inquinamento ambientale a carico dei vertici dello stabilimento siderurgico Ilva. Mentre i tecnici stanno campionando fumi e polveri all’interno dello stabilimento, un altro gruppo di lavoro composto da esperti in epidemiologia sta realizzando una inedita mappatura delle malattie che possono derivare dall’esposizione alle sostanze inquinanti riscontrate nell’aria, nei terreni e nella falda acquifera dentro ed intorno all’area industriale dell’acciaieria e stabilire il nesso causale fra l’esposizione ed il numero di malattie e decessi che si registrano fra i lavoratori dell’industria ed i cittadini. Leggi tutto

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Leggi su  Parmasera

Inceneritore, ecco il documento che inchioda Iren. "Sapevano di non avere il permesso" 

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